Come fare l’Innesto ad anello
Come fare l’Innesto ad anello
La tecnica dell’innesto si perde oramai nella notte dei tempi e come si sia scoperto il modo di innestare non di certo documentabile con dati storici o scientifici; rimane però il fatto che dalla scoperta della tecnica dell’innesto si è compreso gradualmente che con differenti piante e differenti condizioni fenologiche la tecnica dell’innesto può essere adattata, modificata o migliorata. In questa breve scheda presentiamo come fare l’Innesto ad anello (o a zufolo). La tecnica è abbastanza semplice ma richiede una precisione spesso maggiore degli altri tipi di innesto e la fase fenologica (presenza di linfa circolante sufficiente) più adatta per operare questo tipo di innesto. Per questa operazione dovete dotarvi di un coltello da innesti molto tagliente e con le lame preventivamente disinfettate con prodotti antifungicidi. La procedura consiste nello staccare dal portainnesto un anello o un quadrato (pezza) di corteccia che verrà sostituito da una porzione di corteccia di medesime dimensioni e provvisto di gemma proveniente dalla pianta che si desidera propagare.
È importante che bisogna ricavare un anello di corteccia contenente la gemma dalla pianta madre, facendo attenzione a non rovinare le zone cambiali che devono andare in contatto. L’esecuzione prende inizio con l’operazione di distacco della corteccia del portainnesto e della preparazione di un anello staccato dalla pianta che si vuole innestare di identiche dimensioni. A questo punto si deve inserire l’anello nel portainnesto con la punta della gemma rivolta verso l’alto (per rispettare le polarità). Una volta inserita la gemma, e verificata la perfetta adesione tra le due zone cambiali, bisogna legare con rafia e proteggere con mastice allo stesso modo di come si opera con gli altri innesti.
La legatura deve essere stretta, ma non deve comprimere troppo, e la gemma da cui dovrà emergere il nuovo getto lasciata libera.
Se le operazioni sono state condotte con la dovuta attenzione, noterete, nel breve giro di una decina di giorni (dipende anche dalla specie) l’ingrossamento della gemma e l’emissione dei primi abbozzi fogliari.