Agroecologia ed ecologia globale
Agroecologia ed ecologia globale
L’agroecologia è quella disciplina di governo dei sistemi agroalimentari del futuro che mette in connessione Scienza, Movimenti e Pratiche.
L’agroecologia è, pertanto, un approccio all’agricoltura che integra principi ecologici e conoscenze tradizionali, unitamente a innovazioni scientifica, per creare sistemi agricoli più sostenibili e resilienti. Si tratta di un movimento che abbracciando appunto scienza e pratica conduce ad un nuovo modo di pensare. L’obiettivo è quello di ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura, migliorando la salute del suolo, la biodiversità e la produzione di cibo.
Tuttavia definire l’agroecologia come un’attività, anche seppur complessa, che integra scienza movimento e pratica risulta riduttivo in quanto la stessa visione che la contraddistingue, e cioè quella di organizzare modelli agroalimentari che siano condotti in sincronia con i sistemi e modelli ecologici, comporta una revisione dei costumi, degli stili di vita, dei sistemi di gestione, ed in definitiva, dei modelli culturali e sociologici della civiltà del futuro.
La stessa questione di adeguare i ritmi e le strutture della civiltà del futuro a quelli della Natura comporta obbligatoriamente un ripensamento delle dinamiche che hanno caratterizzato negli ultimi secoli la storia e le politiche della civiltà occidentale.
Entrare a contatto con la natura non è solo una questione di ordine nostalgico o sentimentale; è sostanzialmente una ristrutturazione del nostro modo di essere e di comportarci.
In natura tutto è circolare, ogni singolo organismo, in una rete complessa ed in continuo interscambio riceve, trasmette ed elabora continuamente energie, informazioni e materia. Questo flusso continuo comporta la “democratica” condivisione ed importanza di tutti gli esseri viventi di modo tale che non esistano organismi utili o inutili (o peggio dannosi) ma correlazioni e coevoluzioni continue.
La civiltà moderna ha fatto della linearità il suo modo di essere, di comportarsi e di generare economia e finanza. In essa tutto è oggetto di predazione e di sfruttamento e, alla fine, quando ciò che ha consumato non serve più o non è più utilizzabile, viene scartato, scaricato, eliminato. In questo modo di comportarci non scartiamo solo organismi viventi e materie prime ma anche persone. In un sistema lineare una persona (o una popolazione) che non sia ritenuta utile a questa “economia” viene emarginata, messa da canto e genera spesso, anche se solo inconsapevolmente fastidio, disagio, imbarazzo.
Una economia che potremmo definire di aggressione, di concorrenza senza regole, di guerra.
Una economia da dove sono nate e nascono ancora le grandi guerre mondiali, questa terza guerra mondiale a pezzi, e dove emigrazioni e genocidi non trovano più una logica umana e alcuna giustificazione e dove la comunità internazionale, eccessivamente legata a questo modello socioeconomico stenta a trovare posizioni che mettano al centro i diritti e la dignità delle persone.
L’agroecologia (all’interno della più ampia torta dell’economia circolare) innesca invece dinamiche differenti. Dialoga con la natura (l’ecologia), ne trae paradigmi, informazioni e nuove energie che modelleranno la civiltà del futuro. L’unica possibile, al di fuori della quale, per l’esaurirsi delle risorse non rinnovabili e per l’impossibilità di creare economia oltre le capacità del pianeta di rigenerarle, non ci può essere storia futura.
L’agroecologia è pertanto quel paradigma di esistenza che, rientrando nel grande alveo rigenerativo della natura, con la sua immensa biodiversità e compartecipazione di tutti al benessere globale, rende possibile un percorso storico di vero benessere condiviso e democratico.
Quel Fratelli Tutti e quel principio di una ecologia globale che sono stati i capisaldi di un grande gigante della Storia, che al di là delle posizioni personali su fede o meno, può essere definito l’uomo della nuova Storia e, cioè, Papa Francesco.
Guido Bissanti