Cossus cossus
Cossus cossus
Il rodilegno rosso (Cossus cossus L. 1758) è un lepidottero appartenente alla famiglia dei Cossidae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Superphylum Protostomia, Phylum Arthropoda, Subphylum Tracheata, Superclasse Hexapoda, Classe Insecta, Sottoclasse Pterygota, Coorte Endopterygota, Superordine Oligoneoptera, Sezione Panorpoidea, Ordine Lepidoptera, Sottordine Glossata, Infraordine Heteroneura, Divisione Ditrysia, Superfamiglia Cossoidea, Famiglia Cossidae, Sottofamiglia Cossinae e quindi al Genere Cossus ed alla Specie C. cossus.
All’interno di questa specie esistono diverse sottospecie che qui si elenacno:
– Cossus cossus cossus;
– Cossus cossus albescens Kitt, 1925 (Kazakistan, Russia);
– Cossus cossus araraticus Teich, 1896 (Georgia, Azerbaidzhan, Turchia, Iran);
– Cossus cossus armeniacus Rothschild, 1912 (Turchia);
– Cossus cossus chinensis Rothschild, 1912 (Cina: Shaanxi);
– Cossus cossus dauricus Yakovlev, 2007 (Russia: Transbaical);
– Cossus cossus dersu Yakovlev, 2009 (Russia: Ussuri meridionale, Primorsky Krai);
– Cossus cossus deserta Daniel, 1953 (Mongolia);
– Cossus cossus gueruenensis Friedel, 1977 (Asia Minore);
– Cossus cossus kopetdaghi Yakovlev, 2009 (Turkmenistan);
– Cossus cossus kossai Wiltshire, 1957 (Iraq, Giordania);
– Cossus cossus lucifer Grum-Grshimailo, 1891 (Tibet);
– Cossus cossus mongolicus Erschoff, 1882 (Mongolia);
– Cossus cossus omrana Wiltshire, 1957 (Iraq, Iran);
– Cossus cossus tianshanus Hua, Chou, Fang & Chen, 1990 (Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Tadzhikistan, Afghanistan);
– Cossus cossus uralicus Seitz, 1912 (Uralsk).
Inoltre esistono diversi sinonimi che si riferiscono a questa specie; si ricordano:
– Phalaena cossus Linnaeus, 1758;
– Bombyx unguiculatus Fabricius, 1793.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il rodilegno rosso è un insetto polifago, che nelle sue differenti sottospecie, è diffuso dall’Europa all’Asia provocando su differenti specie danni anche di notevole consistenza. Piante ospiti sono: Pomacee, Drupacee, altri fruttiferi, forestali, ornamentali e di interesse paesaggistico.
Morfologia –
Il Cossus cossus si riconosce in quanto gli adulti sono delle farfalle di grandi dimensioni, con 70 -100 mm di apertura alare, con le ali anteriori di colore grigio-bruno e striate finemente di scuro.
Le larve sono di colore rosato o rosso scure sul dorso, a seconda dell’età, con zone ventrali di colore giallo-ocracee e capo scuro; le larve a maturità sono lunghe da 80 a 100 mm.
Le uova sono di colore nocciola-brunastro o rossastre ed hanno un diametro di circa 1-1,5 mm. Queste vengono deposte negli anfratti della scorza, generalmente alla base delle piante.
Inoltre è possibile riscontrare questi insetti osservando le parti colpite all’esterno: in queste aree il legno presenta i fori di passaggio ed uno sgretolamento, specie della corteccia, alla quale la pianta stenta a reagire. Inoltre è facile notare, nella zona colpita, delle protuberanze o rigonfiamenti tipici, dovuti alla reazione dei tessuti. Nel caso venga sezionato un tronco colpito da Cossus si possono notare le caratteristiche gallerie delle larve.
Inoltre se le piante hanno una corteccia di colore chiaro è possibile notare la fuoriuscita di un fluido denso e mucillaginoso, di colore nerastro, che è costituito dalla linfa alterata e mescolata ai cataboliti dell’attività larvale ed alle rosure.
Attitudine e Ciclo biologico –
Il rodilegno rosso è un insetto particolarmente polifago, con le larve che sono xilofaghe e producono danni molto gravi ad un grande numero di specie coltivate.
Il danno è dovuto all’attività trofica delle larve che scavano profonde gallerie nel tronco e nelle branche; a seguito di quest’azione questi organi si indeboliscono sia dal punto di vista meccanico che per un graduale e progressivo deperimento generale della pianta. Inoltre nelle profonde ferite prodotte nella pianta, per lo scavo delle gallerie, si insediano funghi patogeni, agenti di cancro e di carie ed altri parassiti (Sesidi).
Ovviamente gli attacchi portati su piante da legno (quali Noce, Pioppo, ecc.) producono danni maggiori anche per il deprezzamento che ne consegue.
L’insetto si può comportare sia da fitofago primario, sui fruttiferi, che da secondario, sulle piante ornamentali e di interesse paesaggistico attaccando, specialmente, le piante già deboli o che presentano altri problemi patologici.
Il ciclo biologico di questo lepidottero si compie in due o tre anni, in funzione anche delle condizioni climatiche. Gli adulti iniziano a vedersi nel periodo che va dalla terza decade di maggio fino ad agosto, con un periodo di sfarfallamento abbastanza ampio e con un picco di presenze nel mese di luglio.
