Olio di semi di girasole
Olio di semi di girasole
L’olio di semi di girasole è l’olio estratto dai semi della pianta del girasole (Helianthus annuus L.) e dalle sue varie cultivar e modificazioni genetiche create per modificarne la distribuzione degli acidi grassi.
L’olio di semi di girasole secondo la classificazione INCI viene denominato: Helianthus Annuus Seed Oil; le varietà ad alto grado di acido oleico vengono chiamate: Helianthus Annuus Hybrid Oil.
L’olio di semi di girasole è ricco di acidi grassi polinsaturi (40%) in particolare acido linoleico e, se spremuto a freddo, è una fonte importantissima di vitamina E che è un antiossidante, per cui contribuisce a proteggere dai danni ossidativi dei radicali liberi. È molto usato al posto dell’olio di oliva per preparare dolci e piatti salati o maionese vegana per il suo sapore molto neutro. Contrariamente a quello che si pensa, l’olio di girasole non è indicato per la frittura in quanto presenta un punto di fumo molto basso, meno di 130°C. Va usato quindi a crudo e scelto un olio ottenuto da spremitura a freddo per beneficiare degli effetti protettivi della vitamina E.
L’olio di semi di girasole contiene trigliceridi, con un alto contenuto di acido linoleico. Questa elevata percentuale di acidi grassi polinsaturi lo rende molto suscettibile ai fenomeni di ossidazione ed irrancidimento.
Sul girasole coltivato per la produzione dell’olio di semi sono state operate numerose modificazioni genetiche di cui la prima è quella operata nel 1976 in Russia, creando la prima varietà mutante, Pervenets, con alto contenuto di acido oleico. La mutazione, ottenuta chimicamente, comportava un tenore di acido oleico anche superiore al 70%.
Successivamente, con le tecniche di miglioramento genetico tradizionali, negli USA sono stati prodotti molti ibridi, in cui è rintracciabile il gene alto oleico del Pervenets.
Pur tuttavia nonostante siano state sviluppati molte cultivar sia con mutagenesi chimica che con radiazioni, queste varietà si considerano naturali non essendo ottenute con interventi transgenici.
Per l’alta variabilità delle cultivar, delle condizioni pedoclimatiche e delle tecniche di coltivazioni, la composizione dell’ olio di semi di girasole può variare notevolmente. Ci sono diversi oli di girasole con composizione differente. I principali sono:
– SO, olio di semi di girasole, Helianthus annuus;
– SOHO, olio ad alto tenore di acido oleico da semi di una varietà derivata dal girasole;
– SOMO, olio a medio tenore di acido oleico da semi di una varietà derivata dal girasole.
La distribuzione di acidi grassi dell’olio di girasole a medio oleico è alquanto simile a quella dell’olio di oliva. L’olio di semi di girasole contiene anche steroli, lecitina, tocoferoli, carotenoidi e cere.
L’olio di semi di girasole è liquido a temperatura ambiente. L’olio raffinato è trasparente, ha un colore ambrato e leggero odore grasso. La densità a 20 e 25 °C è compresa tra 0,918 e 0,923 kg/dm³ e l’indice di rifrazione a 20 °C è compreso tra 1,472 e 1,476.
L’olio di semi di girasole viene usato per friggere, comportandosi come un tipico olio vegetale composto di trigliceridi. Le varietà con numero di iodio più basso, come l’olio di girasole ad alto contenuto in acido oleico, resistono meglio alle alte temperature.
Altre applicazioni ed usi si hanno nel campo cosmetico dove l’olio di semi di girasole viene impiegato come emolliente ed ammorbidente della pelle.
A differenza dell’olio di olivo dove l’estrazione è ottenuta per processi fisici (gramolatura, spremitura, ecc.) l’estrazione dell’olio di sei di girasole, come per gli altri oli di semi, è possibile solo attraverso solventi o applicando una pressione molto alta, che produce alte temperature. Questo causa un “danno da calore”, ovvero la creazione di composti indesiderati che alterano l’olio. Per avere un olio commestibile, questi composti indesiderati prodotti dal trattamento termico ed altre impurità presenti nel seme devono essere rimossi. L’olio viene quindi ulteriormente trattato, decolorato, deodorato attraverso vari trattamenti chimici e fisici per raffinarlo. Per di più piccole tracce dei solventi di estrazione e lavorazione rimarranno come residui nell’olio di semi.