Come coltivare le Orchidee in casa
Come coltivare le Orchidee in casa
Le Orchidacee (Orchidaceae Juss., 1789) sono una famiglia di piante dell’ordine delle Orchidales ed i cui fiori sono comunemente chiamati orchidee. Si tratta di piante erbacee perenni, alcune delle quali sono in grado di assorbire dall’acqua presente nell’ambiente le sostanze necessarie alla loro sopravvivenza tramite le radici aeree (autotrofia) e capaci anche di nutrirsi assimilando sostanze da organismi in decomposizione (saprofite).
Su queste piante sono state operate innumerevoli selezioni e rappresentano forse in assoluto le piante da fiore più ricercate ma anche più delicate da coltivare. Sono infatti delle piante che devono trovare particolari condizioni di luce, acqua e terreno e che in casa, a maggior ragione, è più complesso trovare. Pur non di meno in questa guida vedremo come coltivare le Orchidee in casa. La prima cosa da sapere è che se la vostra casa è esposta a nord, e quindi con poca luce, è quasi impossibile coltivarle; le orchidee devono trovarsi in condizioni di luminosità, anche se parzialmente, tutto l’anno.
Per questo motivo la prima preoccupazione è di posizionare la pianta di orchidee in una stanza soleggiata esposta a sud, evitando però i raggi diretti del sole e lontane da fonti di calore diretto (che provocano ingiallimento delle foglie). Se invece le foglie tendono ad accartocciarsi e non si formano più germogli, significa che l’esposizione alla luce è poca. Anche per quanto riguarda l’irrigazione va fatta poco e spesso (evitando di aggiungere acqua se il terreno è ancora umido). Si consiglia di innaffiare con un diffusore intorno al vaso; inoltre l’acqua per l’irrigazione deve contenere pochissimi sali (l’ideale sarebbe usare acqua piovana) e sicuramente non usare acqua di rubinetto, in quanto il cloro contenuto in essa rappresenta il peggior nemico delle orchidee. L’ideale è un’acqua ottenuta tramite un apparecchio di osmosi inversa, con pochissimo calcare, neutra o leggermente acida; in caso di acqua calcarea noterete che tutte le foglie iniziano ad ingiallire (è bene comunque far effettuare un’analisi dell’acqua). In questo caso sarà necessario aggiungere dei fertilizzanti liquidi a base di ferro. Per la cura della pianta e l’allontanamento dei parassiti pulite accuratamente le foglie tutti i giorni in modo da eliminare la polvere e dare massima superficie foto sintetizzante. Altro aspetto importante è la temperatura: sotto i 20 °C le orchidee non vegetano più bene manifestando questo sintomo con macchie sulle foglie ed anche sui fiori. Per la scelta del vaso poi optate per un vaso trasparente; le radici e la pianta ne avranno molto giovamento. Infine la pulizia dei fiori; questi non vanno mai recisi ma lasciati sulla stessa pianta fino a quando cadranno spontaneamente. Particolare cura dovete porre poi nella concimazione delle orchidee. Per evitare sperimentazioni fai da te conviene acquistare dei fertilizzanti appositi per orchidee in fiale pronti all’uso; questi sono studiati per le orchidee coltivate in ambiente domestico. Le fialette contengono già le istruzioni per la concimazione; basterà seguirle. Se avete seguito bene tutte queste indicazioni e siete già arrivati al momento del rinvaso, allora è possibile procedere alla divisione dei cespi; praticamente dalla vecchia pianta di orchidea potrete ottenerne due o tre. Vediamo come procedere: per prima cosa irrigare abbondantemente il substrato ed estrarre la pianta dal vaso sollevandola delicatamente; a questo punto eliminate le foglie vecchie basali dalla colorazione marrone; per effettuare la divisione, usate un coltello sterilizzato a lama larga con il quale dividere l’apparato radicale nel punto scelto per la divisione della parte aerea. A questo punto eliminate gran parte del vecchio terriccio e le radici secche. Prima di trapiantare nel nuovo vaso (che dovrà avere un diametro di 5 cm superiore al precedente) ponete della ghiaia non calcarea alla base di questo e riempite la restante profondità con un terriccio apposito per orchidee. Nel porre le nuove piante nei nuovi vasi bisogna fare attenzione a coprire le radici fino al colletto con una miscela apposita di sfangno e osmunto (radici di felce) oppure con cortecce di pino o di abete; questa operazione va rifatta più volte dopo alcuni giorni in quanto il terriccio tenderà a scendere stabilizzandosi. Se tutto è andato per il verso giusto il prossimo rinvaso può essere eseguito dopo 4 o 5 anni.