Come coltivare la Rosa canina
Come coltivare la Rosa canina
La rosa canina (Rosa canina L., 1753) è la specie di rosa selvatica più comune in Italia, frequente nelle siepi e ai margini dei boschi. Viene chiamata anche rosa selvatica o rosa di macchia.
Si tratta di una pianta dal portamento cespuglioso che presenta un robusto apparato radicale che la tiene ben ancorata al terreno. L’importanza di questa pianta è legata alla sua rusticità ed al fatto che la parte aerea inferiore della pianta è formata da rami eretti dai quali si sviluppano numerosi rametti ricadenti, ottimi per costituire siepi più o meno alte. I fiori sono delicatamente profumati e generalmente di colore rosa pallido o rosa acceso, solitari o riuniti in corimbi. Il colore dei cinorrodi (i falsi frutti) vira dal verde tenue al giallo arancio passando infine al rosso rubino a completa maturazione. In questa scheda vedremo come coltivare la Rosa canina, soprattutto per costituire delle persistenti siepi o muri verdi rampicanti.
Intanto sottolineiamo subito che la rosa canina predilige i luoghi soleggiati ma si adatta benissimo anche in luoghi semiombrosi. Ha un’elevata rusticità anche per il tipo di suolo ma questo non deve avere ristagni altrimenti la pianta ingiallisce facilmente (per via di alcuni marciumi radicali) fino a poter deperire. Per quanto riguarda l’irrigazione questa è necessaria soprattutto nel primo anno di vita finché le radici non si approfondiscono; dopodiché è necessario intervenire solo nel periodo estivo ogni 20-30 giorni nei periodi di siccità prolungata e con quantitativi d’acqua tali da penetrare in profondità.
La concimazione va effettuata in reimpianto con un compost o, meglio ancora, letame maturo; per gli anni successivi si deve intervenire sempre con sostanza organica all’inizio della primavera, avendo cura di spargere il concime un po’ in profondità ed avendo cura di ricoprire con uno strato di terra. Prima della ripresa vegetativa, nel periodo di fine inverno, effettuare una leggera potatura accorciando i rami dell’anno precedente di un terzo della lunghezza. Un intervento straordinario va invece fatto ogni 3-4 anni, potando alla base i rami vecchi per favorire l’emissione di quelli nuovi.
Per quanto riguarda la riproduzione si ricorda che la rosa canina si riproduce per seme o per talea. Si possono ottenere delle piantine, in vivaio, seminando i ricettacoli degli arbusti selvatici; successivamente quando i giovani arbusti hanno due o tre anni, si mettono in piena terra nel periodo primaverile. Se si parte invece da talea, questa si ottiene nel periodo settembre-ottobre prelevando i getti laterali di un anno lunghi 15 – 20 cm, avendo cura di usare coltelli ben affilati e disinfettati. Queste talee si fanno radicare in un miscuglio di sabbia e torba e a radicazione avvenuta si allevano in singoli contenitori per 2 – 3 anni, dopo di che si trapiantano sempre nel periodo primaverile.
La rosa canina fiorisce nel periodo di giugno luglio e, in climi più miti, anche ad agosto. La rosa canina può essere coltivata anche in vaso; in piena terra invece, nella costituzione delle siepi, impiantare le piante di rosa canina a distanza di 1,5-2 metri sulla fila. Tra le avversità di questa pianta ricordiamo soprattutto: ruggine, oidio o mal bianco, clorosi fogliare, marciume delle radici; per quanto riguarda gli insetti teme soprattutto gli afidi. Il primo criterio agronomico per tenere più lontano queste avversità è di non tenere la pianta in suoli troppo umidi, poco soleggiate e, soprattutto, di non utilizzare fertilizzanti azotati di sintesi. All’inizio della primavera si possono fare dei trattamenti preventivi (ma anche coadiuvanti) a base di equiseto e di macerato di ortica.
Ricordiamo che le bacche fresche possono essere impiegate nella preparazione di una marmellata dal gusto delicato; le bacche essiccate, opportunamente conservate, si possono usare per la preparazione di ottimi infusi e tisane.