Come coltivare il Cavolo cappuccio in maniera biologica
Come coltivare il Cavolo cappuccio in maniera biologica
Il cavolo cappuccio (Brassica oleracea var. capitata L.) è una pianta biennale, varietà di Brassica oleracea; in questo contributo vedremo come coltivare il Cavolo cappuccio in maniera biologica.
La pianta del cavolo cappuccio assomiglia a quella della verza. Di fatto esistono molte varietà di cavolo cappuccio, le cui differenze più interessanti sono il colore (verdi, rossi o viola) e il ciclo colturale (varietà a semina primaverile e altre a coltivazione autunnale).
Il cavolo cappuccio è una specie che predilige climi più freddi, piovosi; infatti vegeta bene intorno ai 15-16 °C teme il caldo eccessivo e resiste bene al freddo. Pur se è un ortaggio invernale però esistono alcune varietà, come detto, a ciclo primaverile.
Per coltivare questo ortaggio è bene essere in presenza di suoli neutri e ben drenati; è comunque un ortaggio che si adatta molto bene a molte situazioni ma ha bisogno di suoli organici; per questo motivo l’apporto di letame maturo o compost non deve assolutamente mancare prima della preparazione del letto di semina. Il periodo di semina (se varietà invernale), anche in funzione della latitudine può andare da gennaio a settembre. Le varietà primaverili si seminano a gennaio o febbraio in semenzaio riscaldato oppure tra marzo e aprile. Le varietà autunnali si seminano a giungo e da fine luglio fino a tutto settembre quelli invernali. Per la semina si consiglia il semenzaio negli appositi contenitori con trapianto dopo 40-60 giorni. Con questa tecnica si evitano le fallanze della semina di pieno campo. Per i sesti si consigliano distanze di 50 cm tra le piante e 60-70 tra le file. Per il cavolo cappuccio è utilissima la tecnica della pacciamatura che, oltre a far richiedere meno acqua di irrigazione, da un notevole contributo al contenimento delle infestanti, e ad una integrazione organica a fine ciclo ed evita il danneggiamento delle radici superficiali con le sarchiature e zappettature. Nel merito dell’irrigazione si consiglia di non bagnare mai le foglie della pianta.
Altro consiglio che vi diamo è quella di consociare questa pianta, possibilmente in file binate, con pomodoro, peperone, melanzana, patate e legumi che diminuiscono gli attacchi di cavolaia infastidita soprattutto dalle solanacee. Non piantare mai il cavolo cappuccio in successione a se stesso ma spettare almeno tre anni.
Il cavolo cappuccio si raccoglie quando il cespo ha raggiunto una buona dimensione e risulta compatto e sodo al tatto; comunque si può consumare in qualunque periodo (anche se non troppo piccolo) ma si sceglie la fine del ciclo vegetativo per un raccolto più abbondante.
Per quanto riguarda le malattie del cavolo cappuccio si ricordano soprattutto l’ernia del cavolo, l’alternaria, la peronospora e il marciume nero. Tra gli insetti ricordiamo la cavolaia, gli afidi e la mosca del cavolo. Se avete a disposizione preparati a base di equiseto potrete dare una buona protezione sia insetticida che fungicida alla pianta.
Si ricorda che da questo ortaggio si possono ottenere svariate ricette tra cui, una delle più note, è quella dei crauti.