Mangifera indica
Mangifera indica
Il mango (Mangifera indica L., 1753), è una specie arborea fruttifera della famiglia delle Anacardiacee.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico il mango appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Rosidae, Ordine Sapindales, Famiglia Anacardiaceae e quindi al Genere Mangifera ed alla Specie M. indica.
Etimologia –
La parola “mango” deriva dalla voce indiana mángo, a sua volta proveniente dalla parola Tamil maangai e poi attraverso il Malayalam fino al portoghese manga; il suffisso féro, dal latino portare: che produce frutti simili a quelli di un mango. L’epiteto indica per la presunta origine indiana.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La pianta di Mangifera indica cresce in tutto l’arcipelago delle Bahamas. È originario dell’India ma è ampiamente coltivato come albero da frutto nelle zone tropicali e subtropicali.
Descrizione –
L’albero del mango è sempreverde, ramoso, e può raggiungere 35-40 metri, con una chioma fino a 10 metri di diametro. Ha una corteccia resinosa e di colore rosso, foglie alternate semplici, lunghe 15-35 centimetri e larghe da 6 a 16. I fiori, di colore bianco rosato, sono in pannocchie terminali lunghe 10-40 centimetri. Pochissimi dei fiori sviluppano il frutto, che presenta anche una cascola elevata. Il frutto richiede da tre a sei mesi per maturare, a seconda delle cultivar; è di forma ovoidale, di colore verde, giallo, rosso, oppure un miscuglio di questi colori, con polpa compatta giallo-arancio, profumata e gustosa con peso medio intorno ai 300-350 gr, fino a 1000 gr, con un nocciolo che occupa buona parte del frutto e con forma ovaloide.
Coltivazione –
Per la tecnica di coltivazione consulta la seguente scheda.
Usi e Tradizioni –
Il Mangifera indica è di origine indiana e fin da tempi remoti ha avuto una rilevante importanza: appare in molte leggende indiane e tutt’oggi viene considerato sacro dagli Indù, e usato come ornamento per i loro templi. Questa specie fu introdotta nel IV secolo a.C. nell’est asiatico e, a partire dal X secolo d.C., si diffuse nell’Africa orientale. Nel Seicento i portoghesi esportarono il Mangifera indica in America del Sud. Oggi, il mango, viene coltivato in quasi tutti i paesi tropicali e nei paesi subtropicali con climi con inverni senza gelate. Coltivazioni si hanno nel sud della Spagna, dell’Italia. Alcune cultivar di scarsa vigoria vegetativa vengono commercializzate come piante ornamentali da vaso, pur mantenendo la capacità di produrre frutti di buone qualità organolettiche. Il gusto del mango maturo è generalmente dolce, con sapore e consistenza che variano a seconda delle cultivar. Il mango può essere consumato acerbo e cotto. Il frutto, se acquistato acerbo, si conserva a temperatura ambiente fino a quando non diviene morbido e poi lo si consuma al naturale privandolo della buccia. Il frutto può causare dermatiti in alcuni individui con reazioni variabili. Il mango è il frutto nazionale dell’India, del Pakistan e delle Filippine.
Modalità di Preparazione –
Il mango oltre al consumo fresco è ampiamente usato in cucina. Il mango acerbo insieme con altri ingredienti forma il chutney, che è un condimento molto diffuso in India per accompagnare la carne. Viene consumato anche crudo con sale o salsa di soia. Col mango si prepara una bibita estiva rinfrescante chiamata panna o panha. Atra bibita è l’Aamras, fatta con mango e zucchero o latte che viene bevuta accompagnata col pane. Con i frutti di mango disidratati, ripiegati e tagliati si ottengono delle barrette simili a quelle di guava e disponibili in alcuni paesi. Il frutto maturo è anche aggiunto a prodotti come il muesli, mentre il frutto acerbo può essere mangiato col bagoong (specialmente nelle Filippine), salsa di pesce o un pizzico di sale. Ovviamente per le sue caratteristiche il mango viene usato per fare succhi, nettari, e per dare sapore o essere il principale ingrediente in sorbetti e gelati.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.