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Glossario Ecologico

Alofite

Alofite

Le piante alofite o alofile sono piante che vivono in ambienti ricchi di Sali. Il termine alofita proviene dal greco ἅλς “sale” e ϕυτόν “pianta.
Per alofita si intende comunemente una particolare vegetazione terrestre rappresentata da poche famiglie di cormofite e composta di piante assumenti determinati caratteri morfologici e anatomici, che culminano in una fisionomia pronunciatamente xeromorfica, in dipendenza dalla ricchezza del substrato in sali solubili.
Le alofite sono specie vegetali dotate di particolari adattamenti morfologici o fisiologici che ne consentono quindi l’insediamento su terreni salini o alcalini o presenza di acque salmastre.
Generalmente, concentrazioni nei suoli di cloruro di sodio superiori all’1% sono tossiche per la maggior parte delle piante. Le piante alofite, al contrario, per crescere in maniera ottimale richiedono una concentrazione dell’1-2%. La natura chimica di questi sali sembra essere fino ad un certo punto indifferente (carbonato, cloruro, solfato di sodio, solfato di magnesio), cosicché la vegetazione alofitica assume, in qualunque punto del globo, sulle coste o nell’interno dei continenti, e a qualunque altezza sul livello del mare, un aspetto uniforme.

Comunque sia, la caratteristica di queste piante consiste nell’elevata resistenza alla siccità, nella capacità di assorbire l’acqua a potenziali molto bassi, di accumulare sali nei tessuti o di eliminarli con uno specifico apparato ghiandolare, di ridurre l’intensità della traspirazione, di resistere a cospicui assorbimenti soprattutto di sodio.
Per adattarsi a queste condizioni, spesso estreme, le piante alofite attuano dei meccanismi che possono essere sintetizzati come segue:
– lo sviluppo di resistenza all’entrata del cloruro di sodio nella cellula (presente in varie specie di Artemisia);
– l’accumulo del cloruro di sodio entro i vacuoli cellulari (tipico di molte specie di Chenopodiaceae, esempi sono la salsola e la salicornia);
– l’eliminazione del cloruro di sodio mediante cellule secretrici presenti nel fusto e nelle foglie (utilizzato da varie specie di Limonium ed un esempio sono le foreste di mangrovie).
Hanno carattere particolarmente alofilo le famiglie delle xhenopodiacee, Aizoacee, Plumbaginacee, Portulacacee, Tamaricacee, Frankeniacee, Rizoforacee, Zigofillacee; senza escluderne parecchie altre, meno generalmente adattate all’alta salinità del substrato, anche se possiedono qualche specie particolarmente favorita sotto questo rapporto.
L’habitat delle piante alofite è quello dei suoli che, per fenomeni di risalita capillare o per inondazioni periodiche o permanenti, accumulano cloruro di sodio e altri sali neutri oppure sali basici del sodio (carbonato e bicarbonato di sodio). Queste condizioni si hanno soprattutto nei deserti, in particolare nei deserti salati, nelle zone umide costiere (stagni, paludi salate e lagune). Possono inoltre rientrare nella composizione della vegetazione psammofila, anche se non sono essenze esclusive di queste associazioni.




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