Dopo l’accoppiamento le femmine depongono le uova, a gruppi, soprattutto alla base delle piante o all’impalcatura delle grosse branche.
Una volta nate le larve, che sono gregarie, queste iniziano a scavare, dopo circa 10-12 giorni, delle piccole gallerie sub-circolari, distruggendo la zona cambiale.
In queste gallerie le larve del 1° anno trascorrono il primo inverno e giunte nella primavera successiva riprendono l’attività scavando gallerie singole, più profonde e di diametro maggiore e generalmente con direzione verticale sia verso l’alto che verso le radici o, come in certi casi, con direzioni oblique o iniziali nicchie trasversali.
Le larve hanno cura di mantenere queste gallerie pulite eliminando all’esterno le rosure e gli escrementi che si presentano sotto forma di una poltiglia rosso-brunastra che emette un intenso odore di cuoio alterato.
L’insetto, di norma, trascorre il 2° anno allo stadio larvale, continuando a scavare gallerie nel legno, per poi sfarfallare nell’estate del 3° anno, dopo un incrisalidamento avvenuto negli strati più esterni della galleria o nel terreno alla base della pianta colpita.
In condizioni climatiche più sfavorevoli il Cossus cossus può sfarfallare nel periodo primaverile – estivo del 4° anno solare, compiendo così una generazione in 3 anni.
Ruolo Ecologico –
Il Cossus cossus, come detto, è un insetto polifago che può interessare si Pomacee, Drupacee ed altri fruttiferi, o piante forestali, ornamentali e di interesse paesaggistico.
Secondo quanto riportato da Plinio il Vecchio, gli antichi romani sarebbero stati consumatori delle larve di un insetto che alcuni scrittori hanno identificato come Cossus cossus, ma Plinio specifica che il suo cossus si trovava tra le querce, il che rende improbabile questa identificazione. Il Cossus di Plinio, con maggiore probabilità potrebbe essere la larva del Cerambyx heros.
A parte questa curiosità di ordine storico la presenza di questo lepidottero può causare ingenti danni e la lotta contro di esso si è evoluta negli ultimi anni in seguito alle nuove tecnologie di lotta guidata ed integrata; tuttavia ancora oggi è un insieme di pratiche diverse che vengono applicate, di volta in volta, a seconda dei casi. Si ricorda infatti che questo insetto ha dei nemici naturali, tra i quali ricordiamo i Ditteri Larvevoridi (gen. Phorocera) ed alcuni Imenotteri parassitoidi. L’uso indiscriminato di insetticidi va a danneggiare, oltre ai pronubi, questa utile entomofauna che col tempo va ad avvantaggiare proprio il Cossus cossus.
Una soluzione sarebbe percorrere le gallerie con un filo di ferro al fine di infilzare la larva, ma si tratta di un metodo spartano, che può essere applicato su poche piante e che, comunque, nella maggior parte dei casi non risolve il problema.
La tecnica della lotta guidata prevede dei trattamenti specifici nel periodo dell’ovideposizione, anche se non sempre danno risultati soddisfacenti, in considerazione dell’ampio intervallo di sfarfallamento; per ovviare a questo inconveniente è possibile attuare il monitoraggio ambientale, con l’ausilio di trappole sessuali. In questo caso le trappole vanno installate circa nella prima metà del mese di maggio ed il trattamento va eseguito sugli organi legnosi nel periodo di massima cattura. In questa lotta si utilizzano insetticidi fosforganici eventualmente miscelati con Oli bianchi, per migliorare la persistenza e la penetrazione.
Se invece si è costretti ad intervenire con l’infestazione in atto si interviene con l’eliminazione delle larve con mezzi meccanici (fili di ferro che risalgono la galleria fino al raggiungimento della larva) o con mezzi chimici, insufflando nelle gallerie insetticidi allo stato di aerosol, saturando le gallerie stesse, e chiudendole con stucco.
Questo tipo di intervento è comunque spesso inadeguato, almeno per i fruttiferi, in quanto il danno è già avvenuto e viene pertanto eseguito più che altro per le piante ornamentali.
Viste le delicate questioni ecologiche e la necessità di implementare interventi di maggiore salvaguardia ambientale ed in linea con un sistema agroecologico negli ultimi anni sono si sono messe a punto nuove metodologie di lotta biologica e biotecnologica che utilizzano microrganismi, la prima, e feromoni per le trappole di cattura massale, la seconda.
Per operare la cattura massale vanno utilizzate delle trappole innescate con feromoni sessuali; in questo caso le femmine, che non sono state fecondate, depongono uova non fecondate operando una graduale sterilizzazione della popolazione.
Per questo tipo di lotta le trappole vanno piazzate con una densità di circa variabile da 5 a 20 per ettaro secondo il tipo di impianto, le condizioni climatiche, ecc.
La lotta microbiologica ha avuto invece interessanti risultati con l’ausilio di Nematodi Neoaplectana (Steinernema) carpocapsae e feltiae; questi, spruzzati con appositi strumenti nelle gallerie o semplicemente messi in battufoli di bambagia ai margini delle stesse, sono in grado di ricercare attivamente le larve xilofaghe ed aggredirle (anche se su Cossus sono meno attivi).
Inoltre sono allo studio l’impiego di funghi entomopatogeni, come la Beauveria bassiana; che è molto attiva, anche per parassitizzazioni naturali, nei confronti del rodilegno.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.