Piccolo è meglio
Piccolo è meglio
Un modello sociale è il frutto di un modello culturale, il quale prende spunto dalle conoscenze acquisite fino a quel momento dalla Civiltà.
La nostra civiltà è il frutto di oltre duemila anni di storia ma ha nell’ultimo secolo la presenza filosofica, culturale, scientifica e tecnica più incidente e pregnante.
Per ciò che dirò potremmo definire questi anni come gli ultimi del primo tempo della Storia; come in una partita di calcio o di basket o dello sport che preferite, stiamo entrando nell’intervallo tra i due tempi ed il secondo tempo sarà quello che determinerà l’equilibrio della storia matura dell’Umanità.
Ma andiamo per ordine.
Perchè la fine del primo tempo?
Possiamo definire questa prima parte della Storia come quella della ricerca, da parte dell’Uomo della Verità. Questa Verità ha però visto l’uomo, fino a prima dell’avvento dell’illuminismo dentro i canoni della tradizione religioso-filosofica, poi, dopo l’avvento di quest’era”, dentro i canoni della “ragione”.
In questo ultimo periodo (i giorni nostri) stiamo però sperimentando come i canoni della “ragione” ci hanno condotti ad una gestione del mondo che ha provocato tanti guasti; non solo dal punto di vista energetico ed ambientale, ma anche da quello squisitamente politico e gestionale.
Ci stiamo pian pian rendendo conto che questo modello, nato e cresciuto sotto l’egida della “ragione” umana, non ha funzionato come ritenevamo ma, se lo vogliamo vedere da un certo punto di vista, ci ha permesso di sperimentare il Mondo un po’ come fa un bambino quando saggia attraverso il gioco un giocattolo.
Al punto in cui siamo arrivati, tra il disorientamento che ne consegue, le riflessioni che facciamo e i tentativi di trovare altre soluzioni, possiamo affermare che siamo entrati in un tempo intermedio (o intervallo) che equivale, proprio come nello sport, a quella fase in cui la squadra riflette su ciò che è stato e su ciò che potrebbe o dovrebbe essere.
Questo intervallo avrà una durata ad oggi non facilmente determinabile ma è certo che le stesse riflessioni e valutazioni che la nostra società sta facendo ci inducono a pensare che stiamo entrando proprio nell’intervallo.
L’arbitro sta fischiando la fine del primo tempo e la via degli spogliatoi ci deve far maturare di già un pensiero nuovo e di proiezione: verso il secondo tempo.
Ma che cosa non ha funzionato nel primo tempo?
È evidente che io sto, con questo articolo simulando le azioni che verranno, un po’ come si fa al fantacalcio.
È certo che abbiamo giocato imperfettamente la partita dell’utilizzo delle risorse e l’abbiamo giocata male perché non ci eravamo posti in una condizione di allineamento con la Ragione Ecologica, cioè con quella ragione sincrona agli stessi principi su cui si regge il Mondo.
Ma quale sono i principi su cui si regge il Mondo? Se comprendiamo questi vinceremo sicuramente il secondo tempo e certamente l’intera partita.
Qui richiamiamo subito il titolo del presente contributo: Piccolo è Meglio (o se volete: Piccolo è Bello). Perché Piccolo è Meglio? Perché il nostro Sistema Mondo è basato su una democrazia di forme e sostanze che è la migliore per perpetuarlo al massimo.
Tale democrazia si regge poi sulla massima diversità, unita alla massima frammentazione, di modo che le distribuzioni (ed i pesi) dei compiti energetici e di massa non siano assicurati da poche ma da innumerevoli forme (biodiversità ed ecodiversità).
Questo principio è stato applicato malissimo soprattutto dopo la rivoluzione industriale e lo è ancora purtroppo ai giorni nostri.
Se non applichiamo ai Sistemi Umani le stesse caratteristiche dei Sistemi Biologici perderemo la partita non perché andremo solo in contrasto con questi ma perché avremo applicato male le leggi della termodinamica e della distribuzione e diffusione della massa e dell’energia.
Queste leggi ci insegnano che solo frammentando al massimo processi e responsabilità avremo la massima compartecipazione dell’intero sistema, il quale non si reggerà quindi più sulle grandi aggregazioni ma sulle più piccole possibili.
Quando oggi noi vogliamo accentrare responsabilità di processo e di energia su grandi aggregazioni e facciamo politiche mirate ad incentivare ciò andiamo contro questi principi e di conseguenza facciamo funzionare male la macchina mondo.
Il risultato finale è che tutto (sapere, società, ecosistema, risorse, ecc.) si impoverisce e finché non cambiamo tattica è meglio che non ritorniamo in campo.
Se vogliamo realmente trovare un modulo vincente dobbiamo privilegiare il Piccolo, dandogli la possibilità di differenziarsi e rendendolo protagonista nel ruolo della produzione di tutte le Energie della Vita.
Quando privilegiamo invece Grandi Sistemi, Grandi Aggregazioni, Accentramenti, Monopoli e cose del genere disgreghiamo la Struttura Sociale e quindi quella energetica ed ecologica e privilegiamo una sola cosa: l’accumulazione accentrata delle Grandi Strutture a svantaggio dei molti.
