Come coltivare la Crassula
Come coltivare la Crassula
Il genere Crassula è composto da una serie di piante succulente sempreverdi che appartiene della famiglia delle Crassulaceae. Si tratta di una famiglia con circa 300 specie, anche molto diverse tra di loro, che hanno in maggioranza origine in Sudafrica ma alcune indigene del mediterraneo.
Del genere Crassula molte specie sono apprezzate come ornamentali.
In questa scheda vedremo come coltivare la Crassula, pur con alcune differenze tra le diverse specie.
Tra le più specie più note ricordiamo:
– Crassula arborescens (Mill.) Willd.: è una pianta che può raggiungere anche i 3 metri di altezza, con foglie carnose di forma ovale il colore è grigiastro punteggiato di rosso ai margini, la sua fioritura anche se rara, si presenta con fiori piccoli e bianchi;
– Crassula ovata (Mill.) Druce o Crassula argentea: questa specie viene spesso confusa con la arborescens a causa della stretta somiglianza, ma le sue foglie sono spatulate, piatte e arrotondate sulla parte superiore. È la specie più diffusa del genere e ne esistono molte varietà tra cui una variegata. Questa pianta produce piccoli fiori raccolti in infiorescenze di colore rosa. Viene comunemente chiamata albero di giada;
– Crassula perfoliata var. falcata (J.C.Wendl.) Toelken.: specie con fusto eretto e foglie vellutate di colore grigio verde e a forma di lama di falce, i suoi bellissimi fiori sono grandi e fittamente addensati di colore rosso scarlatto;
– Crassula perforata Thunb.: si riconosce per le foglie verde scuro macchiate di bianco di forma triangolare, appuntite e rivolte verso il basso e con fusto sottile.
Come detto alcune specie sono invece indigene della regione mediterranea:
– Crassula alata (Mediterraneo orientale e Marocco);
– Crassula basaltica, endemica dell’Etna;
– Crassula tillaea (sin. Tillaea muscosa), presente anche in Italia;
– Crassula vaillantii, presente anche in Italia.
Altre specie si sono invece naturalizzate negli ambienti adatti, pur non essendo indigene, tra queste ricordiamo la Crassula aquatica, che in Europa è indigena di varie regioni a nord delle Alpi.
In generale la Crassula è una pianta che non ha bisogno di particolari cure ma sicuramente è bene che venga posta in pieno sole in una zona in cui le temperature non sono troppo rigide.
Per questa pianta la temperatura minima raggiungibile è di -4°C, per cui è possibile coltivarla all’aperto, con buoni risultati, solo nelle zone costiere del sud Italia.
In altri luoghi è preferibile la coltura in vaso con la possibilità, cambiandone la posizione, di esporre le piante sempre a temperature più miti. All’aperto, tra l’altro, si consiglia di porre le Crassule, accanto a muretti di pietra dove, oltre all’aspetto estetico, le piante usufruiranno di notte del calore rilasciato dalle pietre.
Per quanto riguarda il substrato, come per altre piante grasse si consiglia di crearne uno apposito utilizzando una miscela di sabbia di fiume, ghiaia, una piccola percentuale di torba e sul fondo del vaso uno strato di ghiaia grossolana per agevolare lo sgrondo delle acque in eccesso.
Se coltivate la Crassula in zone più umide e fredde, le proporzioni per una perfetta combinazione prevedono 1/3 di terriccio per piante verdi e la restante parte di sabbia. Durante il periodo vegetativo, se la Crassula è esposta in pieno sole, sarà necessario intervenire con annaffiature modeste ma costanti. Si consiglia di intervenire mediamente una volta a settimana inumidendo in profondità il terreno, poi prima irrigare di nuoco controllare che non ci sia umidità a livello delle radici. Durante l’inverno si può dilazionare irrigando una volta al mese.
Per la concimazione la tecnica cambia se la Crassula viene coltivata in piena terra o in vaso. In piena terra va somministrato alla base della pianta della sostanza organica ben umificata, avendo cura poi di ricoprirla; questa operazione va fatta in primavera alla ripresa vegetativa. Per le piante in vaso bisogna somministrare, con cadenza bisettimanale, dalla primavera all’autunno, un concime liquido equilibrato; in questo caso bisogna diluire il concime con l’acqua di irrigazione per evitare bruciature delle radici.
Quando poi, dopo due – tre anni, le piante avranno occupato con le loro radici l’intero vaso, va effettuato il rinvaso in un contenitore più ampio ed avendo cura di porre un substrato nuovo come in precedenza.
La moltiplicazione può avvenire sia per seme che per talea. La semina va fatta in terriccio leggero, misto a sabbia, in zona ombreggiata e ad una temperatura di 21 °C. Per talea mettendole a radicare in sabbia umida.
Infine malattie e parassiti della Crassula.
Diciamo che in generale queste piante sono alquanto rustiche; l’unico pericolo è sempre rappresentato dal marciume radicale dovuto ad un’errata e abbondante, irrigazione. Per questo tipo di piante è preferibile sopportare la carenza idrica per qualche giorno che avere sempre le radici in un ambiente umido.
Tra i parassiti animali quelle che possono dare maggiori fastidi sono le cocciniglie, sia le cotonose che a scudetto. Questi insetti possono essere rimossi manualmente servendosi di un batuffolo di cotone imbevuto in acqua ed alcool.