Come combattere la cavolaia in maniera biologica
Come combattere la cavolaia in maniera biologica
La cavolaia maggiore (Pieris brassicae (Linnaeus, 1758)), è un Lepidottero che appartiene alla famiglia dei Pieridae. In questa scheda vediamo come combattere la cavolaia in maniera biologica e gli accorgimenti da intraprendere. Questo insetto è particolarmente attratto dai cavolfiori, dai broccoli neri, dalle verze. Per la lotta a questo lepidottero quello che interessa maggiormente è lo stadio larvale. La larva si riconosce per un colore predominate giallo vivace e piccole macchie nere non regolari. Sul dorso sono presenti dei sottili peli bianchi non pericolosi o urticanti. L’adulto è una farfalla con ali bianche di dimensioni massime di 60 mm e con le caratteristiche macchie nere. Ricordiamo che simile alla cavolaia maggiore è la Pieris rapae (rapaiola o cavolaia minore) che però è caratterizzata da larve con colore tendente al verde, ma con biologia e danni analoghi. La cavolaia sverna allo stadio di crisalide rimanendo appesa nei più svariati anfratti, quali: cortecce degli alberi, crepe dei muri, mattoni forati, ecc..
Con l’arrivo della primavera iniziano a riapparire i primi adulti che compiono i primi voli e gli accoppiamenti fino alla fine del mese di maggio. Gli adulti di questo lepidottero depongono le uova nella pagina inferiore delle foglie delle crucifere. Dalla schiusura delle uova dopo circa quindici giorni prendono vita le larve di prima generazione che giunte a maturità si incrisalidano nuovamente. I nuovi adulti (del secondo volo) compaiono poi generalmente nel mese di luglio. Da questi si ha la seconda generazione; così si può arrivare in funzione del clima a 4 generazioni che infestano le coltivazioni fino ad autunno inoltrato. Questo insetto, presente fino a 2000 m. s.l.m. è presente in tutta Italia, provoca danni attraverso l’alimentazione delle larve (azione trofica) che mangiano e rosicchiano le foglie dei cavoli lasciando solo le nervature centrali delle foglie più dure. Il danno può essere talmente grave da compromettere totalmente la coltivazione. Rispetto ad altre specie di Lepidotteri la difesa biologica contro la cavolaia è più semplice ed agevole. La cavolaia è molto sensibile al macerato di pomodoro che funge da repellente contro le larve e che può essere quindi usato in forma preventiva o curativa. I trattamenti vanno sempre fatti alle prime luci dell’alba o la sera quando le larve sono attive sulle piante e avendo cura di bagnare la parte inferiore delle foglie. Si può integrare questo trattamento (sempre nelle ore mattutine o di fine giornata) o effettuarlo da solo con il bacillus thuringiensis varietà kurstaki ma questo è efficace negli stadi larvali giovanili, piuttosto che sulle larve più sviluppate. Sull’utilizzo però del bacillus, contrariamente a quanto si pensa, è bene leggere questa scheda. Ma la vera lotta biologica a questo insetto consiste nell’applicazione di regole dell’agroecologia e della presenza in azienda di specie vegetali (anche in consociazione) che consentono l’incremento degli insetti predatori della cavolaia e quindi utili. Tra questi uno tra i più attivi è l’imenottero Apanteles glomeratus, che con le sue larve si nutre elle larve della cavolaia. Altri predatori attivi sono l’imenottero oofago Trichogramma evanescens e il Phryxe vulgaris, un dittero Larvevoride, prassitoide delle larve di cavolaia.