Il secondo tempo della Partita inizierà solo e soltanto quando avremo ben chiaro in noi che la tattica che dovremo adottare sarà quella della Democrazia Assoluta, dove l’assoluto vuole rappresentare tutte le qualità che dovranno avere le Società per poter garantire una perfetta rappresentanza di ogni piccolo nella costruzione della Dignità. Prima quella personale e poi quella umana.
Ma andiamo per ordine.
Perchè la fine del primo tempo?
Possiamo definire questa prima parte della Storia come quella della ricerca, da parte dell’Uomo della Verità. Questa Verità ha però visto l’uomo, fino a prima dell’avvento dell’illuminismo dentro i canoni della tradizione religioso-filosofica, poi, dopo l’avvento di quest’era”, dentro i canoni della “ragione”.
In questo ultimo periodo (i giorni nostri) stiamo però sperimentando come i canoni della “ragione” ci hanno condotti ad una gestione del mondo che ha provocato tanti guasti; non solo dal punto di vista energetico ed ambientale, ma anche da quello squisitamente politico e gestionale.
Ci stiamo pian pian rendendo conto che questo modello, nato e cresciuto sotto l’egida della “ragione” umana, non ha funzionato come ritenevamo ma, se lo vogliamo vedere da un certo punto di vista, ci ha permesso di sperimentare il Mondo un po’ come fa un bambino quando saggia attraverso il gioco un giocattolo.
Al punto in cui siamo arrivati, tra il disorientamento che ne consegue, le riflessioni che facciamo e i tentativi di trovare altre soluzioni, possiamo affermare che siamo entrati in un tempo intermedio (o intervallo) che equivale, proprio come nello sport, a quella fase in cui la squadra riflette su ciò che è stato e su ciò che potrebbe o dovrebbe essere.
Questo intervallo avrà una durata ad oggi non facilmente determinabile ma è certo che le stesse riflessioni e valutazioni che la nostra società sta facendo ci inducono a pensare che stiamo entrando proprio nell’intervallo.
L’arbitro sta fischiando la fine del primo tempo e la via degli spogliatoi ci deve far maturare di già un pensiero nuovo e di proiezione: verso il secondo tempo.
Ma che cosa non ha funzionato nel primo tempo?
È evidente che io sto, con questo articolo simulando le azioni che verranno, un po’ come si fa al fantacalcio.
È certo che abbiamo giocato imperfettamente la partita dell’utilizzo delle risorse e l’abbiamo giocata male perché non ci eravamo posti in una condizione di allineamento con la Ragione Ecologica, cioè con quella ragione sincrona agli stessi principi su cui si regge il Mondo.
Ma quale sono i principi su cui si regge il Mondo? Se comprendiamo questi vinceremo sicuramente il secondo tempo e certamente l’intera partita.
Qui richiamiamo subito il titolo del presente contributo: Piccolo è Meglio (o se volete: Piccolo è Bello). Perché Piccolo è Meglio? Perché il nostro Sistema Mondo è basato su una democrazia di forme e sostanze che è la migliore per perpetuarlo al massimo.
Tale democrazia si regge poi sulla massima diversità, unita alla massima frammentazione, di modo che le distribuzioni (ed i pesi) dei compiti energetici e di massa non siano assicurati da poche ma da innumerevoli forme (biodiversità ed ecodiversità).
Questo principio è stato applicato malissimo soprattutto dopo la rivoluzione industriale e lo è ancora purtroppo ai giorni nostri.
Se non applichiamo ai Sistemi Umani le stesse caratteristiche dei Sistemi Biologici perderemo la partita non perché andremo solo in contrasto con questi ma perché avremo applicato male le leggi della termodinamica e della distribuzione e diffusione della massa e dell’energia.
Queste leggi ci insegnano che solo frammentando al massimo processi e responsabilità avremo la massima compartecipazione dell’intero sistema, il quale non si reggerà quindi più sulle grandi aggregazioni ma sulle più piccole possibili.
Quando oggi noi vogliamo accentrare responsabilità di processo e di energia su grandi aggregazioni e facciamo politiche mirate ad incentivare ciò andiamo contro questi principi e di conseguenza facciamo funzionare male la macchina mondo.
Il risultato finale è che tutto (sapere, società, ecosistema, risorse, ecc.) si impoverisce e finché non cambiamo tattica è meglio che non ritorniamo in campo.
Se vogliamo realmente trovare un modulo vincente dobbiamo privilegiare il Piccolo, dandogli la possibilità di differenziarsi e rendendolo protagonista nel ruolo della produzione di tutte le Energie della Vita.
Quando privilegiamo invece Grandi Sistemi, Grandi Aggregazioni, Accentramenti, Monopoli e cose del genere disgreghiamo la Struttura Sociale e quindi quella energetica ed ecologica e privilegiamo una sola cosa: l’accumulazione accentrata delle Grandi Strutture a svantaggio dei molti.
Il secondo tempo della Partita inizierà solo e soltanto quando avremo ben chiaro in noi che la tattica che dovremo adottare sarà quella della Democrazia Assoluta, dove l’assoluto vuole rappresentare tutte le qualità che dovranno avere le Società per poter garantire una perfetta rappresentanza di ogni piccolo nella costruzione della Dignità. Prima quella personale e poi quella umana.
Guido Bissanti