Come coltivare la Forsizia
Come coltivare la Forsizia
La Forsizia appartiene ad un genere di piante (Forsythia Vahl) della famiglia delle Oleaceae molte delle quali originarie dell’Asia orientale (Cina, Corea e Giappone) e con una sola specie (la Forsythia europaea) nativa della penisola balcanica.
In questa scheda vedremo come coltivare la Forsizia, seguendo gli accorgimenti agronomici più utili a questo genere di piante.
Queste piante sono principalmente degli arbusti a fogliame deciduo che raggiungono un’altezza variabile da 1 a 3 m. Fioriscono alla fine dell’inverno prima dell’emissione delle foglie, ricoprendosi di fiori di colore giallo-zolfo. I fiori sono gamopetali, costituiti da una corolla di 4 lobi ed un calice ridotto, con incisure dei lobi molto profonde. Le foglie sono opposte, oblunghe o tondeggianti, a volte seghettate. Il frutto è una capsula plurisperma.
Nei Paesi europei le Forsythia vengono coltivate per puro scopo ornamentale; mentre nei Paesi orientali queste piante vengono coltivate anche per scopi terapeutici.
Per la coltivazione di questa pianta si ricorda che la Forsythia è una pianta molto rustica, che non teme il freddo; per il suo impianto bisogna scegliere una posizione soleggiata o in mezzombra, e si adatta a qualsiasi tipo di terreno, anche se preferisce quelli soffici, ricchi di humus e ben drenati, in quanto gradisce poco situazioni di ristagno idrico.
Per la sua rusticità e le caratteristiche del suo apparato radicale la Forsizia riesce a crescere ed a fiorire anche con i soli apporti idrici delle precipitazioni, anche se nel periodo estivo alcune irrigazioni di soccorso conferiscono maggiore vigoria alle piante.
Questa pianta può essere coltivata anche in vaso; in questo caso richiede, anche se sporadicamente, delle annaffiature periodiche, soprattutto nel periodo estivo. Ricordiamo che la coltivazione in vaso deve garantire, ogni anno il rinvaso, per dare modo all’apparato radicale di accrescersi in maniera idonea. Per tale motivo ad ogni rinvaso le dimensioni del contenitore devono aumentare di alcuni cm di diametro.
L’irrigazione più abbondante dovrà essere eseguita solo dopo la messa a dimora, per consentire un buon approfondimento dell’apparato radicale.
Per quanto riguarda propagazione e moltiplicazione della Forsizia, questa avviene per lo più per talea semi-legnosa, ottenibile tagliando i rami dopo la fioritura, dalla primavera all’inizio dell’estate, o d’inverno, da novembre a fine gennaio.
Successivamente, le talee ottenute, vanno messe a radicare in un substrato composto di torba e sabbia e, una volta spuntate le radici, le nuove piantine potranno essere messe a dimora.
Per la propagazione di questa pianta si può operare anche per margotta; in questo caso bisogna scegliere un ramo lungo e flessibile della pianta, piegarlo fino al terreno e ricoprirlo con terriccio, lasciando emergere la parte superiore; per evitare, che a causa della sua elasticità il ramo fuoriesca dal terreno, ci si può aiutare con una pietra posta sulla parte ricurva nel terreno.
Una volta che sarà comparso e formato l’apparato radicale, si potrà recidere il ramo subito prima delle radici. La giovane piantina potrà essere piantata così in piena terra o in vaso.
La Forsizia è una pianta adatta ad essere coltivata come esemplare isolata ma anche a formare siepi che fioriranno abbondantemente.
Per quanto riguarda gli aspetti fitosanitari la Forsizia è una pianta alquanto resistente; le uniche problematiche possono essere rappresentate da i marciumi radicali che vanno evitati con terreni molto permeabili e più sciolti e da afidi e cocciniglie nei periodi di inizio primavera.
Per il fungo, oltre all’accortezza nella scelta del substrato, in caso di attacco lieve, bisogna tagliare le parti interessate e disinfettare con prodotti specifici il colletto del tronco. Nel caso in cui la pianta viene attaccata seriamente, è bene estirparla, per evitare che il fungo si diffonda, e trattare il terreno con prodotti a base di zolfo, che garantiranno la pianta anche da attacchi di oidio (mal bianco).
Per gli attacchi entomologici è bene non usare fertilizzanti a base di azoto nitrico ma esclusivamente sostanza organica (ottimo ovviamente il letame maturo). I concimi nitrici infatti inteneriscono eccessivamente le parti vegetate della pianta rendendola molto più vulnerabile agli attacchi di insetti ed altri parassiti.