Quercus petraea
Quercus petraea
Il Rovere (Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. ) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Fagaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Fagales, Famiglia Fagaceae e quindi al Genere Quercus ed alla Specie Q. petraea.
Sono sinonimi i termini: Quercus sessiliflora Salisb. E Quercus sessilis Ehrh.
Etimologia –
Il termine Quercus proviene dalle parole celtiche ‘kaer’ e ‘quer’ (bell’albero), cioè ‘l’albero per eccellenza’, da cui quercus, nome dato già dai latini a questa pianta sacra a Giove. L’epiteto specifico petraea deriva da petra pietra: cioè specie delle pietraie.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Rovere è un albero originario dell’Europa occidentale e centromeridionale, in un areale che va dall’Europa centrale a quella nord-orientale, anche se è meno esteso di quello della Farnia. In Italia si trova nelle vallate alpine e prealpine e nell’Appennino. In Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia cresce in boschi mesofili la sottospecie Q. petraea subsp. austrotyrrhenica. Nei pressi di Umbertide (PG), esiste un bosco di rovere, di probabile origine artificiale.
Il suo habitat è quello del piano collinare e montano inferiore (300–1100 m), dove però, a causa dell’antropizzazione degli ultimi secoli, è stato introdotto al suo posto il castagno.
Descrizione –
Quercus petraea è una specie arborea che può raggiungere i 40 metri d’altezza, con una chioma che tende ad espandersi verso l’alto. Ha un tronco diritto che diviene poi più contorto negli esemplari vecchi. La corteccia diventa presto rugosa, grigio bruna, con vistosi solchi longitudinali. Le foglie sono semi-decidue, semplici, con lamina obovato-allungata e margine lobato con lobi arrotondati. È una pianta monoica con fiori unisessuali. Il frutto è una ghianda sessile, oblunga di 1-2 cm, liscia di colore bruno uniforme, con cupola che la ricopre in parte e formata da squame ovate, lanceolate, embriciate, piane dorsalmente e strettante appressate di 1-2 mm. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Coltivazione –
Il Rovere è una pianta ama i luoghi pietrosi e ben drenati ed ha una lieve preferenza per i substrati acidi. È tollerante alla siccità grazie al suo apparato radicale profondo, a differenza della farnia, che tollera un ristagno idrico di 100 giorni consecutivi. Teme le gelate tardive.
Il Rovere, come tutte le querce, ama le esposizioni soleggiate, che servono per la maturazione delle ghiande. La pianta giovane, invece, per svilupparsi, necessita di un’esposizione a mezz’ombra. Il clima ideale per la coltivazione dell’arbusto è temperato e umido. L’ideale sarebbero piogge distribuite regolarmente durante tutto l’anno, specialmente durante la stagione vegetativa. L’albero resiste anche alle basse temperature ed ha una resistenza alla siccità davvero esemplare. Infatti, grazie al suo lunghissimo e robusto apparato radicale, riesce a penetrare in profondità nel terreno e ad assorbire l’acqua della falda freatica sotterranea.
La moltiplicazione del Quercus petraea avviene con la semina delle ghiande. Queste, entro due mesi dalla raccolta, devono essere interrate su vasi da porre all’aperto, con semina in autunno o in primavera. Le piantine si trapiantano poi nel terreno e dopo due o tre anni possono essere definitivamente messe a dimora. Se piantate in una zona riparata, le nuove piantine si mantengono verdi anche in inverno. La messa a dimora della pianta può avvenire sempre a primavera o in autunno, ma su terreni scavati a ottanta o cento centimetri di profondità e con un buon drenaggio.
Per la crescita della pianta con fusti diritti e senza difetti si opera la cosiddetta potatura di allevamento che consiste nella defogliazione delle piante che presentano dei difetti. Nel frattempo, si deve effettuare la sarchiatura del terreno, operazione che consiste nel tagliare e rimescolare lo strato superficiale del suolo per favorire l’aerazione delle radici. L’albero adulto, invece, va potato per limitare l’espansione della chioma. Questa, estendendosi troppo, tende a togliere luce alle piante e agli alberi vicini.
Usi e Tradizioni –
Il Quercus petraea cresce in boschi ma difficilmente puri, inoltre si differenzia dalla roverella per le maggiori dimensioni del fusto e per il lato inferiore della foglia che si presenta glabro. È invece molto simile alla Farnia con cui si ibrida spesso dando origine a degli alberi di difficile determinazione. Presenta comunque una chioma più aperta della Farnia, con rami patenti più dritti. Una quercia dalla discreta longevità può raggiungere 500-800 anni d’età e le dimensioni massime definitive vengono raggiunte intorno ai 120-200 anni.
Il legno di Rovere è uno dei più pregiati, viene impiegato per le pavimentazioni, per mobili, botti d’invecchiamento di vini e liquori, ecc.; si tratta di un legno molto simile a quello della farnia ma più denso, dal quale non risulta distinguibile. È inoltre un ottimo combustibile, è anche utilizzato per la produzione di carbone.
Modalità di Preparazione –
Il Rovere, oltre agli utilizzi forestali, per la produzione del pregiatissimo legno e come combustibile non ha oggi altri particolari impieghi alimentari o farmaceutici.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.