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Parco Nazionale del Vesuvio

Parco Nazionale del Vesuvio

Il Parco Nazionale del Vesuvio, identificato con i codici WDPA: 63646 e EUAP: 0009 è stato istituito il 5 giugno 1995 per il grande interesse geologico, biologico e storico che il suo territorio rappresenta. L’area del Parco si sviluppa attorno al complesso vulcanico Somma-Vesuvio. La sede del Parco Nazionale del Vesuvio è nel comune di Ottaviano, in provincia di Napoli.
Il Parco Nazionale del Vesuvio, oltre che di indiscutibile interesse geologico e storico, è nato per salvaguardare i valori del territorio, di applicare metodi idonei a realizzare una corretta integrazione tra uomo e ambiente, di promuovere attività di educazione ambientale e di ricerca scientifica. Questo Parco è stato istituito anche per difendere il vulcano più famoso del mondo: il Vesuvio, tipico esempio di vulcano a recinto costituito da un cono esterno tronco, il Monte Somma, oggi spento con cinta craterica in gran parte demolita entro la quale si trova un cono più piccolo rappresentato dal Vesuvio, ancora attivo. Il territorio, ricco di bellezze storico-naturalistiche, vanta, inoltre, una produzione agricola unica per varietà e originalità di sapori.
L’area del Parco Nazionale del Vesuvio si sviluppa all’interno dei Comuni di: Boscoreale, Boscotrecase, Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre del Greco e Trecase.
Oltre alle uniche emergenze geologiche e storiche questo Parco è caratterizzato dalla notevole presenza di specie floristiche e faunistiche in rapporto alla sua ridotta estensione: sono presenti ben 612 specie appartenenti al mondo vegetale e 227 specie (tra quelle studiate) appartenenti a quello animale.
Il Parco Nazionale del Vesuvio è, infatti, uno scrigno di biodiversità: il mare, la montagna, il vulcano, la varietà dei luoghi, gli splendidi scorci naturalistici, le tante specie di piante, animali, minerali, i tanti paesi ognuno con la propria storia e tradizione, rendono l’area vesuviana uno dei luoghi più affascinanti da visitare.


Flora –
Il complesso vulcanico è stato colonizzato nella sua storia da più di 1000 specie vegetali, considerando quelle estinte e quelle la cui colonizzazione è recente. Recenti studi hanno consentito di accertare che la flora presente oggi nel territorio della Riserva conta 744 entità, di cui solo il 2%, corrispondenti a quindici entità, sono rappresentate da specie endemiche, probabilmente a causa delle numerose ricolonizzazioni che hanno seguito le cicliche eruzioni del vulcano.
Esempi sono la rara Silene giraldi, presente, oltre che sul Vesuvio, anche a Capri ed a Ischia, e la ginestra dell’Etna (Genista aetnensis), un endemita etneo introdotto sul Vesuvio dopo l’eruzione del 1906, che in alcune zone,come nell’Atrio del Cavallo e nella Valle dell’Inferno, forma delle boscaglie impenetrabili.
Il popolamento vegetale è caratterizzato da un elevato numero di specie tipiche dell’area mediterranea, sia per la vicinanza al mare che per l’altezza s.l.m., che raggiunge il suo massimo con i 1281 metri s.l.m. del Gran Cono del Vesuvio.
La flora comprende anche 19 specie accertate di orchidee selvatiche, che per la loro rarità e vulnerabilità sono tutelate dalla Convenzione di Washington (1973), e piccoli nuclei relitti di betulla (Betula pendula), specie relittuale di boschi mesofili che ricoprivano le pendici del vulcano in passato, quando le condizioni climatiche ben più umide e fresche di quelle attuali.

Fauna –
Il Parco, grazie alla sua posizione isolata dall’Appennino ed alla presenza di ambienti mediterranei continentali, costituisce un importante crocevia zoogeografico.
La vicinanza alla fascia costiera, il fatto di essere l’unico rilievo posto al centro della pianura nolana, le favorevoli condizioni climatiche e la grande diversità ambientale ne fanno una importante area di sosta e rifugio per la fauna migratoria ed hanno contribuito all’insediarsi, in un territorio di modesta estensione, di una interessante comunità faunistica; inoltre gli ambienti rurali relittuali di limitata estensione garantiscono la permanenza di specie legate a peculiari microhabitat, e per questo grazie alle risorse destinate dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare alla Direttiva “Biodiversità” l’Ente Parco ha aderito al Progetto di Sistema denominato “Studio della mesofauna nelle aree protette”, con l’intento di approfondire le conoscenze sulla distribuzione di alcune specie nell’area protetta.
La diversità rurale, soprattutto le fasce ecotonali a confine tra i numerosi agrosistemi creano le condizioni favorevoli alla diffusione di specie e popolazioni dentro e fuori l’area protetta; le comunità faunistiche, pertanto, protagoniste anch’esse come la vegetazione di cicliche ricolonizzazioni, tra uccelli, mammiferi, rettili e anfibi rendono il complesso vulcanico un vero scrigno di biodiversità da difendere.

Guido Bissanti




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