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Filipendula ulmaria

Filipendula ulmaria

L’olmaria (Filipendula ulmaria (L.) Maxim., 1879) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Rosaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Rosidae,
Ordine Rosales,
Famiglia Rosaceae,
Sottofamiglia Rosoideae,
Genere Filipendula,
Specie F. ulmaria.
Sono sinonimi i seguenti termini:
– Filipendula ulmaria var. nivea Wallr.;
– Filipendula ulmaria var. tomentosa Cambess.;
– Filipendula denudata (J. Presl & C. Presl) Fritsch;
– Filipendula ulmaria subsp. denudata (J. Presl & C. Presl) Hayek.
– Spiraea denudata C. Presl;
– Spiraea glauca Schultz;
– Spiraea ulmaria L.;
– Ulmaria palustris Moench.

Etimologia –
Il termine Filipendula viene da fílum filo e da péndulus pendente, penzolante: forse riferimento agli stami lungamente filamentosi.
L’epiteto specifico ulmaria è attinente il genere Ulmus e che richiama quel genere.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’olmaria è una pianta distribuita nelle zone fredde e temperato-fredde dell’Eurasia e diffusa in Europa.
In Italia è presente in tutte le regioni continentali.
Il suo habitat è quello dei prati umidi, fossati, ruscelletti, paludi e boschi ripariali, dal livello del mare alla fascia montana.

Descrizione –
La Filipendula ulmaria è una pianta erbacea perenne, con rizoma, che cresce fino a 2m di altezza.
Ha radici nodoso-fibrose, fusti angolosi quasi eretti e di colore perlopiù marrone.
Le foglie sono opposte a 2, lanceolate e seghettate, intercalate da una coppia di foglie più piccole.
Le infiorescenze, in forma di ombrella, sono ramificate e partono dalla sommità del fusto portando piccoli fiori ermafroditi di colore bianco-crema, profumati, con 5 petali e con numerosi stami più lunghi dei petali.
L’antesi va da maggio fino all’autunno.
I frutti sono dei poliacheni formati da 4-6 acheni glabri, arrotolati ad elica, che misurano 4-6 mm. I semi oblunghi di 1,7-0,7 mm hanno il contorno appiattito ed il colore brunastro.

Coltivazione –
L’olmaria è una pianta che predilige posizioni soleggiate o alla mezz’ombra, al riparo dal vento. Pianta che cresce bene con clima mite e che tollera abbastanza bene il freddo.
Dal punto di vista pedologico preferisce un substrato umido, fresco, argilloso, ben drenato e con pH alcalino.
La pianta si riproduce per seme in primavera ma può essere propagata anche per divisione dei cespi in autunno o nel mese di marzo.

Usi e Tradizioni –
La Filipendula ulmaria è conosciuta localmente con i nomi di: regina dei prati, spirea, ulmaria, olmaria palustre, barba di capra o caprina, filipendola, erba dell’idromele.
Questa pianta, assieme al salice, è considerata l’aspirina vegetale: infatti l’acido salicilico fu scoperto nel 1839 nei fiori di una Filipendula, a quel tempo inclusa nel genere Spiraea, per cui fu chiamato “acido spirico”; nel 1859 il chimico tedesco Hoffmann acetilò l’acido salicilico, ottenendo l’acido acetilsalicilico o acido acetilspirico, da cui la Bayer coniò il termine “aspirina”.
Con i fiori di questa pianta si aromatizzano i vini dolci, che assumono sapore di moscato; le foglie tingono in bruno e in nero; dalle gemme si estrae un olio usato in profumeria.
Le foglie di alcune specie di Filipendula strofinate tra le dita diffondono un gradevole profumo aromatico.
Anticamente i fiori venivano utilizzati per abbellire le chiese durante le cerimonie nuziali e per rinfrescare l’aria e per mascherare i cattivi odori delle camere.
La Filipendula ulmaria possiede proprietà antinfiammatorie, diuretiche, antispasmodiche, antireumatiche, depurative, astringenti. Viene utilizzata per alleviare i dolori reumatici, ma anche negli stati febbrili e influenzali, contro le cefalee e in odontoiatria. L’attività antinfiammatoria della pianta è dovuta ai derivati salicilici ed ai flavonoidi.
Tra i principi attivi contiene: tannini pirogallici, flavonoidi (derivati), glucosidi, acido salicilico, vanillina, spireina.
La droga si ricava dalle sommità fiorite e dal rizoma.
Per quanto riguarda la sua tossicità viene indicata come bassissima. Inoltre non si riporta nessuna controindicazione alle dosi terapeutiche normali eccetto ipersensibilità ai salicilati, interazioni o incompatibilità a farmaci anticoagulanti.

Modalità di Preparazione –
La droga di Filipendula ulmaria si ricava dalle sommità fiorite e dal rizoma. Con questa si possono preparare delle tinture madri e delle tisane per vari rimedi curativi.
Si può preparare anche il cosiddetto vino di Olmaria. Questa preparazione si ottiene mettendo a macerare grammi 40 di fiori essiccati di Olmaria in un litro di buon vino bianco di buona gradazione alcolica. Dopo cinque giorni di macerazione si filtra il vino accuratamente e si conserva in luogo fresco. Si consiglia di prenderne un bicchierino da liquore durante i pasti principali.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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