Cinchona calisaya
Cinchona calisaya
La China, o China calisaia (Cinchona calisaya Wedd) è una pianta arborea appartenente alla famiglia delle Rubiaceae.
Sistematica –
dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Superdivisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Rubiales, Famiglia Rubiaceae e quindi al Genere Cinchona ed alla Specie C. calisaya.
Etimologia –
Il nome Cinchona deriva da Ana de Osorio, contessa di Cinchon e moglie del viceré del Perù, che secondo la leggenda scoprì su se stessa le virtù della corteccia di china, guarendo da febbri malariche e decidendo l’importazione in Europa (1639). L’epiteto specifico calisaya deriva dal nome di un indiano boliviano che ha insegnato gli usi del chinino agli spagnoli.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Cinchona calisaya è una specie arborea originaria dell’America centro-meridionale (tra Perù e Bolivia), con coltivazioni in India, Giava, Antille. Il suo habitat di origine è quello fresco, umido delle regioni di montagna delle foreste pluviali andine. Preferisce una pioggia annuale media compresa tra 2.500 e 3.000 mm, ma tollera 1.400 – 3.800 mm.
Descrizione –
La Cinchona calisaya è un arbusto o albero che può crescere da 6 a 30 metri, dotato di corteccia rugosa, grigio-bruna o biancastra. I fiori sono di colore rosa carne, con corolla gamopetala a tubo lungo, espanso in alto in 5 lobi con ciglia bianche ai margini. la fioritura di questa pianta è tra agosto e inizi dell’autunno.
Coltivazione –
La China è una specie che cresce bene nei climi caldo-umidi. Cresce al meglio in aree in cui le temperature annuali diurne sono comprese tra 17 e 24 ° C, ma può tollerare temperature comprese tra 7 e 28 °C. Non sopporta temperature inferiori a 5 °C. La si ritrova infatti in coltivazioni ai tropici umidi, ad altitudini da 400 a 3.000 metri; richiede un terreno ben drenato, umido e una posizione in pieno sole o ombra parziale; preferisce un pH tra 5 – 6 e tollerante limiti tra 4,5 e 6,5. Le piante iniziano a fiorire dopo 3 – 4 anni e vengono sradicate e raccolte dopo 8 – 12 anni. Nelle piantagioni commerciali, gli alberi sono cedui a circa 6 anni.
Usi e Tradizioni –
La corteccia della Cinchona calisaya, insieme a diverse specie affini, ha dimostrato di contenere chinino, un efficace antimalarico e febbrifugo.
La Cinchona calisaya è una specie nota per l’utilizzo in farmacopea degli alcaloidi presenti nella corteccia. È stata utilizzata fino ai primi decenni del Novecento per l’estrazione del chinino, sostanza utilizzata nella prevenzione della malaria. attualmente il chinino, estratto dalla corteccia dell’albero, viene usato anche come aroma amaro in acqua tonica e bevande gassate.
La corteccia contiene vari alcaloidi, in particolare chinino e chinidina. Il chinino rappresenta il 70 – 80% degli alcaloidi totali contenuti nella corteccia. La corteccia è amara, astringente, tonica, abbassa la febbre, rilassa gli spasmi, è antimalarica e svolge un’attività di rallentamento del battito cardiaco.
La corteccia della China viene utilizzata per varie preparazioni, come compresse, estratti liquidi, tinture e polveri anche se è più noto il suo uso per il trattamento della malaria, di nevralgie, crampi muscolari e fibrillazione cardiaca. L’estratto liquido è utile per la cura di stati di ebbrezza ed usato anche per i gargarismi contro il mal di gola. Devono essere evitate comunque dosi elevate e troppo costanti, poiché producono mal di testa, vertigini e sordità. Inoltre la corteccia in polvere è spesso usata nei dentifrici per la sua astringenza. La pianta è stata utilizzata dai nativi del sud America, nei tempi antichi, in terapie mediche per trattare la febbre e una serie di altre applicazioni.
All’inizio del XVII secolo, gli europei si resero conto dell’efficacia della corteccia di questo albero nel trattamento della malaria e, nei successivi 200 anni, gli alberi furono enormemente sovrasfruttati in natura fino a quando le piantagioni commerciali furono finalmente stabilite a Giava.
Successivamente il chinino è stato ampiamente sostituito da droghe sintetiche nella seconda metà del 20 ° secolo; negli ultimi tempi è tornato ad essere molto importante nel trattamento della malaria perché vari ceppi di malaria hanno sviluppato resistenza ai principi attivi sintetici.
Modalità di Preparazione –
Attualmente il chinino, in forma di cloridrato, viene utilizzato come aroma amaro in acqua tonica, bevande gassate ed altre bevande alcoliche.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.