Quercus ithaburensis subsp. macrolepis
Quercus ithaburensis subsp. macrolepis
La Quercia vallonea (Quercus ithaburensis subsp. macrolepis (Kotschy) Hedge & Yalt.) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Fagaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Fagales, Famiglia Fagaceae, Genere Quercus, Specie Q. ithaburensis, Sottospecie Q. i. macrolepis.
È sinonimo il termine Quercus macrolepis Kotschy .
Etimologia –
Il termine Quercus deriva da quercus, nome latino della quercia, pianta sacra a Giove. L’epiteto specifico ithaburensis è in riferimento al monte Thabor (Israele), zona d’origine di queste piante. Il nome della sottospecie macrolepis proviene dal greco μακρόϛ macrós grande, lungo e da λεπίϛ lepís squama: con grandi squame.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Quercia Vallonea è una pianta originaria delle regioni mediterranee sudorientali e di Israele ed è presente dall’Italia fino al Medio Oriente e all’Asia Minore. In Italia è presente solo in due zone, a Tricase in Puglia e a Matera in Basilicata. Il suo habitat tipico è quello dei suoli calcarei dove forma boschi misti con leccio, quercia spinosa e roverella.
Descrizione –
La Quercus ithaburensis subsp. macrolepis è una specie arborea che può crescere fino a 15 metri di altezza, con una chioma espansa di colore verde scuro. Il tronco è diritto e ramificato, con impalcatura a non molta distanza da terra in grossi rami tortuosi, con scorza di colore grigio-brunastra, screpolata e fessurata in piccole placche. I rametti di ultimo ordine sono ricoperti di un fitto tomento grigiastro. Le foglie permangono sulla pianta fino alla primavera dell’anno successivo; sono alterne e lunghe fino a 10 cm, con un picciolo lungo fino a 4 cm e con lamina ovato-oblunga con margine un po’ lobato (3-7 lobi) che terminano in un dente subaristato.
I fiori sono monoici con fioritura nel mese di aprile. Il frutto è una ghianda solitaria o in gruppi di 2-3, grande 4 x 2 cm, che matura il secondo anno ed è protetta da una cupola semisferica con larghe squame.
Coltivazione –
La Quercia vallonea è una pianta eliofila e xerofila che prospera in un clima mediterraneo con elevate piogge autunnali e su terreni calcarei poveri, in campi e boschi aridi. Non è una specie rustica. Per la propagazione della Quercia vallonea si parte dal seme subito dopo la raccolta, come per tutte le querce, anche perché i semi perdono velocemente la loro vitalità. La messa a dimora dei semenzali va effettuata in giovanissima età (entro i due anni) dato che il suo apparato radicale non tollera assolutamente i disturbi. In alternativa la semina può essere effettuata direttamente a dimora proteggendo le ghiande e le piantine da topi e scoiattoli. Può sopportare ombreggiamenti parziali solo nella fase giovanile. Questa quercia non va potata in quanto dà il suo meglio se lasciata libera di espandersi e crescere come preferisce, ma in caso si renda necessaria una potatura la pianta non ha problemi a sopportarla.
Usi e Tradizioni –
La Quercus ithaburensis subsp. macrolepis è una pianta che cresce bene in climi come esemplare isolato in contesti molto ampi. Si tratta di una specie tipica dei boschi aridi su suolo calcareo, forma boschi misti con leccio, quercia spinosa e roverella.
Per quanto riguarda la sua introduzione in Italia si ipotizza che tali piante siano state importate dai monaci basiliani giunti nel sud d’Italia e nel Salento e che il suo nome derivi da Vallonia, città della Dalmazia, regione dove tali piante abbondano. Oggi in Italia è presente in poche centinaia di esemplari, che formano a volte dei boschetti.
Alcune varietà selezionate hanno ghiande dolci e commestibili e per molti secoli sono state usate per l’alimentazione umana.
Le cupole invece possono contenere fino al 50% di tannino di ottima qualità che venivano commercializzate con il nome di “vallonea” con un ampio e redditizio mercato per la concia delle pelli, fino a che la concorrenza del tannino di castagno, che era venduto a prezzo molto più basso, non ha sostituito definitivamente la coltivazione di questa specie.
Modalità di Preparazione –
Oggi la Quercia vallonea non ha più utilizzi alimentari o per l’estrazione del tannino; rimane solo come specie con un interessante valore ecologico e paesaggistico. Non riveste inoltre particolari impieghi in campo farmaceutico.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.