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Carica pentagona

Carica pentagona

Il Babaco (Carica × pentagona Heilborn) è probabilmente un ibrido intergenerico tra Carica pubescens e Carica Stipulata che appartiene alla famiglia delle Caricaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Brassicales, Famiglia Caricaceae e quindi al Genere Carica ed alla Specie C. × pentagona.
È sinonimo il termine Vasconcellea × heilbornii.

Etimologia –
Il termine Carica proviene dal latino classico, carĭca, fico di Caria e dal greco antico Καρία Caría, in turco Kariye, in arabo karwija, appartenente alla Caria nell’Asia Minore, per la somiglianza delle foglie a questa pianta. l’epiteto pentagona deriva dal greco πέντε pénte cinque e da γωνία gonía angolo: con cinque angoli o spigoli.
Il termine Babaco proviene invece da una voce di origine ecuadoriana.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Babaco è una pianta originaria dell’America del Sud (altipiani dell’Equador) e viene coltivata anche in Australia, Nuova Zelanda e in piccola misura in Italia. La pianta predilige ambienti con temperature comprese tra i 6 e i 30 °C, umidi e con frequenti piogge. Il terreno deve essere asciutto e privo di ristagni idrici.

Descrizione –
La Carica × pentagona è classificata come un arbusto erbaceo che può raggiungere anche 4-6 metri di altezza, anche se nelle coltivazioni non supera normalmente i 2 metri.
La pianta ha foglie con 5 lobi, con quella centrale a loro volta trilobata, glabra, con lungo picciolo e stipule della base foglia spinosa.
I fori femminili sono solitari, portati da brevi peduncoli, di colore verdastro. Quelli maschili in lunghi gruppi peduncolati. I frutti sono ellissoidi, di dimensioni fino a 50 cm. di lunghezza, con 5 lati prominenti; questi sono di colore giallastro, con polpa bianca e pochi o mancanti semi.
È una pianta a crescita rapida e foglie concentrate nella parte alta.

Coltivazione –
Il babaco è una pianta che si moltiplica facilmente per talea, poiché i frutti spesso non hanno semi. Ha bisogno di umidità nel terreno ed esposizione alquanto protetta dal sole intenso. Il suo frutto è commestibile e coltivato in molte parti del mondo.
In Sicilia viene coltivato sotto serra fredda. È sensibile alla salinità dell’acqua di irrigazione.
Le piante vengono poste a dimora in primavera ed hanno necessità di abbondanti irrigazioni e di concimazione di fondo fosfo-azotata. La produzione inizia già all’inizio dell’estate ed i frutti crescono durante il periodo autunno-invernale e all’inizio della primavera entrano nella fase di maturazione che si protrae per 3-4 mesi.
Per quanto riguarda i dettagli della tecnica di coltivazione si rimanda alla seguente scheda.

Usi e Tradizioni –
La pianta del Babaco, originaria della foresta pluviale montana delle basse Ande in Ecuador e in Colombia è stata coltivata con successo in Paesi con clima simile come la Nuova Zelanda. Con particolari precauzioni viene coltivato nelle isole della Manica, nel Regno Unito ed anche in Italia.
Il frutto è particolarmente apprezzato per l’alimentazione umana e ricorda, nell’aspetto d’insieme, un melone bianco, ma con una sezione tipicamente pentagonale (simile ad un peperone).
Quando è maturo, ha un colore giallo striato di verde e un sapore che ricorda ananas e arancia; può raggiungere il peso di 2 kg. La buccia è sottile e mancano quasi sempre i semi.
Al Babaco vengono attribuite proprietà antinfettive e digestive. Per l’alto contenuto di vitamina C è un ottimo antiossidante e potenzia le difese immunitarie.
I valori nutrizionali del Babaco, che ha un basso contenuto calorico (solo 21 kcal per 100 gr di prodotto) sono dovuti soprattutto al contenuto di vitamina A, C e sali minerali (soprattutto calcio, fosforo e ferro).

Modalità di Preparazione –
La polpa del frutto del Babaco è sub-acida e rinfrescante ed è normalmente consumata fresca, ma anche come succo, composte e pasta di frutta.
Il frutto si conserva molto bene e a lungo in frigo. La polpa del Babaco, che è abbastanza fibrosa, si consuma comunque meglio frullata con limone e zucchero; è molto dissetante, come pure il sorbetto di Babaco e il frullato fatto con aggiunta di limone, zucchero, acqua e ghiaccio. Anche la buccia è commestibile. Può essere consumato al naturale in macedonia con aggiunta di panna o gelato. Il frutto può essere consumato anche acerbo, condito con salse quali curry o chatney, come contorno per piatti a base di carne.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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