Conferenza di Cork
Conferenza di Cork
La Conferenza di Cork rappresenta il primo atto di una presa di coscienza nuova sulla presenza dell’uomo sui territori rurali.
La consapevolezza che l’80 % del territorio europeo è un territorio rurale e che ospita il 25 % della popolazione richiede un’attenzione nuova e differente sulla sua gestione.
Una gestione politica della questione che deve coinvolgere l’intero territorio europeo che, pur nella sua variabilità, rappresenta un paesaggio di antica storia e tradizione su cui riorientare i sistemi sociali ed economici del futuro.
CONFERENZA EUROPEA SULLO SVILUPPO RURALE
EUROPA RURALE – PROSPETTIVE FUTURE
Cork, Irlanda: 7-9 novembre 1996
LA DICHIARAZIONE DI CORK – UN TERRITORIO RURALE VITALE
La Conferenza Europea sullo Sviluppo Rurale,
Consapevoli che le aree rurali – che ospitano il 25% della popolazione e occupano più dell’80% dei territori dell’Unione europea – sono caratterizzate da un unico tessuto culturale, economico e sociale, uno straordinario mosaico di attività, e una grande varietà di paesaggi (foreste e fattorie, siti naturali incontaminati, villaggi e piccole città, centri regionali, piccole industrie);
Convinti che le aree rurali e i loro abitanti rappresentano un patrimonio importante dell’Unione Europea ed hanno la capacità di essere competitivi;
Consci che la parte di gran lunga più ampia dell’Europa rurale è coperta da terreni agricoli e foreste, che hanno una forte influenza sull’aspetto dei paesaggi europei, e che l’agricoltura è e deve restare la principale interfaccia tra la popolazione e l’ambiente, e che gli agricoltori hanno il compito di gestire molte delle risorse naturali del territorio;
Ricordando che l’agricoltura e le foreste non sono più predominanti nelle economie Europee; che il loro peso economico relativo continua a diminuire e che conseguentemente lo sviluppo rurale deve indirizzarsi a tutti i settori socio-economici del territorio rurale;
Consci che i cittadini europei dimostrano un’attenzione crescente alla qualità della vita in generale, e ai problemi di qualità, salute, sicurezza, crescita personale e del tempo libero in particolare, e che le aree rurali si trovano in una posizione unica per soddisfare questi interessi, ed offrono le occasioni per modelli di sviluppo di qualità moderni e genuini;
Riconoscendo che la Politica Agricola Comunitaria dovrà adattarsi alle nuove realtà e sfide in termini di domanda e preferenze dei consumatori, sviluppo del commercio internazionale e dei futuri ampliamenti dell’Unione Europea; che la variazione dal sostegno dei prezzi al sostegno dei redditi continuerà; che la PAC e il settore agricolo dovranno adeguarsi di conseguenza e che gli agricoltori devono essere aiutati nel processo di adattamento e ricevere chiare indicazioni per il futuro;
Aspettando che saranno messe sempre più in discussione le indennità compensative previste dalla riforma della PAC;
Persuasi che il sostegno finanziario pubblico per lo sviluppo rurale, insieme ad un’appropriata gestione delle risorse naturali, il mantenimento e l’incremento delle biodiversità e della cultura del paesaggio è sempre più condiviso;
Riconoscendo che, mentre le riforme successive della PAC e delle politiche europee di sviluppo rurale hanno migliorato in trasparenza ed efficacia, si sono create un certo numero di incompatibilità e sovrapposizioni ed è aumentata la complessità delle procedure;
Determinati a promuovere, in tutti i modi possibili, la capacità locale di lavorare per lo sviluppo sostenibile nelle aree rurali, e, in particolare, iniziative pubbliche e private, che siano bene integrate nel mercato globale. Annuncia il seguente programma di sviluppo rurale in dieci punti per l’Unione Europea:
Punto 1 – Preferenza Rurale
Lo sviluppo rurale sostenibile deve essere posto al primo posto dell’agenda dell’Unione Europea, e deve diventare il principio fondamentale che sottende tutta la politica rurale nel futuro immediato e dopo l’ampliamento. Questo tende a invertire il fenomeno dell’emigrazione rurale, a combattere la povertà, stimolando l’occupazione e l’uguaglianza di opportunità, e rispondendo alla crescente domanda di maggiore qualità salute, sicurezza, crescita personale e tempo libero, e migliorando il benessere rurale. La necessità di conservare e migliorare la qualità dell’ambiente rurale deve essere integrata in tutte le politiche comunitarie che sono interessate allo sviluppo rurale. Il bilancio della spesa pubblica tra aree rurali ed urbane, investimenti per infrastrutture e per l’istruzione, per la salute e per le comunicazioni deve essere più equo. Dovrebbe essere usata una porzione crescente di risorse disponibili per promuovere lo sviluppo rurale e raggiungere gli obiettivi ambientali.
