Come coltivare gli asparagi in maniera biologica
Come coltivare gli asparagi in maniera biologica
Per coltivare l’asparago (Asparagus officinalis L.) è importante sapere che questa pianta impiega qualche anno per entrare in produzione, per cui bisognerà programmarla attentamente. L’asparago predilige un clima mite, senza eccessi di freddo o di caldo, ben soleggiato e non troppo esposta al vento. Il terreno deve essere ben drenato, e di medio impasto o leggero. Per quanto attiene alla concimazione, visto che l’impianto deve persistere per più anni è bene effettuare una buona concimazione di fondo con sostanza organica (letame ben maturo o compost). Per l’impianto si può partire da seme o dalle cosiddette “zampe”. È evidente che, anche se più costoso, partire dalle zampe (acquistabili nei vivai) consente di accelerare l’entrata in produzione.
Le zampe si interrano nel terreno da inizio primavera fini ad aprile. Partendo da seme si deve preparare un semenzaio in primavera per trapiantare le piantine nel mese di giugno. Il sesto di impianto consigliato è di 30-40 cm tra le piante e di un metro tra li file, scavando circa 30 cm per porre a dimora la sostanza organica, dopodiché le piantine o le zampe si ricoprono parzialmente con la terra. Subito dopo l’impianto si procede ad una abbondante annaffiatura per agevolare radicamento e sviluppo delle radici. Dopo l’impianto si effettuano le normali operazioni di sarchiatura (o di pacciamatura vegetale che consigliamo), irrigazione senza toccare i turioni che dovranno svilupparsi durante il primo anno. In autunno poi si tagliano gli steli ingialliti e si procede ad un’ulteriore letamazione e/o pacciamatura per proteggere e nutrire piante e radici. Nel secondo anno poi, a partire da marzo, si procede all’interramento della precedente pacciamatura, ad un leggero rincalco e a ricoprire il terreno con una nuova pacciamatura vegetale, quindi si irriga a necessità lungo tutto il periodo di maggiore evapotraspirazione.
Nel mese di giugno si potrà procedere finalmente alla raccolta tagliando quando la lunghezza degli asparagi supera i 10 cm, lasciando i più sottili e non esagerando in questo secondo hanno il prelievo. In autunno si effettuerà la stessa operazione dell’anno precedente e questo ciclo colturale, se ben tenuto, si può protrarre, soprattutto negli orti familiari fino a 15-20 anni. Se, ovviamente si vogliono ottenere asparagi più bianchi bisogna provvedere alla copertura dei turioni per evitare la fotosintesi ed ottenendo un prodotto più tenero e dal sapore più leggero. Bisogna però dire che esistono varietà più bianche o più verdi ed alcune che tendono al viola o al rosa. L’asparago, soprattutto in un orto familiare, si può consociare con cucurbitacee (cetrioli, zucche, zucchine, ecc.) e con la carota che respinge la mosca della cipolla. Bisogna dire però che dopo i primi due anni le consociazioni diventano più difficoltose, tranne che non si aumentino dall’impianto le distanze.
Tra le avversità degli asparagi si ricordano soprattutto il mal vinato (fungo), i fusarium, le ruggini, la mosca della cipolla che può essere contenuta dalla presenza della carota e gli afidi. Se si evitano i ristagni, si opera bene con la pacciamatura vegetale, non si usano concimi nitrici e nella rotazione non si fanno seguire alle patate non dovrebbero manifestarsi particolari problemi. Interessante può essere, per questa coltura, l’intervento anche a partire dalla primavera del macerato di ortica che oltre a svolgere una buona attività insetticida contro gli afidi apporta sostanze nutritive che fanno avvantaggiare la pianta di asparago.