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Ruolo del fosforo nelle piante

Ruolo del fosforo nelle piante

Il fosforo (P) è uno degli elementi più importanti nel metabolismo delle piante in quanto rientra nella costituzione sia degli acidi nucleici (RNA e DNA) e dei fosfolipidi (che costituiscono le membrane cellulari), sia nel ruolo del metabolismo cellulare (ATP, GTP, NADPH ecc.). La necessità di fosforo nelle piante è proporzionale alle attività metaboliche; è maggiore nel periodo estivo, quando l’attività metabolica è più rilevante, ed inferiore in quello invernale, quando il metabolismo è al minimo.
Nei suoli il fosforo proviene primariamente dalla disgregazione della roccia madre ma anche dalla sostanza organica presente nel terreno. Se proviene dalla matrice minerale avremo fosforo nelle forme inorganiche: cioè ioni H2PO4- e, in minor concentrazione, HPO4–. Se proviene dalla matrice organica il fosforo si rende disponibile tramite l’assorbimento, per mezzo di attività batterica. Gli ioni fosfatici presenti nel terreno vanno a legarsi con altri cationi, come il calcio, il ferro, l’alluminio, per costituire i cosiddetti fosfati, che sono sostanze poco solubili che, non sono prontamente disponibili per le piante, ma impediscono, in questo modo, le perdite per lisciviazione consentendo il rilascio graduale del fosforo.

Le forme di fosforo prontamente disponibili per le piante sono:
– fosfati della soluzione circolante, prontamente disponibili per essere assorbiti dalle radici;
– fosfati adsorbiti da sostanze colloidali, tramite legami deboli, come humus ed argilla e che sono in equilibrio con quelli disciolti nella soluzione circolante e rilasciati gradualmente;
– fosfati in solubilizzati (retrogradazione), costituiti da quella frazione di fosforo trattenuta dal suolo mediante legami chimici più forti e non utilizzabili dalle piante.
Per questo motivo anche i metodi di analisi del suolo vanno spesso a determinare le forme disponibili piuttosto che il fosforo totale, che può non darci le informazioni utili per lo stato di fertilità del suolo relativamente a questo elemento.
La massima disponibilità dei fosfati si ha quando il pH è intorno a 6,5; man mano che il pH sale verso valori più alcalini si ha il fenomeno dell’ insolubilizzazione, con formazione di fosfati di calcio; se il pH invece è più acido si formano fosfati di ferro e di alluminio più disponibili per le piante. Una ulteriore influenza del pH si ha nei riguardi dell’attività dei microrganismi che decompongono la sostanza organica; questi trasformano il fosforo organico in fosforo minerale disponibile per l’assorbimento radicale. Valori ottimali del pH per il processo di mineralizzazione microbico del fosforo si hanno intorno a pH 7. Per l’assorbimento del fosforo è poi fondamentale la presenza di micorrize, in quanto le ife fungine riescono ad esplorare una notevole massa di terreno, ramificandosi nei composti umiferi ricchi di fosforo. Ecco perché gli indiscriminati trattamenti antifungicidi vanno ad incidere sulla fertilità dei suoli e perché la disponibilità delle forme organiche di fosforo (che sono le forme più prontamente utilizzabili) non deve essere compromessa da tecniche agricole senza fondamenti e conoscenze di ecologia.
Nei casi di carenza di fosforo le piante hanno una crescita rallentata, con foglie piccole, verde bluastro e spesso con macchie. Gli steli, le foglie e le nervature diventano più o meno rossastri a partire dai bordi e dal retro. Le foglie vecchie diventano scure e arricciate e i bordi si incurvano. In casi di grave carenza le foglie sviluppano grandi macchie viola scuro che diventano poi bronzee, secche raggrinzite e cadono. La carenza aumenta nei suoli argillosi o acidi, e quella più comune è quando il substrato ha un livello di pH superiore a 7. Con un livello di pH sotto a 5,8 e con eccessi di zinco e ferro, i fosfati risultano non assimilabili dalla pianta.
Nei casi di carenza le piante sono molto sensibili alle malattie e muffe, con una crescita inusuale dei meristemi apicali. Le piante possono metterci settimane a manifestare l’eccesso. La carenza si manifesta con sintomi simili alla carenza di zinco.




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