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La biomagnificazione

La biomagnificazione

Nel contesto dei sistemi agricoli, industriali e di stili di vita dei Paesi occidentali e in quelli in via di sviluppo l’attenzione agli effetti dei processi produttivi e dei loro complessi organizzativi è pressoché nulla; tanto meno ci si preoccupa cosa sia la biomagnificazione. La politica viaggia su altri binari ed i sistemi economico-finanziari poco hanno a che interessarsi di questioni per loro meno che marginali. Eppure sotto gli occhi di tutti noi una catastrofe ecologica e di qualità della Vita si sta consumando lentamente senza che nei Parlamenti (che, come affermo spesso, hanno perso il controllo sull’OdG degli interessi dell’Umanità) qualche interrogazione parlamentare venga sollevata in tal senso. Sto parlando della biomagnificazione, cioè di quel fenomeno che va oltre al semplice inquinamento derivanti dai nostri stili di vita dissennati e suicidi.

La biomagnificazione, bioamplificazione o magnificazione ecologica in ecologia e biologia è il processo per cui l’accumulo di sostanze tossiche negli esseri viventi aumenta di concentrazione man mano che si sale al livello trofico successivo, ovvero procedendo dal basso verso l’alto della piramide alimentare all’interno della rete trofica.
Facciamo un esempio per capire meglio quale sia il funzionamento della biomagnificazione:
Un microorganismo di fitoplancton ingloba in sé un atomo di mercurio; un organismo di zooplancton mangia poi 10 organismi di fitoplancton e ingloba di conseguenza 10 atomi di mercurio; un piccolo pesce mangia 500 organismi di zooplancton e ingloba quindi 5.000 atomi di mercurio; un pesce di media taglia mangia 5 pesci di piccola taglia e ingloba 25.000 atomi di mercurio; un pesce di grossa taglia mangia 2 pesci di media taglia e siamo a 50.000 atomi; infine uno squalo mangia 5 pesci di grossa taglia e ingloba quindi 250.000 atomi di mercurio.
Chiaramente i numeri e le proporzioni che abbiamo citato nell’esempio sono inventati e casuali, e l’ordine della catena alimentare non sempre viene integralmente rispettato, ma questo esempio dà una chiara idea su come funziona la biomagnificazione.
Tra gli ulteriori esempi che possiamo citare è quello del metilmercurio, composto oramai molto diffuso nel Mar Mediterraneo. Il mercurio proviene attraverso i fiumi dagli scarichi industriali e il metano dai giacimenti di gas naturale.
Metilmercurio è un catione organometallico di formula [CH3Hg]+. È molto tossico e si accumula facilmente nell’ambiente.
Il metilmercurio ingerito è assorbito rapidamente e completamente dall’apparato gastrointestinale. La maggior parte si complessa con la cisteina libera e con proteine e peptidi che contengono questo aminoacido. Il complesso metilmercurio-cisteina viene riconosciuto da proteine trasportatrici di aminoacidi come se fosse metionina, un altro aminoacido essenziale. A causa di questo mimetismo, il metilmercurio è trasportato liberamente per tutto il corpo e passa anche la barriera emato-encefalica e la placenta, in modo da essere assorbito dal feto in via di sviluppo. Visto che si lega fortemente alle proteine, il metilmercurio non è eliminato facilmente.
Vari studi indicano che bambini esposti a metilmercurio quando erano nell’utero materno mostrano elusivi deficit di sviluppo, quali minore di quoziente d’intelligenza, risultati inferiori in test su abilità di linguaggio, deficit della memoria e dell’attenzione. Negli adulti l’esposizione al metilmercurio è stata correlata ad un rischio maggiore di disturbi cardiovascolari, compreso l’infarto del miocardio. Ci sono evidenze che il metilmercurio causi anche malattie autoimmuni in individui sensibili. A tutt’oggi non esistono però collegamenti diretti tra il metilmercurio e specifiche malattie neurologiche o autoimmuni. Una cosa è comunque certa: che il metilmercurio è tossico sotto molti aspetti, compresi i danni a livello fetale.
Un altro esempio è portato dalle numerose particelle di plastica e simili materie polimeriche disperse nell’oceano dall’inquinamento antropico le quali, una volta sminuzzate o macerate dall’azione delle onde, vengono ingerite dai microrganismi e, in uno schema analogo, da altri pesci via via più grandi, che non potendole assorbire e assimilare al loro organismo finiscono per depositarle nelle zone dove il grasso è più sviluppato.
Per effetto della biomagnificazione diviene potenzialmente pericoloso mangiare pesci di grossa taglia come tonni, pesci spada e squali, in quanto occupando i piani alti della piramide alimentare possono accumulare grandi quantità di metilmercurio, sostanza molto tossica.
Potrei continuare all’infinito gli esempi sugli effetti della biomagnificazione che è legata comunque e sempre all’accumulo di prodotti tossici nella catena trofica. Potrei citare all’infinito la catastrofe ecologica dei pesticidi ma, come al solito, quando si scrivono queste notizie (che hanno solidissime basi scientifiche) multinazionali, sistemi interessati e ….. utili scemi si affrettano a smentire (quando non si passa agli insulti all’autore dell’articolo).
A questo punto rivolgo a tutti noi un appello: assumiamo un atteggiamento più responsabile nei riguardi della Vita o questa ci verrà tolta gradualmente fino a quando il lumicino che l’alimenta non si spenga defifinitivamente. E come nel mio ultimo libro: Come il Titanic? questa si spegnerà per il comandante della nave, per l’equipaggio che per i passeggeri. Il nostro Pianeta è il sistema politico più democratico che esista.

Guido Bissanti




2 pensieri riguardo “La biomagnificazione

  • Leonardo Vitagliano

    Il vostro sito dovrebbe essere suddiviso in paragrafi, nel modo in cui è strutturato attualmente non so dove leggere per trovare ciò che cerco

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    • ecosostenibile

      Buongiorno; è suddiviso in categorie che può trovare sul menù principale, inoltre c’è il motore di ricerca interno che le consente di cercare argomenti o gruppi di parole. Grazie comunque per la sua proposta.

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