Phloeomyzus passerinii
Phloeomyzus passerinii
L’Afide lanigero del pioppo (Phloeomyzus passerinii Sign.) è un piccolo Afide appartenente alla famiglia Aphididae.
Sistematica –
Questo insetto dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Superphylum Protostomia, Phylum Arthropoda, Subphylum Hexapoda, Classe Insecta, Sottoclasse Pterygota, Coorte Exopterygota, Subcoorte Neoptera, Superordine Paraneoptera, Sezione Rhynchotoidea, Ordine Rhynchota, Sottordine Homoptera, Sezione Sternorrhyncha, Superfamiglia Aphidoidea, Famiglia Aphididae e quindi al Genere Phloeomyzus ed alla Specie P. passerinii .
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Afide lanigero del pioppo vive esclusivamente sul pioppo, sviluppando, nel corso dell’annata, oltre 10 generazioni ed è diffuso praticamente in tutte le aree dove cresce o viene coltivata questa pianta.
Morfologia –
L’Afide lanigero è un piccolo Afide di colore grigiastro, più o meno intenso a seconda dello stadio di sviluppo, che vive in colonie; queste colonie infestano il fusto e le grosse branche del Pioppo.
Le Attere virginopare hanno il corpo di colore verde giallastro ricoperto di una secrezione cerosa, antenne con 5 o 6 articoli. Lunghezza del corpo 1,90 mm. Le Alate virginopare hanno il corpo con capo e torace bruni e per il resto di aspetto nocciola tutto ricoperto di cera. Torace con ali ialine che differenziano venature brunastre. Addome con sifoni a forma di poro e codicola brevissima subtriangolare. La lunghezza con le ali è di 2 mm.
Le colonie sono ricoperte da una secrezione cerosa biancastra, di aspetto lanoso, che mette in evidenza le infestazioni stesse sugli organi attaccati.
Attitudine e Ciclo biologico –
L’Afide lanigero del Pioppo sverna allo stadio di femmina adulta, riparandosi negli anfratti della scorza della pianta. In primavera riprende l’attività originando un numero di generazioni primaverili-estive che oscilla mediamente tra 10 e 15; queste generazioni si svolgono sempre e solo sugli organi legnosi del Pioppo. In luglio le giovani neanidi cessano di accrescersi e si rifugiano in screpolature del tronco e delle radici per trascorrere l’inverno. Raramente questo periodo è trascorso da uova durevoli, perché insolita è la presenza degli anfigonici.
La saliva dell’insetto esercita un’azione tossica sui tessuti corticali portandoli a morte insieme a quelli legnosi sottostanti; infatti il danno è determinato dall’attività trofica degli Afidi che avviene sulla corteccia; i tessuti corticali attaccati reagiscono all’inoculo della saliva, che contiene sostanze tossiche, deformandosi lievemente, formando necrosi con lievi lesioni cancerose sia alla scorza che in parte si stacca, sia ai tessuti sottocorticali. La pianta attaccata manifesta un lento ma progressivo deperimento della parte aerea ed una maggiore recettività ai patogeni del legno (Carie e Cancri).
Sono determinanti, ai fini dell’attacco dell’Afide lanigero del Pioppo, le condizioni climatiche; in particolare la temperatura e l’umidità relativa dell’aria. Gli attacchi più gravi portano al collasso di parte o di tutta la pianta, seguiti spesso dalla rottura del fusto ad opera del vento. Si sottolinea inoltre che i pioppi “caroliniani”, ad esempio, posseggono una elevata resistenza all’afide, mentre i “canadesi” sono generalmente sensibili. Inoltre bisogna evitare, per quanto possibile, ombreggiamento e scarsa ventilazione che si creano quando le chiome entrano in contatto.
Ruolo Ecologico –
La lotta contro il Phloeomyzus passerinii deve tenere conto del tipo di impianto e per le finalità della coltivazione del pioppo. Nella produzione per rapido accrescimento si fa purtroppo uso spesso anche di fertilizzanti nitrici di sintesi che andrebbero banditi in quanto rendono più suscettibili le piante. La lotta diretta si esegue, in primavera verso il mese di maggio e tenendo conto del contesto produttivo in cui si opera (vivaio o pioppeto); la tecnica di esecuzione prevede un campionamento che determini la presenza di eventuali nuove colonie infestanti che possono provocare un’esplosione massiccia del fitofago.
I trattamenti vengono diretti agli organi legnosi (fusto e branche) che devono essere ben bagnati. Si possono fare trattamenti solo con Oli bianchi o, in caso di infestazioni gravi, attivati con Fosforganici. Questi trattamenti, in considerazione che anche questi Afidi sono oggetto di predazione/parassitismo, devono tenere conto anche dell’eventuale presenza di una biocenosi utile che sia in grado di contenere l’esplosione delle epidemie.
Quando si è di fronte a pioppi “canadesi” si deve intervenire al primo apparire delle colonie, quando ancora queste non sono protette da una spessa coltre cerosa.
Tra i cloni più noti sono resistenti ‘Lux’, ‘San Martino’, ‘Neva’, ‘Dvina’ e ‘Lena’. Sono invece sensibili i diffusissimi ‘I 214’, ‘BL Costanzo’ e ‘Boccalari’. Nelle aree più frequentemente soggette alle infestazioni del parassita è raccomandabile la coltivazione di cloni resistenti.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.