Melissa officinalis
Melissa officinalis
La Melissa officinalis o melissa (Melissa officinalis L., 1753) è una pianta erbacea spontanea, perenne e rustica, molto ricercata dalle api ed è appunto per questo motivo che prende il nome dal greco mélissa.
Cresce spontaneamente nell’Europa meridionale e nell’Asia occidentale. In Italia la si può trovare lungo le siepi e nelle zone ombrose; viene inoltre coltivata nei giardini. È nota per le sue proprietà medicamentose ed è molto apprezzata anche come erba aromatica.
Sistematica –
La Melissa Officinalis appartiene al Dominio Eukaryota, al Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Lamiales, Famiglia Lamiaceae, Genere Melissa e Specie M. officinalis.
Etimologia –
Il nome del genere deriva dal greco “mèlitta” = ape da miele; è una delle piante mellifere per eccellenza. Il nome specifico proviene invece da “offícina” laboratorio, per la sua versatilità ed utilità nel campo della farmaceutica, dell’erboristeria, della liquoristica, della profumeria e simili.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La melissa cresce spontanea nei luoghi ombrosi di tutta l’Europa meridonale, ama un terreno fresco e umido.
Descrizione –
La Melissa o. è una pianta perenne, erbacea, dal gradevole odore di limone, con breve rizoma, fusti eretti, quadrangolari, ramificati, con peli setolosi patenti, disposti sugli spigoli, particolarmente densi ai nodi. Altezza 30÷80 cm.
Le foglie sono picciolate, opposte, di colore verde-giallastro, con lamina ovata, le inferiori spesso cuoriformi sono crenato-dentate di 6÷14 denti per lato.
I fiori su brevi peduncoli, sono raccolti in glomeruli radi, all’ascella delle foglie e delle bratteole lanceolate: presentano un calice tubuloso, peloso, campanulato, bilabiato; corolla tubolosa, simpetala, bilabiata, labbro superiore smarginato, inferiore trilobato con lobo mediano più sviluppato rispetto ai due laterali; di colore giallastro, diventa bianca rosata dopo la fecondazione. Il frutto è un tetrachenio contenente 4 piccole nucule (acheni) bruno-scure di 1,6-2 per 0,8-1 mm.
Coltivazione –
Per la tecnica di coltivazione vedi la seguente scheda.
Usi e Tradizioni –
La Melissa è coltivata da oltre 2000 anni come pianta mellifera, infatti il nome del genere deriva dal termine greco che designa l’ape.
Il medico dell’antica Grecia Dioscoride applicava le foglie di Melissa sulle ferite cutanee.
Il naturalista romano Plinio il Vecchio, la raccomandava per arrestare le emorragie.
Nel X secolo i medici arabi raccomandavano la Melissa per le sindormi nervose ed ansiose.
Il medico arabo Avicenna, nell ’XI secolo scriveva: “ la melissa dispone la mente e il cuore all’allegria”.
Paracelso chiamava la Melissa “elisir di lunga vita”
Nell’Europa medioevale si adottò l’impiego arabo della Melissa come rimedio contro l’ansia; “l’Eau de Melisse” divenne così popolare come tranquillante e sedativo, da indurre Carlo Magno a ordinare che la pianta fosse coltivata in tutti gli orti officinali del suo regno, per assicurarsene una produzione adeguata.
Nei monasteri benedettini si dedicava particolare attenzione alla coltivazione di erbe e piante medicinali; un’area all’interno delle mura del monastero, era sempre riservata come “orto dei semplici”. Le erbe coltivate erano utilizzate per preparare tinture, unguenti, tisane, ma anche per la preparazione di bevande, liquori, molti dei quali ancor oggi conosciuti. La Melissa entra nella composizione di più d’uno di questi famosi liquori, lo “Chartreuse” o “Elixir di lunga vita ” che fu prodotto dal monaco benedettino Dom Bernardino Vincelli nel 1510 e il “Cusenier” dell’Abate di Montbenoit risalente al 1637. Ogni bottiglia di Bénédictine, prodotto ancor oggi, ha la sigla DOM sull’etichetta: Deo Optimo Maximo.
In fitoterapia, della melissa sono utilizzati soprattutto le foglie ma anche i fiori e gli steli.
Negli estratti della pianta sono rintracciabili: triterpeni, acido caffeico, acido rosmarinico e vari flavonoidi (luteolina, quercetina, apigenina, campferolo). È inoltre ottenibile un olio essenziale contenente citrale, citronellale e cariofillene.
