Erica carnea
Erica carnea
L’Erica carnea (Erica carnea L. ) è una pianta spontanea perenne della famiglia delle ericacee.
Sistematica –
L’Erica carnea, dal punto di vista sistematico, appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Ericales, Famiglia Ericaceae e quindi al Genere Erica ed alla Specie E. carnea.
Etimologia –
Il termine carnea fa riferimento al colore dei fiori molto simile a quello della carne viva e deriva dal latino carō, carnis; l’epiteto Erica (come tutte le ericaceae) deriva invece dal greco ἐρείκω ereíko tritare, sbriciolare: per l’habitat di sfasciumi.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Erica carnea è caratteristica perché forma dei cuscini fioriti per il suo sviluppo soprattutto in larghezza. È una specie tipica delle Alpi, degli Appennini settentrionali ed Alpi Apuane e vive a quote fino ai 2500 m s.l.m., soprattutto nei prati, nei pascoli, sui pendii rocciosi e soleggiati e nelle zone luminose al limitare dei boschi di conifere.
Descrizione –
L’Erica carnea è caratterizzata da un fusto sottile e legnoso da dove spuntano foglioline aghiformi dal colore verde vivo (ma anche di color bronzeo o giallo scuro, in particolari condizioni di esposizione alla luce), che lo ricoprono per la sua totalità. L’erica carnea si contraddistingue per il fusto strisciante sul terreno, alta fino a 40 cm. Possiede fiori riuniti in grappoli apicali di colore rosa più o meno sfumato con la forma della corolla che richiama quella di una botte. La fioritura si ha da febbraio a giugno. Si tratta di una specie suffruticosa, spesso come erbacea, sempreverde e aghifoglia. L’Erica carnea è una pianta molto resistente al freddo tanto che non è rado vedere i fiori rosei che spuntando dalla nella neve, a fine inverno, annunciano la primavera.
Coltivazione –
L’Erica carnea essendo una pianta particolarmente rustica può essere coltivata con facilità; per questo viene considerata una pianta colonizzatrice e per rinaturalizzare ambienti particolarmente degradati. È una specie molto apprezzata dalle api ed il miele che si ottiene dal suo polline è particolarmente pregiato.
Usi e Tradizioni –
I fiori di questa pianta sono officinali e la pianta è medicinale. Hanno proprietà diuretiche molto forti e servono per la preparazione di tisane urinarie. Questi hanno inoltre azione antisettica dovuta alla presenza di arbutina; vengono usati spesso in casi di cistiti, specie quelle prostatiche e preferiti ad altri preparati, in quanto non tossici. Visto l’ottimo miele che si può ricavare sarebbe interessante produrre quello monoflorale ma è difficile perché questi piccoli arbusti sono presenti solo in aree ristrette, per cui andrebbero coltivati in aree più vaste.
Modalità di Preparazione –
Con l’Erica si possono preparare tisane per uso interno o infusi per uso esterno; un’altra applicazione è quella di aggiungere i fiori all’acqua del bagno con effetto calmante dei dolori causati dai reumatismi. Inoltre gli impacchi locali preparati con le foglie essiccate decongestionano la pelle infiammata. Nell’uso dei preparati di Erica, bisogna stare attenti perché, anche se non sono tossici, vanno evitati in caso di insufficienza epatica od ipersensibilità accertata verso uno o più componenti.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.