Come coltivare l’arachide in maniera biologica
Come coltivare l’arachide in maniera biologica
L’arachide (Arachis hypogaea L., 1753) può essere coltivata in piccoli appezzamenti per uso proprio o su ampie superfici e rappresenta una pianta di interessante introduzione nel ciclo colturale in quanto è una leguminosa.
L’arachide è una pianta di facile coltivazione che fornisce un prodotto molto nutriente e molto importante nella rotazione aziendale in quanto è capace di fissare l’azoto atmosferico. Dal punto di vista pedoclimatico richiede un clima caldo e terreni sciolti (dove si ottengono anche le migliori pezzature dei baccelli) e può dare buone produzioni anche senza concimazioni; anzi, in rotazione con altre ortive, migliora notevolmente la fertilità del terreno.
In terreni più compatti bisogna cercare di tenere la terra smossa in superficie aiutando la formazione dei baccelli con ripetute rincalzature. Prima della semina bisogna effettuare una vangatura (o un lavorazione con organi lavoranti) alla profondità di 25-30 cm. Durante i lavori di sistemazione superficiale del suolo è necessario livellare il terreno in modo che non si formino ristagni d’acqua, soprattutto nei terreni più compatti e umidi.
Per la semina si ricordi che nelle zone più miti del centro e del sud Italia può essere effettuata anche in aprile, ma vi devono essere temperature di almeno 13° C, altrimenti non inizia la germinazione; mentre per le distanze d’impianto si consigliano 40-70 centimetri tra le file e 15-20 centimetri sulla fila. Le arachidi prima di essere poste nel terreno devono essere sgusciate, ma attorno ai semi deve essere lasciata la pellicola rossa che li avvolge. Il periodo ottimale è quello di marzo, mentre la raccolta avviene ordinariamente tra settembre ed ottobre. Chiaramente se si tratta di grandi estensioni questa avviene con macchine che estirpano le piante e le dispongono in andane per la successiva essiccazione. Per piccole superfici si opera lo sradicamento della pianta (anche per questo è bene che il terreno sia sciolto).
Pur se le arachidi danno buoni risultati nei terreni ben dotati di sostanza organica non si consiglia l’uso di letame o di compost prima della sua coltivazione; è opportuno invece far seguire questa pianta dopo una coltura abbondantemente concimata, come pomodoro e zucchino, perché possa utilizzare la fertilità residua che queste colture lasciano nel suolo. Assolutamente sconsigliato l’uso di azotati, sia per motivi salutistici che per il motivo che i batteri presenti nelle radici della pianta sono molto attivi nel fissare tale elemento.
Per l’irrigazione si possono adottare vari metodi (anche in funzione dell’estensione). Noi consigliamo la manichetta perché consente un grande risparmio irriguo; l’arachide non ha grandi esigenze irrigue ma non bisogna far mancare l’acqua soprattutto nel periodo estivo.
Le arachidi temono mediamente le malattie crittogamiche; per diminuire l’incidenza è bene lavorare bene i terreni per evitare che l’acqua ristagni in prossimità della pianta. Tra i parassiti, viene attaccata dagli afidi (l’afide nero dei legumi) e dal ragnetto rosso. La difesa da questi fitofagi si può operare con metodi naturali quali il macerato d’ortica e il macerato d’aglio.