Come coltivare il Guaranà
Come coltivare il Guaranà
Il Guaranà (Paullinia cupana Kunth.) è un arbusto rampicante, sempreverde, originario della foresta amazzonica.
Il Guaranà è una pianta coltivata e consumata dai popoli indigeni molto prima dell’arrivo degli europei ed in numerose leggende sulla nascita di quei popoli era ritenuto una pianta sacra.
Questa pianta era consumata, sin da tempi remoti, soprattutto a scopo energetico e curativo. Tradizionalmente si eliminava il guscio, lavandone poi ripetutamente i semi. Questi, in seguito, venivano ridotti in una finissima polvere infine pressata fino a formare dei cilindri, adatti alla conservazione. Il prodotto così ottenuto è conosciuto come pane di guaranà o cacao brasiliano: poteva essere impiegato per delle infusioni in acqua calda zuccherata, assunte come bevande.
Inoltre il Guaranà ricopriva un ruolo molto importante nella cultura delle popolazioni Tupi e Guaranì del Brasile, soprattutto per l’aspetto dei frutti aperti, simili a degli occhi.
Secondo uno dei miti più diffusi la pianta fu addomesticata in seguito all’uccisione, da parte di un serpente, di un bambino molto amato dalla comunità. Il loro Dio, vista l’inconsolabile sofferenza della popolazione, prese l’occhio destro del bambino e lo seppellì nella foresta. Da questo nacque il guaranà, capace di dare forza e allegria a chi se ne cibava.
Per quanto riguarda la sua coltivazione tradizionale, questa è diffusa quasi esclusivamente nelle foreste umide dell’Amazzonia Brasiliana, anche se piccoli appezzamenti sono attualmente presenti anche in Argentina.
La coltivazione avviene prevalentemente in associazione con quella della manioca, visto che crescono ad altezze differenti e riescono così ad occupare lo stesso terreno senza entrare in competizione.
Mediamente un ettaro di coltivazione produce 130 kg di grani.
Purtroppo a causa dell’aumento della richiesta di guaranà, negli ultimi anni, soprattutto per scopi erboristici, la coltivazione ha subito un incremento a scapito di una pericolosissima deforestazione.
Chiariamo subito che la coltivazione del Guaranà è molto difficile in quanto richiede elevati valori di umidità atmosferica (superiore al 70 %), temperature al di sopra dei 20°C, esposizione in pieno sole ed altitudini elevate.
Per questo motivo, in Italia, può essere coltivata praticamente solo in serra e rispettando le condizioni suddette.
La pianta inoltre predilige terreni acidi, con un pH compreso tra 3,5 e 4,5.
Se si riescono a procurare dei semi, cosa che non è semplice, bisogna sapere che questi mantengono la germinabilità solo per circa 72 ore, dopo di che decade drasticamente, e possono essere necessari anche 100 giorni prima di germinare ed emettere le prime foglioline. Per velocizzare leggermente la germinazione possiamo tenere i semi in acqua tiepida per 24 ore prima di procedere alla semina.
Per la preparazione del semenzaio si può procedere anche utilizzando dei vasi con diametro di almeno 10 cm, preparati con terriccio per semina, che va bagnato accuratamente, creando 2 – 4 buchi ad una profondità di 1 cm, all’interno dei quali andrà posto un seme per buca e ricoprendo e compattando bene.
Il substrato di semina dovrà essere mantenuto costantemente umido, mantenendo un buon arieggiamento nell’ambiente, per evitare l’insorgere di muffe, ed assicurando sempre una temperatura minima intorno ai 20°C.
Per la fase di trapianto bisogna attendere che le giovani piantine di Guaranà avranno emesso la terza fogliolina, facendo attenzione a non danneggiare le radici.
Il substrato dove effettuiamo il trapianto dovrà avere, come detto, un pH compreso tra 3,5 e 4,5.
Per assicurare le condizioni ottimali di crescita bisognerà irrigare spesso e vaporizzare l’apparato fogliare con acqua possibilmente demineralizzata, tenendo conto che con l’aumentare delle temperature dovrà aumentare l’umidità.
All’atto del trapianto bisognerà poi dotare l’ arbusto di un tutore al quale aggrapparsi, scegliendone possibilmente uno composto da materiale naturale (bastoni in fibra di cocco o torba) che aiuta a mantenere alta l’umidità.
Importante è anche la scelta dell’esposizione che deve essere molto soleggiata e garantire un caldo costante.
Infine le operazioni di potatura e raccolta dei frutti.
La potatura va operata per mantenere la pianta sempre netta e pulita da rami vecchi, deboli o malati; questo anche perché il Guaranà fiorisce sui rami nuovi e quindi è bene eliminare quelli che hanno prodotto precedentemente, stimolando così anche una crescita più folta.
Si ricorda, tra l’altro, che la fioritura e la fruttificazione avvengono dal secondo anno, in primavera.
Per avere un buon raccolto bisogna però aspettare diversi anni, in maniera che i pannicoli diventino di grandi dimensioni.
La raccolta, che anche nelle aree di origine è completamente manuale, comincia generalmente nel mese di novembre, quando i semi stanno gradualmente maturando, per terminare a gennaio-febbraio.
Il prodotto raccolto viene tenuto per qualche giorno in sacchi di iuta o canapa, dove comincia a fermentare. Questo processo ha come effetto l’aumento del tasso di caffeina nei semi.
Alla raccolta deve seguire la fase del lavaggio per liberare i semi dal guscio, che viene recuperato ed utilizzato come fertilizzante delle stesse terre.
A questo punto i frutti, dopo essersi asciugati vanno essiccati al fuoco fino a quando l’umidità residua sarà inferiore al 7%. Si tratta di un’operazione lunga e molto delicata, che necessita di sorveglianza continua per evitare eccessi di calore e conseguentemente di tostare il Guaranà che causerebbe la perdita di molti principi attivi.
È proprio alla fine di questo delicato processo che i grani di Guaranà divengono scuri e morbidi e possono essere imballati e spediti per i vari impieghi.