Come produrre il miele di Rovo biologico
Come produrre il miele di Rovo biologico
Il miele di Rovo (Rubus L., 1753) può essere una interessante integrazione al reddito di un’azienda agricola che voglia specializzarsi in questo settore ma per produrlo come prodotto puro è un po’ complesso per via di vari motivi. Però vale la pena di provarci.
Questo miele infatti si produce in tutta Italia ma è raro come monoflora ed è più facile trovarlo come componente di millefiori estivi. Questo perché ordinariamente i rovi non si coltivano e vengono ritenuti anzi piante infestanti. Eppure in particolari condizioni aziendali e morfologiche potrebbe rappresentare una interessante fonte di reddito o, perlomeno, di integrazione.
Per la coltivazione del rovo, senza l’uso di diserbanti per tenere a bada i rovi o di altre tecniche non biologiche, si veda la scheda tecnica; bisogna però sapere che se si vuole produrre un miele monoflora o, comunque, più puro bisogna destinare una certa porzione di quella parte dell’azienda che difficilmente destinereste a produzioni agricole (zone pietrose, aree non meccanizzabili, ecc.). importante è comunque non perdere il controllo della crescita di questa pianta con un piano di regimentazione opportuno (vialetti di accesso, lavorazioni di potatura, ecc.).
Fatto è che, nel panorama dell’ampliamento delle produzioni aziendali e della richiesta di mercato questo miele può rappresentare un interessante ipotesi per le aziende ma anche una buona risorsa per la fauna apistica che oggi tra pesticidi e tecniche invasive sta subendo un preoccupante decremento.
Il miele ricavato dal genere Rubus ha un colore che va dall’ambrato all’ ambrato scuro. È caratterizzato da un odore mediamente intenso, così come il sapore, che possiamo descrivere come di frutto maturo, di confettura, di latte condensato, con una nota di rosa. Questo miele è indicato per le infiammazioni della bocca e per le diarree infantili.