Phallus impudicus
Phallus impudicus
Il Satirione (Phallus impudicus L. 1753) è un fungo basidiomicete appartenente alla famiglia delle Phallaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Fungi, Divisione Basidiomycota, Classe Basidiomycetes, Ordine Phallales, Famiglia Phallaceae e quindi al Genere Phallus ed alla Specie P. impudicus.
Etimologia –
Il termine Phallus proviene dal greco φαλλός phallós fallo, pene: per l’aspetto caratteristico del carpoforo.
L’epiteto specifico impudicus deriva da sfacciato, impudico: per la sua forma fallica.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Phallus impudicus è un fungo saprofita che fruttifica nelle stagioni calde e piovose dalla primavera alla fine dell’autunno, su terreni umidi nei boschi misti o nei giardini. Cresce soprattutto sotto latifoglie ma qualche volta può trovarsi anche sotto conifere.
Riconoscimento –
Questo fungo si riconosce per la forma del cappello ad ovetto di 4-6 cm, sfinato verso l’alto, appoggiato alla sommità del gambo, coperto dalla gleba olivastra, mucillagginosa, deliquescente, con odore cadaverico; questo è inizialmente avvolto dalla volva chiusa, di colore bianco, poi aperta, liberando un gambo cilindrico, vuoto, spugnoso, bianco, forato alla sommità (uno pseudo-cappello), con superficie esterna alveolata.
La gleba è preda degli insetti che col tempo l’asportano completamente, lasciando la sommità traforata scoperta; quest’ultima può ricordare, alla lontana, il favo di una spugnola.
Spesso raggiunge dimensioni considerevoli, fino a 30 cm di lunghezza.
Il gambo può arrivar fino a dimensioni di 20 x 3 cm, vuoto, lacunoso, bianco, con al piede una volva spessa (peridio) che prima dello sviluppo è chiusa ad uovo.
La carne è bianca e fragile, con forte odore nauseante di cadavere, feci (inodore finché il fungo è rinchiuso nel peridio).
Al microscopio si notano delle spore di colore verdognolo.
Coltivazione –
Il Phallus impudicus non è un fungo che ha alcun interesse per la coltivazione.
Usi e Tradizioni –
Il Satirione è di certo il fungo più conosciuto della famiglia delle Phallaceae sia per via della particolare forma fallica che ricorda un vero e proprio pene ma anche perché emana un caratteristico e pungente odore cadaverico che può essere avvertito anche a diversi metri di distanza.
L’odore sgradevole è generato dalla gleba mucillaginosa contenente le spore che è ubicata sulla parte superiore del carpoforo; il suo scopo è quello di attirare su di sé mosche ed altri insetti che ne resteranno imbrattati e che, di conseguenza, saranno vettori della diffusione delle spore del fungo anche a grande distanza dal luogo di origine.
Sui terreni sabbiosi, con ovulo normalmente ipogeo, cresce la specie simile Phallus hadriani, più piccolo e con il peridio bianco sottoterra e rosso ciclamino al contatto con l’aria. Quest’ultimo, più raro, si trova nelle selve costiere in estate.
Il Phallus impudicus è un fungo non commestibile e poco invitante.
Pur tuttavia, in certi Paesi del nord Europa viene raccolto e consumato allo stato di ovolo ma privato del peridio, quando ancora non possiede l’odore nauseante che lo contraddistingue quando è sviluppato.
Modalità di Preparazione –
Questo fungo viene consumato solo in alcuni Paesi del nord Europa solo quando è allo stato di ovulo ma comunque non è di particolare pregio anche in questo stadio; in ogni caso l’usanza di consumare il fungo nello stadio di ovolo è decisamente da evitare, per le pessime qualità organolettiche di questo fungo e la possibile, per quanto remota, confusione con Amanita phalloides, velenoso mortale.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.