Raphanus raphanistrum
Raphanus raphanistrum
Il ravanello selvatico (Raphanus raphanistrum L., 1753) è una specie erbacea, appartenente alla famiglia delle Brassicaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Dilleniidae,
Ordine Capparales,
Famiglia Brassicaceae;
Genere Raphanus;
Specie R. raphanistrum:
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti specie e varietà:
– Raphanus raphanistrum subsp. landra (Moretti ex DC.) Bonnier & Layens
– Raphanus raphanistrum subsp. maritimus x raphanistrum
– Raphanus raphanistrum subsp. raphanistrum
– Raphanus raphanistrum subsp. rostratus (DC.) Thell.
– Raphanus raphanistrum var. aureus.
Etimologia –
Il termine Raphanus proviene dal greco ῥάφᾰνος ráphanos rafano, ravanello, da ῥα rha, contrazione di ῥίζα rhiza radice, e dal tema del verbo φαίνω phaíno apparire: con radici visibili.
L’epiteto specifico raphanistrum è il dispregiativo del genere Raphanus rafano, rapanello: rapanello selvatico.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il ravanello selvatico è una specie sub cosmopolita il cui habitat è quello degli incolti, degli orti, dei ruderi ed ai margini delle strade dove cresce dal livello del mare sino a 1000 metri s.l.m..
Descrizione –
Raphanus raphanistrum è una pianta erbacea annuale, un po’ pelosa e ispida, con fusto
ginocchiato, eretto o ascendente poco ramoso.
Le foglie sono lanceolate e multilobate, dentellate in modo irregolare.
I fiori sono riuniti in pannocchie apicali portati da un lungo pedicello singolo e sono di colore bianco e a volte giallastro.
L’antesi è tra Marzo e Giugno ma nelle regioni con inverni miti la fioritura può prolungarsi fino ai mesi invernali.
La radice è a fittone, piuttosto grossa e poco ramificata.
I frutti sono delle silique erette.
Coltivazione –
Il ravanello selvatico pur essendo una pianta spontanea che possiamo trovare fino a 1000 m sul livello del mare può essere coltivato come il ravanello comune per cui si rimanda alla scheda di coltivazione di quest’ultimo.
Usi e Tradizioni –
La famiglia delle Brassicaceae (assieme alle Asteraceae) è una delle più numerose delle Angiosperme con circa 350 generi e 3000 specie, diffusa principalmente nella fascia temperata e fredda del nostro globo. Il genere Raphanus comprende pochissime specie, due delle quali sono presenti spontaneamente sul territorio italiano.
La collocazione di questa specie nell’ambito del genere non mette d’accordo tutti i botanici. In effetti ci sono tre proposte diverse per risolvere questo problema:
– secondo alcuni autori il genere ha una sola specie: Raphanus raphanistrum; specie che viene suddivisa in diverse forme sub-specifiche come: sativus, typicus, niger, microcarpus, e altre;
– per altri botanici il genere ha due sole specie: Raphanus raphanistrum e Raphanus sativus;
– il terzo gruppo di botanici (forse quello più numeroso) organizza il genere in una decina di specie, suddividendole poi in due sezioni che sono: Raphanistrum: la siliqua presenta delle evidenti strozzature tra un articolo e l’altro (Raphanus raphanistrum) e Euraphanus, dove la siliqua è più compatta (le strozzature tra una articolo e l’altro sono appena rilevabili), inoltre i semi non si staccano uno dall’altro a maturazione del frutto (Raphanus sativus).
Secondo altri botanici il Raphanus raphanistrum potrebbe essere l’antenato dei ravanelli commestibili (Raphanus sativus).
Il ravanello selvatico ha comunque interessanti proprietà nutraceutiche; è infatti diuretico, depurativo, coleretico, tonico e aperitivo.
In generale la medicina popolare considera questa pianta stimolante della funzione gastrica e antireumatica.
I principi attivi presenti sono: sodio, potassio, ferro, calcio, fosforo, vitamine A,C,E, proteine, lipidi, tannini, riboflavina, tiramina.
Le parti utilizzate sono le cime fogliari e il torsolo ed il periodo balsamico più idoneo è quello tra aprile ed agosto.
Modalità di Preparazione –
Il ravanello selvatico può essere impiegato in cucina utilizzando le cime e le foglie che si consumano lesse e saltate in padella con aglio e peperoncino, per accompagnare carni arrosto, specie la salsiccia, o per condire la pastasciutta. Si possono lessare e unire a uova sbattute, aglio e pecorino grattugiato, preparando frittate molto gradite.
Le giovani foglie possono, inoltre, essere mangiate in insalata insieme ad altre verdure crude (ma è bene prima tagliuzzarle finemente). Il gusto è molto pungente e spesso si usa fare una salsa in sostituzione della senape. I boccioli dei fiori possono essere usati come i broccoli. Dai semi inoltre si può ottenere un olio commestibile.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.