Come coltivare il Rododendro
Come coltivare il Rododendro
Sia l’azalea che il rododendro appartengono al genere Rhododendron L. della famiglia delle Ericaceae.
Si tratta di specie originarie sia della zona euroasiatica che dell’America. Il genere comprende oltre 500 specie, infiniti ibridi e varietà, di piante arbustive, che vanno da 40 a 90 cm, con chiome a portamento aperto, grandi, ruvide, ovali o lanceolate, di colore verde scuro lucido superiormente, più chiare o di colore rugginoso sulla pagina inferiore, con il margine glabro e revoluto, fiori semplici o doppi, dai colori vistosi, campanulati, con lobi a volte ondulati, riuniti in grandi mazzi, alle estremità dei rami.
Queste piante hanno un periodo di fioritura tra la primavera e l’estate, a seconda della specie
Le azalee, che appartengono ai sottogeneri, Pentanthera, rappresentato dal Rhododendron nudiflorum, e Tsutsusi, rappresentato dal Rhododendron tsutsusi, presentano chiome compatte e raccolte e foglie lanceolate di colore verde lucente, con grappoli di fiori dai colori vivaci, di tutte le sfumature del bianco, rosa, rosso, magenta, con alcune varietà a fiori bicolori. Le azalee si distinguono dai rododendri principalmente per le dimensioni, decisamente più ridotte rispetto ai secondi e per le foglie, che nelle azalee non sono persistenti.
In questa scheda vedremo come coltivare il Rododendro seguendo le principali indicazioni agronomiche ed i consigli utili.
Per quanto riguarda l’esposizione ed il clima il rododendro non ama particolarmente la luce del sole diretta, per cui si consiglia di mettere queste piante in zone ombreggiate o, al limite, semiombreggiate.
Per le condizioni climatiche queste cambiano in funzione delle specie che andremo a coltivare. Vi sono alcune specie che amano i climi temperati riuscendo a sopportare solo un paio di gradi sotto lo zero. Vi sono altre specie che, invece , non riescono assolutamente a sopportare il caldo ed i climi miti. Le temperature invernali, in questo caso, non dovrebbero mai superare i 15 °C.
Vediamo adesso il fabbisogno idrico. In generale le annaffiature devo essere molto assidue durante la primavera e l’estate per poi diventare meno frequenti durante l’autunno e l’inverno. Altro buon accorgimento è quello di nebulizzare, ogni giorno, direttamente sulla pianta, dell’acqua non calcarea in quanto il rododendro cresce bene in climi umidi.
Vediamo l’aspetto pedologico. Il terreno di coltivazione deve essere acido e sciolto. In presenza di substrati calcarei è necessario apportare torba con pH acido e sabbia silicea; buona cosa, se si è in zone idonee aggiungere alla terra degli aghi di pino e rametti di conifere.
Per quanto riguarda gli apporti di sostanze fertilizzanti si consiglia di operare al passaggio tra l’inverno e l’inizio della primavera con sostanze organiche ben umificate da miscelare direttamente con i primi strati di substrato.
Infine la potatura. La potatura del rododendro va effettuata in maniera molto leggera cercando di non tagliare mai in eccesso. Il periodo migliore per intervenire è la primavera, quando vanno tagliati i rami che sono cresciuti troppo. La potatura del rododendro ha anche l’obiettivo di regolare la naturale tendenza di questa pianta a crescere in maniera scomposta; con il taglio è possibile cercare di contenere e dare una forma regolare alla pianta.
In riferimento invece alle fitopatie più frequenti sul rododendro queste sono rappresentate soprattutto dall’ oziorrinco e dai ragnetti rossi.
L’oziorrinco si individua facilmente in quanto si manifesta con delle erosioni a semicerchio sul margine della foglia. L’oziorrinco è un coleottero che agisce principalmente di notte e, alle prime manifestazioni si deve agire con prodotti preparati anche in casa a base di aglio.
Per quanto riguarda il ragnetto rosso, questo piccolo acaro si sviluppa soprattutto negli ambienti caldi e molto secchi. La loro presenza si evidenzia con delle ragnatele nella parte inferiore della foglia. Per evitare il proliferare di questi piccoli acari è opportuno mantenere sempre umido la pianta e l’ambiente.