Nicchia Ecologica
Nicchia Ecologica
La nicchia ecologica è lo spazio occupato da una specie o da una popolazione all’interno del suo habitat, inteso non solo e tanto come spazio fisico, ma come ruolo e funzioni che gli individui della specie o della popolazione svolgono in un ecosistema; per nicchia ecologica si intende anche il modo con cui una specie utilizza le risorse dell’habitat in cui vive. La nicchia ecologica è, di fatto, un ipervolume, dove ogni dimensione rappresenta una variabile ambientale è uno spazio ecologico a dimensioni molteplici, sia abiotiche che biotiche.
Per questo motivo il concetto di nicchia ecologica identifica la posizione di una specie, o popolazione, all’interno di un ecosistema, ossia il suo modo di nascere, crescere, vivere, il suo ruolo e tutte le condizioni fisiche, chimiche e biologiche che ne permettono l’esistenza in quel particolare ambiente.
Il concetto di nicchia ecologica esiste quindi solo se esiste una popolazione che la occupa.
Le specie generalmente occupano nicchie tanto più diverse quanto più differenti sono le loro abitudini alimentari, nutrizionali ed energetiche e ciò perché in questo modo viene a mancare un importante fattore di competizione.
Inoltre, in funzione della nicchia ecologica, alcune specie sono specialiste ed altre generaliste. Le prime hanno nicchie limitate, possono vivere in un solo tipo di habitat, si nutrono di un solo tipo di cibo o hanno bisogni di particolari suoli o ambienti e sono molto sensibili alle variazioni dei fattori ambientali e climatici. Nel campo faunistico ne sono esempio il panda gigante della Cina e il koala australiano, che si alimentano esclusivamente di piante di bambù ed eucalipto rispettivamente. Oppure sulle Alpi dove il capriolo, la donnola o l’ermellino sono stenofagi (cioè in grado di potersi nutrire di una limitata varietà di alimenti).
Gli organismi che invece sono generalisti hanno nicchie ampie e grande capacità di adattamento. Tra le specie generaliste ricordiamo le mosche, gli scarafaggi, i ratti, gli esseri umani.
Negli ambienti in cui le condizioni si mantengono costanti nel tempo, come le foreste pluviali, sono avvantaggiati gli specialisti mentre i generalisti, essendo più adattabili sono favoriti negli ambienti soggetti a repentini cambiamenti. Un esempio di individui generalisti è dato, negli ambienti alpini, da martore, faine, tassi e volpi che sono eurifagi (cioè in grado di potersi nutrire con una maggiore varietà di alimenti).
Inoltre in ecologia si usa fare una distinzione tra: nicchia fondamentale e nicchia realizzata.
La nicchia fondamentale è la nicchia massima teorica occupata da una popolazione in condizioni ideali, cioè in assenza di competizione e con risorse non limitanti.
La nicchia realizzata è invece quella realmente occupata da una popolazione e la cui ampiezza è minore a causa della competizione interspecifica.
Altresì, in alcuni casi, una specie occupa, nei diversi stadi della sua vita, nicchie diverse; basti ricordare, ad esempio i numerosi stadi larvali degli insetti che si sviluppano attraverso la metamorfosi. Inoltre la stessa specie può occupare nicchie diverse in regioni diverse.
Spesso un organismo riveste più di un ruolo entro la comunità. Per esempio la tartaruga azzannatrice è un predatore di giovani tartarughe acquatiche, ma è anche un saprofago: si ciba cioè, di resti di animali morti che non ha ucciso.
Il concetto di nicchia ecologica si è evoluto e, maggiormente precisato, negli anni. Agli inizi degli anni venti del secolo scorso, il termine veniva utilizzato come sinonimo di habitat, cioè lo spazio fisico occupato da una popolazione in un ecosistema (nicchia spaziale).
Successivamente il concetto venne ampliato con l’introduzione della nicchia trofica, il ruolo ecologico all’interno della comunità.
Si dovrà arrivare poi agli anni cinquanta per entrare nel concetto di nicchia pluridimensionale: il cosiddetto ipervolume.