Betula pendula
Betula pendula
La betulla bianca o semplicemente betulla (Betula pendula Roth, 1788) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Betulaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Fagales, Famiglia Betulaceae e quindi al Genere Betula ed alla Specie B. pendula.
Sono sinonimi i termini Betula alba o Betula alba var verrucosa.
Etimologia –
Il termine Betula proviene dal latino betulla che a sua volta è di origine gallica, bed-wen, “betulla”, collegata con bitūmen. L’epiteto specifico pendula fa riferimento al portamento della sua chioma e dei rami terminali ricadenti.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Betula pendula è un albero di origine euroasiatica settentrionale. In Italia la si ritrova più frequente sulle Alpi dove a volte forma boschi puri e particolarmente in Piemonte (ove oggi si stimano oltre 20.000 alberi di questa specie) ed in Lombardia; la troviamo inoltre nell’Appennino settentrionale, in alcune stazioni isolate in Abruzzo, nell’Appennino campano e sull’Etna.
Descrizione –
La Betula pendula raggiunge i 30 metri di altezza e presenta una chioma rada e leggera, espansa in verticale, con i rami terminali ricadenti. Presenta un tronco snello che, se non è troppo vecchio, presenta una scorza bianca e sottile. Le foglie sono decidue, ovato triangolari, picciolate, verde chiaro sopra e sotto. Pianta monoica con fiori maschili riuniti in amenti sessili, penduli e fiori femminili riuniti in spighe corte ed erette. Dalle infruttescenze cilindriche a maturità si liberano delle piccole samare provviste di un’ala membranosa.
Coltivazione –
La betulla bianca è una pianta molto resistente al freddo, tanto che può arrivare a -30 °C senza problemi. Non tollera invece il caldo e le estati afose delle pianure, in queste zone può vivere e svilupparsi, ma invecchia più rapidamente. Vive bene nei giardini di montagna, dove oltretutto si inserisce bene nel paesaggio, nel sud Italia e nelle pianure. Sopporta valori di pH del suolo fino a 3,3; si adatta sia a terreni poveri di humus, sia a suoli con un profondo strato di materiale organico ma senza ristagni d’acqua e non calcarei, se il calcare è elevato può vivere ugualmente ma la sua crescita è più lenta, le foglie rimangono più piccole e, in autunno, cadono più precocemente.
Nella piantagione è importante tutorare bene le piante perché la ripresa è piuttosto lenta anche se normalmente non si hanno problemi di attecchimento. Ha una buona capacità pollonifera ed è in grado di produrre anche polloni radicali. La betulla possiede un’elevata capacità colonizzatrice, soprattutto in terreni acidi o acidificati (terreni abbandonati, incendiati o comunque disturbati), è favorita anche dalla abbondante produzione di seme e dalla facoltà pollonifera.
Usi e Tradizioni –
La Betula pendula presenta spiccate caratteristiche di pionierismo e la sua diffusione è stata favorita dall’abbandono delle aree agricole e pascolive e dagli incendi. In alcuni Paesi come Svezia, Finlandia, Scozia o Russia, il legno della betulla viene ampiamente utilizzato per vari usi, soprattutto per paste da carta, ma anche per tranciati e compensati.
Questa pianta ha un legno di colore bianco, elastico e resistente che trova impiego nella fabbricazione di oggetti di uso domestico ed un tempo anche per gli sci. Il suo legno viene utilizzato anche come combustibile di ottima qualità, nell’industria per la produzione di inchiostri e in medicina per le proprietà adsorbenti nelle affezioni intestinali. La corteccia è pregiata nell’industria conciaria e farmaceutica.
Questa pianta, oltre che per interessi silvicoli, viene apprezzata come pianta ornamentale per l’elegante portamento e il bel colore della corteccia e delle foglie, mentre in selvicoltura viene talvolta impiegata come specie consolidatrice di versanti instabili, dove si diffonde rapidamente.
Come per altre Betulle, la betulla bianca ha un enorme impiego in fitoterapia. Viene utilizzata per la sua azione diuretica e depurativa nelle calcolosi renali e nei reumatismi infiammatori e metabolici (gotta). Di questa pianta sono note le virtù della linfa (sulla ritenzione idrica, la cellulite, sovrappeso), dei semi (specialmente sul sistema nervoso dove agisce combattendo l’affaticamento), delle gemme (che attivano il sistema immunitario con conseguente aumento della resistenza alle infezioni). In passato la corteccia si applicava sotto i bendaggi delle ferite, per le sue proprietà cicatrizzanti ed antisettiche. In cosmesi prevale l’utilizzo degli estratti come lenitivo dopo eccessive esposizioni al sole o su pelli grasse. In veterinaria si adopera un distillato “catrame di legno” contro infiammazioni e parassitosi. Per uso interno avendo un trofismo renale è utilizzabile come depurativo e diuretico (edemi, uretriti, cistiti, nefriti e iperazotemie).
Di particolare interesse è anche la sua azione coleretica (aumento della produzione di bile) alla quale segue una maggiore eliminazione di colesterolo (azione ipocolesterolemizzante).
Modalità di Preparazione –
I principi attivi contenuti nella corteccia, nelle foglie e nelle gemme della betulla bianca si possono estrarre tramite infusi decotti, tinture, inoltre la linfa, ricca di zuccheri, nei Paesi del Nord, viene fatta fermentare per la produzione di aceto e bevande alcoliche.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.