Proprietà ed usi del Giusquiamo nero
Proprietà ed usi del Giusquiamo nero
Il Giusquiamo nero (Hyoscyamus niger L.) è una specie erbacea velenosa, annua o biennale, della famiglia Solanacee. Si tratta di una pianta che in passato è stata usata per i suoi effetti farmacologici. In questa scheda vedremo proprietà ed usi del Giusquiamo nero ma anche la sua pericolosità. Si tratta infatti di una specie piuttosto rara ma esclusa dall’uso erboristico per la sua tossicità, in quanto è caratterizzata dalla presenza di alcaloidi atropinici, in modo particolare della scopolamina, diventata famosa per essere usata come anticinetico contro il mal di mare e il mal d’auto.
È conosciuta anche come fava porcina o, con i termini più dialettali, come pilingella, erba apollinaria, erba da piaghe, cassilagine, dente de vecia, cungarelle, folla de opus.
Questa pianta ha un fusto che può arrivare all’altezza massima di un metro, caratteristico per la presenza di peli setosi e vischiosi, che gli donano una colorazione biancastra. La radice è fusiforme e lunga, con diverse ramificazioni e le foglie sono anch’esse pelose, ovate e pennatifide. I fiori sono in spighe terminali con una colorazione gialla screziata di venature violacee. La corolla è campanulata con 5 lobi ben evidenti. Il frutto è una capsula con numerosi semi, che fuoriescono da una apertura circolare. Questi sono piccoli, scuri e, come molti altri semi, di forma reniforme.
La pianta può essere coltivata soprattutto con la varietà biennale, in quanto risulta più grande e sviluppata rispetto a quella annuale, che ha foglie, pochi fiori e frutti. Nel suo primo anno la varietà biennale produce solamente foglie; nel secondo anno crescono anche fiori e frutti. Si tratta di una specie che preferisce i suoli a granulometria leggera (sabbiosa) ma ricchi di sostanze organiche; per questo motivo all’inizio della primavera è bene operare una concimazione organica che conferisce una buona struttura al terreno ed una riserva equilibrata di elementi nutritivi. Durante l’estate va irrigata costantemente in modo che il terreno non divenga mai troppo secco e duro.
Bisogna evitare le concimazioni azotate in quanto inteneriscono la pianta che va così maggiormente soggetta ad attacchi di insetti ed in particolar modo della dorifera.
Per la raccolta si procede tagliando gli apici della pianta che rappresentano le sommità. Si può procedere a mano o per mezzo di macchinari opportunamente impostati. Se devono raccogliere i semi si procede con la selezione dei frutti maturi e solo successivamente, in un locale opportuno, vengono separati e avviati alla lavorazione.
La droga del giusquiamo iscritta nella Farmacopea Ufficiale italiana sono le foglie essiccate, con o senza la presenza delle sommità fiorite; in alcuni casi vengono usati anche i semi.
I principali principi attivi del Giusquiamo nero sono degli alcaloidi; L-josciamina, josciamina, atropina e scopolamina. Questi ultimi due alcaloidi per idratazione vengono scissi in acido tropico e oscina. Sono presenti altresì: un eteroside amaro chiamato joscipicroside, un olio etereo, acido ascorbico, colina, stearina, amido, gomma e mucillagine oltre ad una serie di Sali quali quelli di calcio, potassio e magnesio.
Il Giusquiamo nero viene anche utilizzato per la preparazione di sigarette antiasmatiche. Infatti l’azione spasmolitica della muscolatura liscia si esplica anche a livello dei bronchi, attenuando in questa maniera gli spasmi asmatici. Altri usi, come accennato, sono quelli come anticinetico per il mal di mare. In questo senso si utilizzano le doti della scopolamina, molecola famosa poiché è il principale principio attivo che viene utilizzato per far passare la cinetosi, o mal di mare, o mal d’auto. Incorporata in gomme da masticare o in dei cerotti dermici, la scopolamina previene o fa passare le nausee dovute ai movimenti di auto, nave, treno e aereo.
In ogni caso i prodotti a base di questa pianta, per la loro tossicità, vanno utilizzati solo dietro consulto e prescrizione medica. Per questo motivo il Giusquiamo nero è una pianta da non utilizzare come rimedio casalingo; infatti è inserita nella lista delle piante prescrivibili solo da medici e la sua vendita è possibile solo in farmacia. Inoltre il suo utilizzo negli integratori alimentari, di cui fanno parte anche i prodotti erboristici, è vietato. Nel caso di avvelenamento da giusquiamo si hanno sintomi simili a quelli provocati dalla Belladonna.
Nell’antichità e nel Medioevo questa pianta aveva la fama di erba magica ed era usata come narcotico o per favorire la pioggia.