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I funghi che si possono coltivare

I funghi che si possono coltivare

La coltivazione dei funghi oltre ad essere una tra le più interessanti attività agricole attira, da sempre, anche l’interesse e la curiosità di chi vorrebbe coltivarli per consumo personale ed hobbistico. In questa scheda esplicativa diremo quali sono i funghi che si possono coltivare, e quali no, e le motivazioni che stanno alla base di tale questione. Intanto per entrare un po’ più nel merito di questa materia dobbiamo iniziare a dire che i funghi si dividono in due grosse categorie: i funghi saprofiti e quelli simbionti. Intanto la stessa etimologia dei due termini ci può chiarire gli aspetti fondamentali. Col termine saprofita, dal greco σαπρός (saprós) “marcio” e φυτόν (phytón) “pianta”, si indicano quegli organismi che si nutrono di materia organica morta o in decomposizione. Ciò significa che i funghi saprofiti per poter crescere e svilupparsi hanno bisogno di un substrato in decomposizione da cui traggono nutrimento. Sono detti simbionti invece gli organismi che vivono obbligatoriamente un rapporto con altri organismi viventi e non per forza traggono reciproco vantaggio della vita in comune. Quindi i funghi simbionti, per poter crescere e svilupparsi hanno bisogno di un altro organismo (ne nostro caso una pianta) con cui, oltre ad un habitat specifico, devono stabilire il rapporto di simbiosi.

Per questo motivo è molto più semplice coltivare funghi saprofiti in quanto, basta trovare la giusta composizione di materia organica in decomposizione ed il microclima idoneo, per poterli coltivare. La coltivazione dei funghi simbionti invece risulta più complessa perché oltre a dover ricreare il giusto habitat (cosa che è più complessa) bisogna stabilire il rapporto di simbiosi con la pianta idonea. Chiaramente poi quando parliamo di coltivazione ci riferiamo ai macromiceti. In estrema sintesi possiamo dire che i funghi prendono origine dalle spore, dalle quali si generano le ife (piccole radici chiamate anche micelio) dalle quali, in condizioni microclimatiche e idonee si genera il corpo fruttifero che è fungo macroscopico che vediamo. Tra i fughi che si possono coltivare annoveriamo –
Le Orecchie d’Elefante (Pleurotus gen.): la coltivazione, anche intensiva, non è difficile. Il Pleurotus predilige substrati semplici quali paglia di grano sminuzzata e segatura impastata con acqua, pastorizzata e infine inoculata (seminata). Questo fungo è possibile coltivarlo inoculando parti di tronco di Quercia, Pioppo, Salice o Gelso e fruttifica durante tutto l’inverno.
I Pioppini o Piopparelli: è una specie saprofita piuttosto adattabile che si presta molto bene alla coltivazione artificiale, su ceppi di latifoglie (es. pioppo , salice, quercia, olmo e sambuco) parzialmente interrati ed umidi, con particolari accorgimenti. Possono inoltre esser utilizzati anche i substrati indicati per Pleurotus ma con una maggiore attenzione alla costante umidificazione e alla temperatura di qualche grado superiore (attorno ai 20°C).
I Prataioli (Agaricus pratensis): per coltivare i prataioli sarà sufficiente munirsi di una o più cassette di legno (tipo fruttivendolo) impermeabilizzate con plastica, da riempirsi con terriccio pre-compostato da letame equino, paglia e altri residui vegetali. Il micelio può essere comperato e inoculato quando le temperature sono attorno ai 25°C. A questo punto occorre tenere umido il substrato (non zuppo) e l’ambiente di crescita ombreggiato e non ventilato, la temperatura ottimale è di 23 °C. Superato il periodo di incubazione (15 giorni) avremo un raccolto ogni circa 10 giorni fino a esaurimento del substrato.
I Champignons (Agaricus bisporus): la coltivazione segue le stesse indicazioni dei “parenti stretti” prataioli e presenta una produttività indicativa del 5% rispetto al peso del materiale inoculato e colonizzato dalle ife fungine.




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