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Amanita ovoidea

Amanita ovoidea

L’Amanita ovoidea (Bull.) Link (1833), conosciuta come “Farinaccio” per l’aspetto farinoso delle sue parti, o anche Ovolo bianco, è un fungo assai vistoso per la sua taglia e di facile riconoscibilità.

Sistematica –
Il Farinaccio dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Fungi, Phylum Basidiomycota, Classe Basidiomycetes, Ordine Agaricales, Famiglia Amanitaceae e quindi al Genere Amanita, Sottogenere Amidella e Specie A. ovoidea.

Etimologia –
Il termine ovoideus proviene dal latino che significa “a forma di uovo”, per il suo aspetto da giovane (dal latino ovum = uovo, dal greco eìdos = somiglianza).

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Amanita ovoidea si può trovare sotto aghifoglie (Pinus spp.) e latifoglie (Quercus spp.) ed è molto frequente nelle zone calde, al di sotto dei mille metri. È un fungo che predilige terreni sabbiosi e calcarei e fruttifica nel periodo tra l’estate e l’autunno.

Descrizione –
L’Amanita ovoidea è munita di un cappello di 10-12 cm, carnoso, in principio sferico o ovoidale e poi convesso, alla fine più o meno aperto, a margine grosso, di solito frangiato sul bordo da un velo farinoso, bianco, leggermente viscoso. Le lamelle sono fitte, ineguali, ventricose, arrotondate. Il gambo di 8-15 x 2-5 cm è grosso, cilindrico o leggermente ingrossato in alto ed in basso, pieno, fioccoso oo farinoso e bianco. Possiede un anello con consistenza di crema. Volva ampia, alta, carnosa, membranosa, molto persistente, a metà libera e spesso lobata, bianca o arancio-mattone. La carne è bianca, grassa e consistente con odore forte e non gradevole e con sapore poco rilevante. Le spore sono bianche in massa, ellittiche di 9-12 x 6,5-7,5 micron.

Coltivazione –
Non coltivato.

Usi e Tradizioni –
Questo fungo si può scambiare facilmente con la tossica Amanita proxima; alcuni ritengono infatti che i recenti casi di intossicazione registrati siano imputabili a quest’ultima specie. In alcuni parti d’Italia, come in Toscana l’Amanita ovoidea è considerata un buon fungo commestibile e come tale consumato, anche se il suo aroma particolare e il suo sapore dolce non sono graditi a tutti. In tempi piuttosto recenti si sono verificati alcuni casi di intossicazione che inizialmente erano stati imputati al consumo di detta specie: secondo diversi micologi, invece, il responsabile di tali eventi sembrerebbe essere l’Amanita proxima, specie morfologicamente simile. Siccome non esistendo conferme a tale versione, si consiglia prudenza nella raccolta.

Modalità di Preparazione –
Viene preparato un po’ come le altre amanite commestibili sia fresco che sott’olio.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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