Conferenza di Cancùn
Conferenza di Cancùn
Come al solito è necessario osservare i fatti da angolazioni diverse: se ci rivolgiamo dal lato del capitalismo delle grandi potenze economiche (Stati Uniti, Europa, Giappone e Canada) allora va visto come fallimento; se cambiamo la prospettiva e lo osserviamo da quello dei paesi poveri (il cosiddetto “fronte dei poveri”) con in testa la Cina, Cancùn rappresenta una svolta storica.
Nessuno è contro il WTO, ma è sempre più diffusa l’idea (e questa è la grande rivoluzione socioeconomica del terzo millennio) che le regole del capitalismo vengano sottoposte a quelle della solidarietà.
Tutti conoscono il “famoso” regolamento europeo che incentiva la non coltivazione di alcuni seminativi, come il frumento, l’orzo, il granturco, la segala, la colza, il girasole, il pisello, ecc. (il set-aside) per mantenere il prezzo ed il mercato Europeo nel panorama internazionale. Credo che andrebbe mandata, di fronte ad un Tribunale Internazionale, l’intera Direzione Generale dell’Agricoltura Europea (oltre che il Parlamento) per questa delittuosa e spregiudicata politica.
Sapete a quanto ammonta annualmente il quantitativo di seminativi ritirati tramite il Reg. CEE n. 1094/88, e sue successive modifiche e varianti? Abbiamo fatto una stima per difetto: circa 22.000.000 di tonnellate di prodotto, che annualmente avrebbero potuto sfamare circa 60.000.000 di persone (ripetiamo sono dati ottimisticamente per eccesso di difetto, dove speriamo che qualcuno ci sconfessi). Immaginate quante vite umane (soprattutto bambini) avremmo potuto salvare. È questa la politica europea di cui andiamo fieri?
Sarebbe bastato continuare la produzione e cedere queste derrate alimentari ai “paesi poveri” anche ad un prezzo politico.
Cancùn ha forse detto no, senza riflettere molto a queste aberrazioni capitalistiche, a questo modo di condurre il mondo.
Cancùn ha ribadito che beni quali: il diritto all’alimentazione, la salute, l’istruzione, l’acqua e l’ambiente sono “diritti” da tutelare e non “merci” sottoponibili alle regole spietate della domanda e dell’offerta.
Cancùn ha sancito l’ingresso della coscienza nel capitalismo.
Non è tanto il “fronte dei poveri” – il “G21” – con in testa Cina, India e Brasile a guidare questa rivoluzione ma la storia che chiede un senso diverso ed un compimento nuovo a se stessa. È crollato il muro di Berlino che ha sancito il fallimento del comunismo; sta crollando il capitalismo senza coscienza; ora attendiamo l’epoca dove economia, società ed ambiente vengano riconsiderati in un’unica equazione.
Attendiamo la nascita del “Solidarismo” quale unico modello socioeconomico che garantisca tutto e tutti.
A Cancùn è iniziato questo percorso.
Il Documento finale
1. In conclusione della nostra quinta Conferenza Ministeriale in Cancún, gradiremmo esprimere il nostro profondo apprezzamento al Governo e al popolo Messicano per l’organizzazione eccellente e la calda ospitalità con cui ci hanno ricevuto in Cancún.
2. A questa riunione abbiamo dato il benvenuto a Cambodia e Nepal quali primi paesi meno sviluppati per accedere al WTO fin dal suo stabilimento.
3. Tutti i partecipanti hanno lavorato sodo ed in maniera costruttiva per proseguire nella strada del progresso come richiesto sotto i mandati di Doha. Riteniamo, pertanto, di aver fatto un passo considerevole. Dobbiamo fare molta strada, soprattutto in alcuni settori chiave, per poterci allineare verso la conclusione delle negoziazioni così come negli impegni che abbiamo preso a Doha.
4. Invitiamo perciò tutti a lavorare su questi problemi notevoli con un senso rinnovato di urgenza e motivazioni per prendere pienamente in considerazione tutte i punti di vista che abbiamo espresso in questa Conferenza. Chiediamo, pertanto, al Presidente del Consiglio Generale, di concerto col Direttore Generale, di coordinare questo lavoro e programmare una riunione del Consiglio Generale al più tardi per il 15 dicembre 2003 per tentare di riprendere la via delle negoziazioni al fine di muoverci verso una conclusione riuscita ed opportuna delle negoziazioni. Nel frattempo, continueremo ad esercitare un’azione di soprintendenza affinché questo processo avvenga.
5. Porteremo così, in questa fase nuova, tutto il lavoro prezioso che è stato fatto in questa Conferenza. In quei settori dove noi siamo giunti ad un alto livello di convergenza sui documenti, vogliamo mantenere questa convergenza continuando a lavorare per una conclusione globale ed accettabile dei negoziati.
6. Nonostante questa sconfitta, riaffermiamo tutte le Dichiarazioni e Decisioni di Doha e ci ripromettiamo di lavorare per perfezionarli pienamente e fedelmente.
Guido Bissanti