Thymbra capitata
Thymbra capitata
Il timo arbustivo (Thymbra capitata (L.) Cav.) (sinonimi: Coridothymus capitatus, Satureja capitata L. e Thymus capitatus.) è una pianta appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.
Etimologia –
Il nome deriva dal greco e significa “forza”, “coraggio” in riferimento alle sue proprietà.
Il termine capitata invece da cáput, cápitis testa, della testa: con inflorescenza a capolino, o capolino cospicuo o strano.
Il termine Thymus potrebbe però derivare dall’egiziano Tham che è una specie simile che veniva usata per effettuare le imbalsamazioni.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Questo piccolo arbusto è diffuso nelle zone più aride e spesso nei pendii assolati e garighe aride dell’area mediterranea, soprattutto orientale ed esposti alla salsedine. Lo si trova spesso anche su terreni gessosi o calcarei dove può costituire estese cenosi e nelle quali di solito è la specie dominante. Spesso è associato a piante xerofile e a piccoli arbusti.
In Italia è presente soprattutto nelle regioni meridionali e nelle Isole; (sui litorali del Salento, in Puglia, nonché in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. In Sicilia è ancora molto diffuso nelle provincie di Agrigento e nel Ragusano, dove vegeta spontaneo in molte zone. I monti Iblei ne sono l’habitat ideale. Purtroppo questa specie, allo stato spontaneo sta diventando più rara in quanto i territori locali, dopo secoli di disboscamenti, agricoltura intensiva, pascolo ed incendi, si è fortemente depauperato di quelle specie che costituivano la flora originaria. Per fortuna è sempre più frequente la sua coltivazione nei vivai meridionali.
Descrizione –
La pianta di Thymbra capitata ha rami legnosi con corteccia biancastra. Le foglie sono molto fitte, con ghiandole puntiformi, carenate ed alquanto revolute sui margini. Le infiorescenze sono ovoidali con calice intorno ai 5 mm, corolla rosa-violaceo di circa 10 mm. La parte superiore del calice è tipicamente piatta. Il Timo è una pianta alta 30-40 cm. Fiorisce nel periodo di marzo-aprile fino a luglio-agosto.
Coltivazione –
La coltivazione del Timo è molto simile a quella dell’origano o del rosmarino.
Pur se si tratta di pianta rustica e che si adatta a terreni aridi non disdegna affatto le concimazioni. Questa pratica va fatta però con molta cura li dove si vogliono estrarre sostanze aromatiche ed oli essenziali per non diminuirne la fragranza. La concimazione dovrebbe essere sempre del tipo organico.
Per l’irrigazione non si hanno particolari esigenze; bisogna annaffiarlo normalmente senza esagerare (per gli stessi aspetti legati alla fragranza delle sue sostanze.
La potatura va effettuata eliminando le parti secche o danneggiate. Mentre per la raccolta si procede con il taglio qualche centimetro sopra la base per consentire il rigetto successivo.
Dal punto di vista fitosanitario può essere soggetto ad afidi o marciumi radicali se coltivato in substrati non idonei.
Si adatta abbastanza bene sia alle alte che alle basse temperature. Se coltivato in vaso ed è necessario rinvasare, si opera in primavera utilizzando sempre un vaso solo leggermente più ampio del precedente.
Per il substrato bisogna sempre considerare che vive bene anche su terreni calcarei, calcareo/gessosi, aridi e poco profondi, la cosa importante è che siano ben permeabili e magri.
La propagazione avviene per polloni radicali.
Usi e Tradizioni –
Il Thymbra capitata ha notevoli ed interessanti proprietà medicinali ed alimentari. Le foglie contengono un olio essenziale con proprietà antisettiche, disinfettanti e deodoranti. L’olio essenziale non può essere usato in aromaterapia perché è irritante per le mucose. Le foglie sono talvolta utilizzate per preparare una specie di tè.
Molto apprezzato è il miele di timo, già noto nell’antichità e citato da poeti greci e latini.
Impiegato per aromatizzare arrosti, ma anche in erboristeria come carminativo, diuretico, deodorante, vermifugo, revulsivo, tonico ecc.
La specie è nota, come detto, per il suo uso alimentare e come pianta aromatica, ma viene utilizzata anche in cosmetica, in profumeria e in fitoterapia, ricavandosi dalla pianta un olio essenziale, conosciuto anche come “olio di origano spagnolo”, che è usato come antisettico. Le si attribuiscono anche proprietà diuretiche, quella di combattere i vermi e di favorire le mestruazioni.
Viene usata come disinfettante, contro gli spasmi e le contusioni e soprattutto, come in genere altre specie di timo, per combattere la tosse, il catarro e le affezioni respiratorie in genere. La tintura viene utilizzata anche per rafforzare gli arti, mentre i bagni a base di timo per rilassare e per combattere l’insonnia. Qualcuno usa le tisane di timo per combattere l’alcolismo. Il timo in genere è conosciuto fin dai tempi antichi e alle varie specie, senza fare gradi distinzioni. In cucina si utilizza come le altre specie di timo, per aromatizzare molte preparazioni e piatti più o meno tradizionali di carne o di pesce. Viene utilizzato per aromatizzare anche olive condite e altri alimenti conservati, come sardine o altri pesci, e focacce, sostituendo a volte l’origano. In area mediterranea si utilizza con gli stessi scopi anche in altre paesi, aggiungendo talvolta l’uso come afrodisiaco (in Tunisia) o ampliando la già vasta gamma di possibili utilizzi. A volte, ad esempio, viene utilizzato per aromatizzare direttamente le braci nelle grigliate o se ne estrae una sorta di “miele”.
Non è raro l’uso aromatico delle parti aeree fatte seccare (Turchia e altri luoghi) mentre con l’olio essenziale si aromatizzano prodotti a forno e altri alimenti.
Al Timo sono anche legate diverse tradizioni e storie popolari.
I romani per primi ne introdussero l’uso in ambito culinario per profumare vini e formaggi.
Un tempo le fanciulle ponevano un rametto di timo sotto il guanciale per scoprire chi avrebbero sposato.
Nel linguaggio dei fiori il timo è simbolo di temperanza. Già nell’antica Grecia era conosciuto per i suoi molteplici poteri e per questo era associato a Zeus, padre degli dei. Secondo una leggenda, il timo sarebbe magicamente nato dalle lacrime della sconsolata Arianna abbandonata da Teseo dopo aver sconfitto il Minotauro.
Alcuni racconti popolari lo associano alla Madonna che avrebbe indossato una coroncina di fiori di timo il giorno delle nozze conferendo così a questa pianticella poteri contro tutti i mali.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.