Punto 2 – Approccio Integrato
La politica per lo sviluppo rurale deve essere concepita in modo multi -disciplinare e deve essere applicata in modo multi-settoriale, con una chiara dimensione territoriale. Deve essere applicata a tutte le aree rurali dell’Unione, rispettando il principio della concentrazione attraverso la differenziazione dei cofinanziamenti per quelle aree che hanno maggior bisogno. Deve essere basato su un approccio integrato, compreso la stessa struttura legale e politica: adeguamento e sviluppo agricolo, diversificazione economica – in particolare piccole e medie industrie e servizi rurali – la gestione delle risorse naturali, il miglioramento delle funzioni ambientali, e la promozione di cultura, turismo e svago.
Punto 3 – Diversificazione
Il sostegno per la diversificazione delle attività economiche e sociali deve essere concentrato a fornire la struttura per iniziative pubbliche e private che si sostengono autonomamente: investimenti, assistenza tecnica, servizi, infrastrutture adeguate, aggiornamento, formazione, integrando i progressi nella tecnologia dell’informazione, rafforzando il ruolo delle piccole città in quanto parti integranti delle aree rurali e fattori di sviluppo chiave, e promuovendo lo sviluppo di comunità rurali vitali e il rinnovo di paesi.
Punto 4 – Sostenibilità
Le politiche dovrebbero promuovere lo sviluppo rurale che sostiene la qualità e la bellezza dei paesaggi rurali europei (risorse naturali, biodiversità e identità culturale), in modo da evitare che il loro uso da parte delle generazioni attuali pregiudichi le opzioni per le generazioni future. Nelle nostre azioni locali dobbiamo essere consapevoli delle nostre responsabilità globali.
Punto 5 – Sussidiarietà
Data la diversità delle aree rurali dell’Unione, la politica di sviluppo rurale deve seguire il principio della sussidiarietà. Deve essere il più decentralizzato possibile e deve essere basato sull’associazione e sulla cooperazione tra tutti i livelli interessati (locali, regionali, nazionali ed Europee). Si deve porre l’accento sulla partecipazione e su un approccio di tipo bottom up, che accentua la creatività e la solidarietà delle comunità rurali. Lo sviluppo rurale deve essere guidato a livello locale e comunitario all’interno di una struttura europea coerente.
Punto 6 -Semplificazione
La politica di sviluppo rurale, in particolar modo nei suoi componenti agricoli, deve essere sottoposta ad un processo di semplificazione radicale della legislazione. Mentre non dovrebbe esserci rinazionalizzazione della PAC, deve esserci una maggiore coerenza di ciò che viene fatto attualmente attraverso molti strumenti separati, una limitazione della legislazione dell’Unione Europea su regole generali e procedure, più sussidiarietà nelle decisioni, decentramento della implementazione politica e maggiore flessibilità complessiva.
Punto 7 – Programmazione
L’applicazione dei programmi di sviluppo rurale deve essere basata su procedure coerenti e trasparenti, e integrata in un unico programma per lo sviluppo rurale di ogni regione, e su un unico meccanismo per lo sviluppo rurale e sostenibile.
Punto 8 – Finanza
L’uso delle risorse finanziarie locali deve essere incoraggiato a promuovere i progetti di sviluppo locale rurale. Un maggiore incoraggiamento deve essere dato all’uso di ingegneria finanziaria nelle tecniche di credito rurale per mobilizzare meglio sinergie tra finanziamenti pubblici e privati, ridurre le restrizioni su piccole e medie imprese, promuovere investimenti produttivi, e diversificare le economie rurali. Deve essere incoraggiata una maggiore partecipazione del settore bancario (pubblico e privato) e di altri intermediari fiscali.
Punto 9 – Gestione
Deve essere migliorata la capacità e l’efficacia amministrativa di governi regionali e locali e di gruppi , dove ciò si rendesse necessario, attraverso la fornitura di assistenza tecnica, formazione, migliori comunicazioni, associazioni e condivisione di ricerche, informazione e scambio di esperienze attraverso reti tra regioni e tra comunità rurali attraverso tutta l’Europa.
Punto 10 – Valutazione e Ricerca
Sarà necessario rafforzare il monitoraggio, la valutazione e l’accertamento degli interventi dei beneficiari per assicurare la trasparenza delle procedure, garantire il buon uso del denaro pubblico, stimolare la ricerca e l’innovazione e rendere possibile un dibattito pubblico che coinvolga tutti gli interessati. I beneficiari degli incentivi non devono essere coinvolti soltanto in fase di progettazione e di implementazione, ma anche in fase di monitoraggio e valutazione.
Conclusione
Noi, partecipanti alla Conferenza Europea sullo Sviluppo Rurale tenutasi a Cork, esortiamo i politici europei:
a suscitare la pubblica consapevolezza circa l’importanza di dare un nuovo inizio alla politica di sviluppo rurale;
a rendere le aree rurali più invitanti per le persone che vi vivono e vi lavorano, perché diventino centri di vita significativa per una crescente diversità di gente di tutte le età;
a sostenere questo programma di dieci punti e a cooperare come soci per il conseguimento di ciascuno e di tutti gli obiettivi, che sono stati esposti in questa dichiarazione;
a sostenere un ruolo attivo nel promuovere lo sviluppo rurale sostenibile in un contesto internazionale.
Guido Bissanti