Boletus appendiculatus
Boletus appendiculatus
Il Boleto radicante (Boletus appendiculatus Schaeff., 1763) è un basidomicete edule appartenente alla famiglia delle Boletaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Fungi, Divisione Basidiomycota, Sottodivisione Agaricomycotina, Classe Basidiomycetes, Ordine Boletales, Famiglia Boletaceae e quindi al Genere Boletus ed alla Specie B. appendiculatus.
Sono sinonimi i termini Tubiporus appendiculatus (Fr.) Maire, (1937) e Butyriboletus appendiculatus (Schaeff.) D. Arora & J.L. Frank.
Etimologia –
Il termine generico Boletus ha una etimologia controversa: deriverebbe dal greco βωλήτης bolétes, con cui i Greci chiamavano una sorta di fungo (da βωλος bólos col significato di gleba, zolla, cespuglio, perché crescenti fra le zolle o luoghi cespugliosi); altri invece ritengono che il significato di βωλος sia da estendere a palla, poiché il cappello della maggior parte dei funghi è globoso; per alcuni autori deriva da Bolites nome con il quale i romani indicavano i migliori funghi eduli, anche se in origine riferito ai soli ovuli (Amanita cesarea), ma ben presto utilizzato per chiamare così anche i porcini. L’epiteto specifico appendiculatus è in relazione al gambo che è leggermente radicante.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Boletus appendiculatus è un fungo che cresce solitario o anche in piccoli gruppi, nei boschi di latifoglie (soprattutto di castagno e quercia) misti o di aghifoglie; in estate-autunno lo si ritrova su terreni argillosi e frequentemente anche in zone percorse da incendio e su terreni calcarei.
Riconoscimento –
Il Boleto radicante si riconosce per avere un cappello di 8–20 cm di diametro, prima arrotondato e poi convesso con cuticola vellutata di colore bruno-castana o bruno-ocracea. I pori sono fitti, concolori al gambo, rotondi e piccoli che al tocco virano al blu-verdastro. I tubuli sono corti e fini, di colore giallastro ed azzurrognoli al tocco, annessi al gambo; questo è di 5-15 x 3–6 cm, massiccio, obeso, con colorazione giallo o giallo-citrino, ricoperto di un fine reticolo concolore, piede bulboso e radiciforme. La carne è piuttosto compatta e poi tenera, giallognola che all’aria vira nell’azzurro tenue, con odore di pane fresco al taglio e sapore dolce e gradevole. Alla microscopia si notano delle spore sub-fusiformi, olivastre in massa, lisce, 12-15 x 3,5-5 µm.
Coltivazione –
La coltivazione di funghi porcini non è molto semplice e si può ottenere solo attraverso la micorizzazione, una particolare tecnica utilizzata in agricoltura e orticoltura, che consiste nel trasferire in un terreno le radici del fungo e creare un rapporto di simbiosi con altre piante superiori. Nel caso del fungo porcino ad esempio si utilizzano i castagni e le querce, creando una rapporto di simbiosi tra il fungo e le radici delle piante in modo tale che il porcino possa ricevere dal castagno il nutrimento necessario alla sua crescita.
Usi e Tradizioni –
Il Boletus appendiculatus è un fungo di ottima commestibilità ed è molto simile al Boletus edulis, di cui alcuni autori lo ritengono una varietà, ma da questo si distingue per il colore dei pori, di un giallo oro più evidente e per una sia pur lieve tendenza della carne a virare al taglio verso il blu o anche al rosa-rosso. Può essere confuso anche con il Boletus regius, che ha una cuticola di un colore rosso-rosa antico e per via della carne molto meno mutabile al taglio. Altro fungo con cui può essere confuso è il Boletus fechtneri che ha caratteristiche morfologiche simili, ma si distingue per il colore del cappello più chiaro, di colore quasi caffellatte con sfumature grigiastre, senza sfumature rossastre.
Modalità di Preparazione –
La preparazione in cucina e la conservazione di questo fungo sono del tutto simili ad altri boleti eduli ed in particolare al Boletus edulis a cui si rimanda.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.