L’Equazione Socioambientale
L’Equazione Socioambientale
La visione della realtà ci porta a comprendere che, di fatto, nel nostro mondo sussistono due sistemi funzionali.
Il sistema sociale e l’ecosistema.
I due sistemi interagiscono con scambi di energia, informazioni e materia.
Tali scambi modificano costantemente i due sistemi con una accumulazione in forma patrimoniale.
Reagenti Sistema Sociale +Ecosistema |
Prodotto Nuovo Modello |
In questa equazione il sistema sociale (attraverso il suo sviluppo demografico e territoriale) ha creato un impulso destabilizzante sull’equazione (energia di attivazione) che, attraverso i suoi prodotti, sta agendo in senso opposto modificando e riequilibrando i due reagenti (Sistema Sociale ed Ecosistema).
Il prodotto agisce pertanto a modifica dei due sistemi (reagenti) ed i due sistemi, attraverso un processo lungo ed inesorabile, troveranno una nuova forma ed un nuovo equilibrio in un nuovo prodotto.
C’è in tutto questo una morale consequenziale: i due reagenti dovranno per logica uniformarsi sempre più.
Finché questo non sarà raggiunto il sistema non potrà raggiungere l’equilibrio.
Considerando che l’Ecosistema è fortemente vincolato alle leggi della termodinamica che si basa su principi inderogabili, che ne regolano scambi di informazioni, energia e materia, è evidente che l’equazione pretende che anche il sistema sociale si uniformi (altrimenti l’equilibrio non può essere raggiunto) alle “logiche” di sussistenza dell’ecosistema.
In poche parole l’equazione ci conduce verso un modello sociale che conterrà gli stessi elementi e la stessa identità dell’ecosistema.
Questo è il vero determinante dell’intera questione. Se siamo in grado di “leggere” i principi essenziali su cui si basa la più perfetta macchina termodinamica che esiste nell’universo (qual è appunto l’ecosistema) saremo in grado di velocizzare al massimo il raggiungimento di una fase di equilibrio che dovrebbe caratterizzare un lungo periodo di stabilità anche del Sistema Sociale.
Questa operazione è meno complessa di quello che potrebbe sembrare.
Le leggi dell’ecosistema, e ancor di più le logiche, sono abbastanza conosciute.
In esso, per meglio utilizzare l’energia proveniente dalle fonti disponibili (solare su tutte) il sistema si è complessizzato al massimo nelle forme e nelle sostanze.
Creando in pratica una macchina termodinamica (perché questo è l’ecosistema) costituita da una ricchezza incredibile di forme e sostanze (ecodiversità e biodiversità) che ne assicurano, attraverso i rapporti, gli scambi e le relazioni tra i singoli componenti, la massima perpetuazione possibile.
Il Sistema si è opposto alle ineffabili leggi della termodinamica che sottoposte alla grandezza dell’entropia destinano il nostro Universo alla morte termica e alla fine della Vita (almeno quella biologica).
L’Ecosistema si è diversificato e sminuzzato al massimo per creare un’economia energetica che gli consentisse di persistere più a lungo.
Ed il Sistema Sociale?
Proprio qui emerge il motivo del suo conflitto con l’Ecosistema e con le leggi della termodinamica che altro non sono che il più perfetto trattato di economia che la Natura potesse scrivere.
Il Sistema Sociale, deviato da economisti e sistemi economici poco (o per nulla) interessati dalle leggi energetiche, si è strutturato su aspetti sostanzialmente diversi da quelli ecosistemici.
Abbiamo uniformato moltissimo le forme e le sostanze con una logica dell’appiattimento delle strutture totalmente opposta ad un buona macchina termodinamica.
In poche parole in tutti i settori delle attività umane abbiamo creato spesso macrostrutture economiche (gradi fabbriche, grandi agglomerati, poco diversificati nelle forme e nelle sostanze) appiattendo quella grandezza in più che viene prodotta dal Sistema Sociale: la creatività spirituale.
Nel Sistema Sociale, parallelamente a quanto succede nell’Ecosistema è necessario che informazione, energia e materia possono fluire tra tutti gli individui. Ma quando creiamo strutture monospecifiche, poco differenziate e specializzate le differenze tra gli individui diminuiscono (quando non si annullano) e i flussi si deprimono fino a deprimere sostanzialmente il Sistema Sociale stesso.
Questo modello termodinamico conduce ad una morte più veloce, fagocita più energia esterna, inquinando di più ed essendo in contatto totale con l’altro Sistema (l’Ecosistema) interferisce con esso danneggiandolo ed alterandolo.
A questo punto ritorniamo all’equazione: il meccanismo che si è instaurato è una sorta di Feedback, cioè di quella capacità che hanno i Sistemi complessi di correggere se stessi se intervengono fattori che tenderebbero ad annullare il Sistema.
Noi siamo pienamente in questa prima fase (storica) dell’equazione: stiamo ricevendo alcune informazioni di feedback dall’equazione che sta gradualmente agendo sull’intero equilibrio.
Come c’è ne possiamo accorgere?
Prima degli anni ’70 non si parlava (tranne che in alcuni ambiti scientifici) di Emergenza Ambientale; non esisteva la Coscienza Ambientale o la cultura del Risparmio Energetico, non si parlava di Biodiversità o di svariate questioni su tali temi.
Queste sono le prime informazioni che il processo di Feedback, creato dall’equazione, sta inserendo nei reagenti (soprattutto nel Sistema Sociale) conducendo pian piano ad un riequilibrio della stessa.
Quanto durerà è più complesso saperlo: troppe sono le variabili e nessun software od elaboratore possiede una tale memoria.
Sappiamo però che è inesorabile e su questo non hanno senso nemmeno le Opinioni, perché la termodinamica non è opinionabile.
Guido Bissanti