Attualmente la Melissa officinalis viene impiegata come sedativo negli stati d’ansia con somatizzazioni viscerali ed irrequietezza ed anche in patologie dispeptiche gastroenteriche grazie alla sua azione spasmolitica e nella cura dell’emicrania. L’estratto di foglie fresche di melissa possiede attività antivirale contro Herpes simplex per cui viene usata anche nel trattamento dell’Herpes labiale.
Viene controindicata per i soggetti affetti da glaucoma e che soffrono di ipotiroidismo. Non sono noti studi clinici controllati in donne in gravidanza e allattamento in conformità con la prassi medica generale, il prodotto non deve essere utilizzato senza prima aver sentito il parere del medico.
In defintiva:
• Per uso interno contro disturbi di origine nervosa: stress, depressione insonnia, tensione nervosa premestruale; digestione difficile associata a tensione nervosa , eccitabilità, mal di testa di origine nervosa, palpitazioni. Utile nello stimolare l’appetito e in caso di indigestioni, per espellere gli eccessivi gas intestinali. Famosi erano lo “spirito di melissa” e “l’acqua di melissa” dei Carmelitani scalzi, preparati, il primo alcolico e il secondo analcolico, impiegati come calmanti, digestivi, per combatte le nausee, vomito e il mal di mare.
• Per uso esterno contro herpes, piaghe, gotta, punture d’insetti, per dolori reumatici e nevralgie, anche come insettifugo.
In Germania dove la fitoterapia è più diffusa, l’estratto di Melissa entra nella composizione di unguenti per il trattamento dell’herpes labiale e genitale. In aromaterapia l’olio è impiegato come rilassante, rinvigorente.
Le foglie essiccate si aggiungono ai pot-pourri e ai sacchettini profumati.
In cucina le foglie possono essere utilizzate al posto del limone, nella preparazione di amari, di, frittate, salse, aceti aromatici, insalate, dolci, macedonie di frutta, e per aromatizzare latte e vino.
Foglie e fiori di melissa sono quindi ottimi nelle insalate e nei primi freddi estivi, con la loro nota rinfrescante e il profumo di limone, si usano anche in alcune minestre. Con le foglie secche si fanno ottime tisane. La melissa è una pianta officinale nota per le sue qualità digestive e gli viene attribuito anche un effetto calmante.
Bisogna fare attenzione però perché l’utilizzo di olio essenziale può provocare fenomeni di irritazione per le pelli sensibili. Studi condotti su animali, hanno evidenziato che può causare aumento della pressione intraoculare, inoltre l’assunzione di Melissa può interferire con la terapia di disfunzioni tiroidee è pertanto sconsigliato l’utilizzo in soggetti affetti da ipotiroidismo. L’assunzione contemporanea di barbiturici o benzodiazepine, o di altre erbe con effetto calmante, potrebbero potenziarne l’effetto, provocando una eccessiva sedazione. Per questo è sempre bene consultare preventivamente un medico per il suo corretto utilizzo.
Modalità di Preparazione –
Per preparare una tisana alla melissa sotto forma di infuso calcolate di utilizzare 1 cucchiaino di foglie di melissa essiccate per ogni tazza da 250 ml di acqua calda. Versate la melissa essiccata in ogni tazza e coprite con acqua calda. Lasciate in infusione per 5 minuti e filtrate. Se occorre, dolcificate a piacere.
Se volete preparare una tisana alla melissa sotto forma di decotto, quindi utilizzando la melissa fresca, vi serviranno due cucchiaini di foglie di melissa tritate ogni 250 ml d’acqua. Portate ad ebollizione l’acqua con le foglie di melissa fresche, lasciate sobbollire per 5 minuti, filtrate e versate.
Per rendere più gradevole la tisana alla melissa potrete aggiungere qualche goccia di succo di limone oppure scegliere un dolcificante naturale, ad esempio miele o sciroppo di agave. Potete bere 1 o 2 tazze di melissa al giorno.
La tisana alla melissa è consigliata in caso di stress, insonnia, agitazione, influenza, raffreddore, dolori addominali e mal di stomaco.
La melissa aromatizza gelati e tisane, e si usa in genere fresca in piatti dolci e salati come aceti e oli aromatici, salse, zuppe, condimenti.
In cucina la Melissa, con il suo aroma fresco e agrumato, è ottima sia in piatti a base di pesce e frutti di mare, che per mitigare l’aroma intenso di agnello e legumi.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Agradi A., Regondi S., Rotti G., Conoscere le piante medicinali. Mediservice, Cologno Monzese (MI). 2005
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.