Riforma Rurale
Riforma Rurale
Noi non possiamo assistere in maniera inerte al disinteresse Politico, Scientifico e Sociale che coinvolge il mondo rurale.
Tale questione è legata al disinteresse del sistema economico e finanziario nei riguardi di un tessuto che non può avere esplicite ricadute sul PIL e sugli indici economici.
Oltretutto il Sistema Rurale, in quanto tale, non può essere “stimolato” con semplicistiche politiche finanziarie. Un tessuto va connesso in maniera strutturale, dove Uomo, Territorio ed Economia trovino cittadinanza e non sudditanza.
Il Sistema Rurale coinvolge e connette ogni ambito Sociale ed Ambientale, ignorare ciò creando politiche alternative e spregiudicate conduce ad un dissesto di proporzioni inimmaginabili.
Oggi il Sistema Rurale è suddito di un Modello Finanziario che non può “comprenderlo”, che non può contenerlo.
Bisogna ricreare Logiche e Politiche che vadano oltre il modello delle Leggi Finanziarie. È necessario strutturare un Sistema Politico che privilegi un’Economia Patrimoniale (vedi Patrimoniale), dove ogni singolo patrimonio del territorio (Uomo su tutti) venga riconnesso e reinserito in un sistema di dignità del lavoro, quale elemento di continua ed interminabile Opera Creativa.
Senza questi elementi il fallimento delle politiche finanziarie e dei suoi destinatari sarà sempre più devastante per l’Uomo e l’Ambiente che lo circonda.
L’insuccesso e le difficoltà applicative della Conferenza di Cork del 1996 (normata con i PSR territoriali) fino ad oggi, denota, molto probabilmente, una errata impostazione metodologica in materia. Tra l’altro proprio l’applicazione degli ultimi PSR configura una contraddizione in termini soprattutto nei confronti del punto 6 (semplificazione normativa) della stessa conferenza che testualmente recita: “La politica di sviluppo rurale, in particolar modo nei suoi componenti agricoli, deve essere sottoposta ad un processo di semplificazione radicale della legislazione. Mentre non dovrebbe esserci rinazionalizzazione della PAC, deve esserci una maggiore coerenza di ciò che viene fatto attualmente attraverso molti strumenti separati, una limitazione della legislazione dell’Unione Europea su regole generali e procedure, più sussidiarietà nelle decisioni, decentramento della implementazione politica e maggiore flessibilità complessiva”.
Ci sembra che quanto fatto (o non fatto) fino a d oggi, in ambito regionale, vada in un’altra direzione.
Appare evidente che la complessità del sistema rurale e le sue attinenze con i sistemi sociali, alimentari, ecologici ed urbanistici non può essere più affrontata con norme finanziarie (spesso complesse ed inapplicabili) o con programmi di dubbia ricaduta generale per il sistema.
Questa Pagina è un invito a tutti a proporre idee e suggerimenti per un’azione che dobbiamo condurre nei riguardi della cultura Politica, Scientifica e Sociale ma che non possiamo fare da soli.
Potete mandare idee e suggerimenti a: gubissa@tin.it; grazie per la collaborazione.
Guido Bissanti