L’asparagina
L’asparagina
L’asparagina è un amminoacido polare e non essenziale, chirale ed è l’ammide dell’acido aspartico. L’enantiomero L è uno dei 20 amminoacidi ordinari che entrano nella costituzione delle proteine. Il nome asparagina proviene dal fatto che è stata isolata per la prima volta da estratti di asparago. Le proprietà diuretiche degli asparagi derivano in parte dalla capacità che ha l’asparagina di irritare l’epitelio renale. In origine si pensava che il tipico odore che assumono le urine, di chi ha mangiato asparagi, era dovuto ad alcuni suoi metaboliti. Successivamente si è compreso che oltre alla notevole produzione di N-metilurea, il fenomeno è dovuto anche ad alcuni composti solforati contenuti dagli asparagi.
L’asparagina è presente in dosi maggiori in alcune piante; per esempio nella parte esterna del caffè, nei germogli degli asparagi ed anche nelle patate (ma anche nel pollame, nei frutti di mare e in altri comuni alimenti).
L’asparagina nella forma libera è necessaria per la formazione di acrilammide, una sostanza tossica volatile che si produce in quantità crescenti con la temperatura e i tempi di cottura. Non è nota invece la formazione di acrilammide con la cottura a vapore.
Un’altra caratteristica legata all’asparagina è che risulta attivamente captata dalle cellule di alcuni tumori, che la usano per la replicazione cellulare. In passato, l’enzima asparaginasi di origine batterica, era uno dei farmaci impiegato nella cura palliativa di alcune leucemie. Questo enzima degradava l’asparagina in acido aspartico e ioni ammonio; in questo modo privava le cellule leucemiche di un loro nutriente essenziale.
Un altro utilizzo dell’asparagina è quello per il trattamento dei postumi da ubriacatura. Questa molecola è infatti necessaria per il metabolismo dell’alcol. L’aspargina inoltre, insieme alla glutammina ed alla creatina, si può ritrovare tra i preparati che vengono somministrati in caso di astenia organica o durante lunghe convalescenze.
Di recente la rivista scientifica Nature ha pubblicato uno studio che è stato condotto da oncologi. Lo studio ha evidenziato che l’asparagina, nei casi di persone affette da tumori al seno, favorisce la diffusione di metastasi. La sperimentazione è stata condotta anche bloccando l’attività di questa sostanza, o riducendone drasticamente il consumo; si è potuto appurare che il numero di tumori secondari nei roditori è calato drasticamente: la propagazione di cellule maligne alle ossa, al cervello e ai polmoni è una delle principali cause di morte in pazienti con questo tipo di tumore.
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