Come coltivare il Larice
Come coltivare il Larice
Il Larice è un albero appartenente al genere Larix , appartenente alla famiglia delle Pinaceae. Si tratta di confiere la cui unica specie europea presente in Italia che è il Larix decidua Miller.
Nella flora spontanea italiana ed europea i larici sono le uniche conifere le cui foglie non sono persistenti, che cadono quindi nel periodo invernale.
In questa scheda vedremo come coltivare il Larice, considerando le sue caratteristiche, le necessità e le peculiarità della pianta.
Il larice si presenta con un tronco dritto e diffusi rami orizzontali e può raggiungere anche un’altezza di quaranta metri.
Ha foglie aghiformi che durante il passaggio dalla primavera all’autunno, assumono una colorazione giallo-rossastra che crea delle piacevoli suggestioni cromatiche. La chioma del larice è poco fitta e piramidale.
Il Larice è una pianta di grande longevità, potendo arrivare, negli habitat idonei, ai mille anni, per cui se si pianta un Larice, si può affermare che è per sempre.
Per la coltivazione del Larice si consideri che si tratta di piante che in Italia crescono nelle zone alpine, caratterizzate da estati fresche ed inverni molto freddi, con gelate persistenti; sono piante adattatesi a vivere in condizioni climatiche estreme, che difficilmente possono venire coltivate in giardino in pianura, neppure nel nord Italia, dove le estati sono comunque eccessivamente calde per queste piante che hanno bisogni di zone umide e con climi di tipo alpino, anche se gli esemplari adulti, ormai a dimora da anni, sono ben resistenti al freddo e alla siccità, e possono rimanere senz’acqua per settimane.
Per quanto riguarda l’aspetto estetico, oltre alla sua imponenza il Larice fiorisce prima della comparsa delle foglie, generalmente tra marzo e maggio, con infiorescenze femminili ovali, allungate e di colore rosso e quelle maschili, piccole, corte, di colore giallo ed esteticamente poco rilevanti. Dai fiori maturi, in estate, si sviluppano delle piccole pigne, i frutti del larice, che matureranno durante l’autunno. Questi frutti, grandi da due a quattro centimetri, contengono dei piccoli semi alati.
Per la scelta dell’area dove impiantarlo, anche se il Larice ama luoghi umidi e freschi, ha bisogno però di esposizioni ben soleggiate e al sole diretto. L’ombra, infatti, non solo ne rallenta la crescita, ma provoca anche la precoce caduta dei rami e delle foglie. La pianta, inoltre, anche se una specie tipica delle zone alpine, abituata ai rigori invernali, al vento e al gelo, resiste anche alle alte temperature.
Dal punto di vista pedologico il Larice è una pianta che cresce in qualsiasi tipo di terreno e substrato. Per favorire lo sviluppo degli esemplari giovani appena trapiantati, si consiglia invece un terreno leggermente acido,sciolto, fertile e ben drenato. In aree con suoli a pH più alto, per aumentare l’acidità del terreno, si può interrare un po’ di torba ai piedi della pianta, anche se questa tecnica non va incentivata in quanto è sempre bene far vivere le piante nel loro habitat più idoneo.
Il larice, tranne che per le piante giovani, non necessita di irrigazioni. Le sue radici e la sua chioma riescono, infatti, a sfruttare abilmente l’acqua fornita dalle piogge. Le annaffiature sono necessarie solo occasionalmente per gli esemplari giovani e in caso di estati particolarmente aride e secche.
Per quanto concerne la concimazione va detto subito che questa pianta, se necessario per la presenza di suoli più poveri, va concimato solo in fase di impianto. La messa a dimora della pianta avviene di solito in primavera. In questa occasione, si interra dello stallatico maturo ai piedi del tronco. La concimazione con lo stallatico si può effettuare annualmente, a primavera, per rendere più fertile il terreno. Se questo si presenta già fertile e sciolto, come detto, questo non è necessario.
Per la potatura bisogna considerare che il Larice non deve essere sottoposto a questa tecnica, che in certi casi, ma solo in ambienti forestali, con vegetazioni molto fitte, può rendersi necessaria per aumentare la penetrazione dei raggi solari e condizioni migliori per la comparsa di larici nuovi.
Per la tecnica di propagazione si ricorda che il larice si riproduce solamente per seme. La diffusione della pianta avviene proprio grazie ai semi trasportati dal vento. Dopo la maturazione dei frutti, gli stessi semi si possono interrare in un vaso riempito con torba e sabbia in parti uguali. La semina si effettua a primavera, mentre il trapianto delle piantine in un altro vaso si effettua in autunno, meglio nel mese di novembre e, di solito, nell’autunno successivo alla semina, o, in caso di clima troppo caldo, dopo due anni dalla semina e sempre in autunno.
Per effettuare la messa a dimora definitiva in pieno campo, bisogna attendere almeno sei – sette anni dalla coltivazione in vaso.
Tra le patologie e fitopatie più frequenti del Larice abbiamo soprattutto attacchi fungini, che si manifestano in condizioni di eccessiva umidità e di cattiva insolazione della pianta. Il larice può essere attaccato anche dagli afidi o pidocchi del larice. Questi insetti sono simili agli afidi del cedro e si sviluppano in climi particolarmente caldi e secchi. Talvolta, il larice di alta montagna può essere colpito da un altro parassita, la Zeiraphera diniana, che causa la quasi completa defogliazione della chioma. L’albero, tuttavia, riesce a resistere all’attacco e a riprendersi in breve tempo.