L’acido linoleico
L’acido linoleico
L’acido linoleico (o acido allcis-9,12-ottadecadienoico), al cui formula chimica bruta è C18H32O2 è un acido carbossilico diinsaturo a 18 atomi di carbonio della serie omega-6. È un liquido incolore ed il suo punto di fusione e a -5 °C.
In natura l’acido linoleico si trova in tutti gli oli vegetali ma è abbondante in alcuni di questi, tra cui in particolare nell’olio di semi di cannabis, nell’olio di cartamo, nell’olio di girasole ed in misura minore nell’olio di mais, nell’olio di soia ed in altre piante. Oltre che nel mondo vegetale è presente in alcuni grassi di origine animale.
L’acido linoleico è uno dei precursori chimici che il corpo usa per creare endocannabinoidi. Nell’organismo umano, inoltre, l’acido linoleico è il bio precursore della sintesi di acido arachidonico, anch’esso un acido grasso essenziale in quanto la sua biosintesi endogena non è in grado di soddisfare il fabbisogno dell’organismo. Inoltre l’’acido linoleico viene convertito in acido arachidonico e prostaglandine.
Questo acido viene oggi studiato soprattutto nel ruolo della prevenzione o nel trattamento di diverse malattie. Tra gli altri ruoli, alcuni studi lo indicherebbero come utile nell’abbassamento della colesterolemia, agendo sull’assorbimento intestinale del colesterolo.
Secondo le fonti LARN (Livelli di Assunzione Raccomandata di Nutrienti per la popolazione italiana), l’apporto di acidi grassi essenziali omega 6 deve costituire il 2% delle chilocalorie totali; inoltre il rapporto tra omega 6 ed omega 3 dovrebbe essere almeno 6:1, o ancora meglio 4:1; tuttavia, si è stimato che nell’alimentazione italiana il rapporto tra omega 6 ed omega 3 è compreso tra 10:1 e 13:1.
Un eccesso invece di assunzione di acido linoleico, a discapito dell’acido alfa linolenico potrebbe aumentare il rischio per malattie di origine infiammatoria/autoimmune, quali aterosclerosi, malattie cardiovascolari, artrite reumatoide, osteoporosi, disordini dell’umore, cancro, diabete e obesità. Inoltre l’assunzione di elevate dosi di acido linoleico (>20% delle calorie totali), nel breve termine può provocare danni metabolici e funzionali anche importanti: formazione di lipoperossidi tossici, che sono delle molecole estremamente nocive per il fegato, specie in assenza di adeguati livelli di antiossidanti ed alterazioni della funzione immunitaria.