Volvariella volvacea
Volvariella volvacea
La Volvariella, conosciuta anche come fungo di muschio o fungo di paglia (Volvariella volvacea (Bull.) Singer) è un fungo basidiomicete della famiglia delle Amanitaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Fungi, Divisione Basidiomycota, Classe Basidiomycetes, Ordine Agaricales, Famiglia Amanitaceae e quindi al Genere Volvariella ed alla Specie V. volvacea.
Sono sinonimi e binomi obsoleti i termini: Agaricus volvaceus Bull., Amanita virgata Pers., Vaginata virgata (Pers.) Volvaria volvacea (Bull.), Volvariopsis volvacea (Bull.).
Etimologia –
Il termine Volvariella è il diminutivo del genere Volvaria che a sua volta deriva da volva guaina, involucro (variante di vúlva vulva): per la presenza della volva che avvolge il piede del gambo. L’epiteto specifico volvacea proviene da volva guaina, involucro: che presenta alla base del gambo una specie di volva.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Volvariella volvaria è un fungo saprofita alquanto raro allo stato naturale ma che è molto presente nei mercati per la sua coltivazione soprattutto nei Paesi a clima tropicale dell’Asia.
In natura cresce nei prati, ma alquanto raro, e fruttifica nel periodo autunnale.
Riconoscimento –
La Volvariella volvacea si riconosce per avere un cappello di forma da campanulato a convesso, infine involuto e poi piano, con cuticola di colore da grigiastro a grigio-verde e viscida, spesso pelosa e brillante se umida; tende a scurire. Spesso possiede resti della volva.
Le lamelle sono molto fitte, libere e con lamellule; all’inizio di colore bianco e poi col passare del tempo tendono al rosato.
Il gambo è robusto, carnoso, di forma cilindrica e di colorazione biancastra, assottigliato alla base; col tempo tende a tingersi di rosato per l’intercettazione delle spore rilasciate dalle lamelle.
La volva è alquanto ampia e membranosa, di colore bianco-luce o bianco-ghiaccio, o grigio chiaro ma sempre bianca all’interno; è fragile e lobata che spesso residua in frammenti sul cappello.
La carne è di colore biancastro e di consistenza fibrosa, con odore di rafano e con sapore delicato ma anonimo.
Al microscopio si notano delle spore di forma ellittico-irregolare, lisce o appena granulose, di colore carne.
Coltivazione –
La Volvariella volvacea è un fungo che viene coltivato soprattutto in Asia. La sua coltivazione pare che sia iniziata intorno al 1822 in Cina da dove si è diffusa negli altri paesi asiatici.
La coltivazione di questo fungo richiede temperature alte perche nella fase di incubazione è necessario che si arrivi a 35 °C per alcuni giorni. Inoltre per completare la fruttificazione sono necessarie temperature tra 27 e 31 °C.
La coltivazione viene fatta su substrati ottenuti da materiali di scarto come resti di attività agricole, paglia di riso, foglie di banana e segatura, scarti della lavorazione del cotone e della canna da zucchero. Questi materiali dopo una prima fase di compostaggio vengono poi pastorizzati
Per i dettagli della tecnica di coltivazione puoi consultare la seguente scheda.
Usi e Tradizioni –
La Volvariella volvacea è un fungo coltivato e commercializzato a scopo alimentare, soprattutto in Asia ed è utilizzato prevalentemente per la conservazione sott’olio, oppure essiccato.
Questo fungo, soprattutto allo stato embrionale può esser confuso con l’Amanita phalloides, allo stato adulto si distingue per l’assenza dell’anello e dell’ornamentazione a fibrille sul cappello, e per le lamelle rosate a maturazione delle spore.
Anche se commestibile è un fungo di scarso valore, e comunque da non raccogliere per la sua rarità. I preparati derivanti da coltivazione sono commercializzati anche in Italia.
Modalità di Preparazione –
La Volvariella volvacea viene commercializzata spesso sottolio in barattoli riportanti il nome di funghi di muschio. Può essere commercializzato inoltre sotto forma essiccata.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.