Come coltivare la Lavanda vera
Come coltivare la Lavanda vera
La lavanda (Lavandula angustifolia Miller) è una pianta perenne sempreverde che trova adattamento ai diversi climi. La lavanda può essere coltivata abbinata anche ad altri arbusti che danno vita ad una piacevole composizione di sfumature colorate. Tempi addietro, questa pianta era considerata un simbolo di diffidenza, in quanto i campi con la presenza di questo arbusto erano i luoghi preferiti dai serpenti, per questa ragione i contadini “diffidavano” dall’attraversarli.
Ma è una pianta molto frequentata soprattutto da api e calabroni.
Il terreno preferito dalla lavanda deve essere ben drenato, non troppo fertile né troppo acido, ma argilloso e ricco di calcare. In genere la lavanda si coltiva in pieno sole perché è una pianta che ama molto il caldo (tale caratteristica chiaramente varia da specie a specie). La moltiplicazione della lavanda avviene per seme o per talea, la seconda è la più usata. La moltiplicazione per seme si effettua in primavera mettendo i semi in pieno campo. Quella per talea si effettua dopo la fioritura, verso la fine del periodo estivo e consiste nello staccare delle talee di circa 15 cm, facendo attenzione a staccare anche una parte di legno, dai rami non fioriti della pianta principale.
Come per altre piante, utilizzate sempre un coltello ben affilato e pulito, onde evitare di infettare la pianta. A questo punto si devono eliminare le foglie più basse e mettere la parte che si è tagliata dentro della polvere in grado di formare le radici; sistemare le talee in un terriccio mescolato con torba e sabbia grossa, quest’ultima necessaria per favorire il drenaggio dell’acqua perché, come molte altre piante da noi descritte, anch’essa teme i ristagni idrici. Ora bisogna inserire le talee nella cassetta o nel vaso, quindi procederemo col praticare tanti buchi quante sono le talee a nostra disposizione e ricopriamo il tutto con della plastica per mantenere costante l’umidità del terreno. Sarebbe comunque opportuno, ogni tanto, controllare il terreno. Quando i nuovi germogli saranno spuntati, levate la copertura di plastica e collocateli in luogo riparato da vento e freddo, ben esposti alla luce.
La lavanda è adatta anche per la coltivazione in vaso, il diametro deve essere di circa 40-50 cm, come per gli altri tipi di coltivazione, necessita di un terreno ben drenato; va rinvasata nel momento in cui le radici fuoriescono dai fori sottostanti il vaso. Il rinvaso è consigliabile farlo nella stagione autunnale, il nuovo vaso dovrà essere, naturalmente, di dimensioni maggiori.
La lavanda va concimata all’inizio della stagione primaverile, con dello stallatico maturo oppure con del fertilizzante adatto alle piante fiorite. La pianta della lavanda non predilige terreni troppo umidi e, come detto, non gradisce i ristagni di acqua, quindi bisogna fare attenzione a non fornire quantitativi di acqua eccessivi, a tal fine sarà opportuno lasciare che il terreno si asciughi completamente prima di procedere ad una nuova innaffiatura. Naturalmente, sempre con molta attenzione, bisogna aumentare l’apporto di acqua nei periodi di maggior caldo o di siccità.
La lavanda, come visto, fiorisce nel periodo estivo, dopo di esso si può procedere alla fase della potatura che consiste nel tagliare tutti gli steli che hanno prodotto fiori e riassettare la cima della pianta. Se ci fossero piante deboli si potrà effettuare una potatura più pesante lasciando uno stelo di soli pochi centimetri, in modo la favorire la nuova germogliazione della pianta.
Il periodo di raccolta dei fiori è l’estate, si possono impiegare freschi o essiccati. Se si volessero usare i fiori per ricavarne l’olio essenziale, una volta recisi bisognerà lavorarli immediatamente. Se essiccati all’ombra si conservano poi in scatole di latta a chiusura ermetica per preservarne il profumo.
Per quanto riguarda le avversità, oltre ad afidi, coccinigli e bruchi, la lavanda è attaccata anche da funghi; per esempio, in presenza di macchie bianche ci si potrebbe trovare di fronte alla contaminazione da Septoria, un fungo molto pericoloso; in questo caso bisogna eliminare le parti infette e diminuire il grado di umidità. Un altro problema causato da funghi come Rosellinia e Armillaria, è il marciume radicale. La pianta cresce in modo lento, le foglie ingialliscono e le radici diventano scure. Bisogna disinfestare il terreno. Infine il Botrytis cinerea è un fungo che fa ammuffire i germogli, questo attacco subito dalla pianta è tipico della stagione umida.
Come al solito gli accorgimenti per combattere queste avversità devono essere più di natura preventiva attraverso tecniche di coltivazione idonei e controllo dell’umidità e delle condizioni di crescita.