Come potare il Fico
Come potare il Fico
Il fico comune (Ficus carica L., 1753) è un albero da frutto, di provenienza dei climi subtropicali temperati appartenente, della famiglia delle Moraceae.
In questa scheda, viste le peculiarità di questa pianta, vedremo come potare il Fico seguendo gli accorgimenti tecnici più opportuni.
Diciamo subito che l’albero di fico tende ad assumere naturalmente una forma globosa che con interventi adeguati, sia facile da mantenere.
Per arrivare a questa forma d’allevamento bisogna impostare la pianta sin dal suo impianto onde ottenere una impalcatura bassa ed una chioma che sia generata da 3 o 4 branche principali. In queste condizioni un albero di fico allevato può raggiungere una dimensione massima da terra di circa 4 m, con una chioma ampia intorno ai 5 m.
Ricordiamoci che l’ampiezza della chioma viene scelta anche in funzione del sesto di impianto che per questa pianta viene consigliato di 6 metri in quadro.
Un altro aspetto da considerare è la caratteristica produttiva di questa specie. Per questo motivo bisogna distinguere le varietà di fico bifere da quelle unifere. Questa distinzione è importante per decidere le differenti modalità di potatura.
I fichi biferi producono due tipi di frutti: “fioroni” in giugno e “fòrniti” (o fichi veri) in agosto e settembre. Le varietà unifere, invece, non producono fioroni, ma solo fòrniti (che sono più piccoli e più dolci dei fioroni) in estate.
Questa peculiarità comporta, ovviamente, delle differenze nella formazione delle gemme dell’albero.
Per questo motivo, nelle varietà bifere abbiamo una gemma mista all’apice dei rami, che in primavera germoglia. La crescita del nuovo germoglio, all’ascella delle nuove foglie, forma e sviluppa i fichi fòrniti, che saranno pronti per la raccolta nell’estate dello stesso anno. I forniti dunque si trovano alla base del germoglio.
Verso la punta dello stesso germoglio troviamo invece i cosiddetti primordi dei fioroni. Questi primordi hanno la forma di una piccola cupola e produrranno i fioroni nell’anno successivo.
Si avrà così che la differenza con le varietà unifere è che in quest’ultime i primordi dei fioroni non si formano. Dal germoglio che sorge dalla gemma mista presente sull’apice dei rami, nasceranno le foglie, che portano solo i fòrniti che si raccolgono nell’estate dello stesso anno.
Partiamo adesso dalla potatura di allevamento –
Questa tecnica consiste nel cimare il giovane astone della pianta di fico ad 90- 100 cm di altezza da terra.
La cimatura a questa altezza genererà, in prossimità del taglio, le branche principali e altre ramificazioni. Queste vanno lasciate crescere fino all’anno successivo. giunti al secondo anno si sceglieranno i tre rami più robusti (più possibilmente equidistanti tra di loro di 120°) e questi, a loro volta, andranno accorciati a metà della loro lunghezza (quello che si chiama taglio di ritorno).
Nell’ipotesi che questi rami non siano ancora abbastanza robusti, l’operazione di accorciamento deve essere rimandata all’anno successivo; tutti gli altri rami sorti sul tronco, sotto il punto d’impalcatura, andranno eliminati.
Effettuata questa prima operazione, la pianta può essere lasciata libera di crescere nei successivi 2-3 anni. In generale la fase di allevamento della pianta dura quindi dai 3 ai 5 anni.
In ogni caso tutti questi interventi di potatura vanno effettuati nel periodo di fine inverno, quando siamo sicuri che sia oramai lontano il rischio di gelate.
Potatura di produzione –
La potatura di produzione è una tecnica molto meno invasiva e con l’obiettivo di mantenere un equilibrio tra capacità vegetativa e produttiva della pianta.
Vediamo in che cosa consistono le principali operazioni di potatura di produzione del fico:
– eliminazione delle branchette troppo vigorose o in cattiva posizione;
– tagli di ritorno sui rami troppo alti e privi di foglie;
– tagli di ritorno per riequilibrare la chioma;
– eliminazione delle branche secondarie cresciute troppo in basso;
– alleggerimento delle branche più alte;
– eliminazione di rami danneggiati o malati;
– eliminazione dei polloni basali che il fico produce continuamente.
Per quanto riguarda le differenze poi di potatura di produzione tra varietà unifere e bifere, di seguito se ne riportano i dettagli:
– sulle varietà bifere, per massimizzare la produzione di fioroni, si rimuovono le gemme all’apice dei rami di un anno di età. In questo modo si stimola la produzione di nuovi germogli (e quindi fioroni) per l’anno successivo.
– Se invece l’obiettivo è di produrre molti fichi veri (fòrniti), la potatura speciale consiste nell’accorciare di un terzo le ramificazioni che hanno già portato i frutti. Questo tipo di taglio stimola l’albero a formare nuovi e numerosi germogli produttivi, già per l’anno in corso. I fichi veri nascono infatti sulle nuove ramificazioni.
Altri interventi di potatura inoltre si eseguono (sempre nel periodo di fine inverno) per eliminare i rami mal disposti, secchi e malati, e gli eventuali polloni.
In sintesi, quindi, la pianta inizia a produrre intorno al 5° anno dall’impianto, raggiunge la massima produzione (40-60 kg di frutti) dai 30 ai 40 anni e poi, gradualmente, inizia ad avere una resa minore; può sopravvivere sino ai 60 anni e oltre.
Una avvertenza opportuna va fatta poi per l’uso degli attrezzi: che devono essere adeguati (come lama e dimensione al tipo di taglio) e soprattutto preventivamente disinfettati.