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Come coltivare il Cardo mariano

Come coltivare il Cardo mariano

Il cardo mariano (Silybum marianum (L.) Gaertn., 1791) è una specie erbacea biennale appartenente alla famiglia delle Asteracee. Si tratta di una pianta diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, alquanto rustica e molto antica apprezzata sia per le sue proprietà benefiche sia come pianta ornamentale tanto da essere coltivata anche come pianta orticola. In questa scheda vedremo come coltivare il Cardo mariano e gli accorgimenti tecnici ed agronomici più idonei.
Si tratta di una pianta con una radice fittonante e con una parte aerea caratterizzata da un’altezza media di 1,5 metri, con stelo verde, eretto, ramificato e ricoperto da grandi foglie lobate con margini dentati e spinosi. Le foglie si distinguono per le loro nervature bianche che, secondo antiche leggende, sono delle gocce di latte della Madonna cadute mentre allattava Gesù bambino.

I fiori sono tubulosi di colore rosa, porpora o viola, con piccoli semi (acheni) appiattiti e lisci di colore nero; i fiori sono al centro di un involucro formato da numerose squame fogliari e compaiono nel mese di luglio.
Per iniziare la coltivazione di questa pianta bisogna prelevare nel periodo della tarda estate i semi che si sono formati, scuotendo i capolini, e conservandoli, in luogo all’ombra e ben arieggiato, per la semina della primavera successiva (marzo-aprile). Per la propagazione i semi vanno messi a germinare in semenzaio contenente un substrato composto da 1/3 di terreno di medio impasto, 1/3 di sabbia ed 1/3 di torba; dopo la semina ricoprire con uno strato sottile di circa mezzo centimetro e bagnate quel tanto che basta a mantenere il terriccio umido. Il trapianto va effettuato a fine maggio. La coltivazione si può effettuare a macchie irregolari o a file mantenendo una distanza fra le fila di 60-70 cm ed una densità di 8, massimo, 10, piante per metro quadrato.
Per il luogo dove coltivarli bisogna scegliere un’area molto soleggiata di modo che la radiazione solare permetta la migliore sintesi dei suoi principi attivi. Il suolo deve avere pH neutro o leggermente alcalino e, preferibilmente ben dotato di sostanza organica e senza ristagni. In pieno campo la pianta cresce e si sviluppa con la dotazione idrica naturale per cui difficilmente è necessario effettuare irrigazioni estive di soccorso. Se coltivato ovviamente in vaso (in contenitori di grandi dimensioni) bisogna apportare acqua ogni due-tre settimane in funzione della tessitura del substrato (turno più ravvicinato per suoli più sabbiosi). Anche gli apporti di fertilizzanti in pieno campo devono essere limitati a sostanza organica da distribuire prima della semina. Non somministrare nitrati ma far ruotare questa pianta dopo delle leguminose.
Per la raccolta e l’utilizzo della pianta si ricorda che questa è commestibile in tutte le sue parti. Le foglie vanno raccolte tra maggio e giugno, mentre i semi tra luglio-agosto; questi ultimi vanno posti poi ad essiccare in un luogo ombroso e arieggiato.
Le foglie e i semi essiccati vanno conservati in sacchetti di carta o in barattoli di vetro in un luogo buio e asciutto. Le foglie più tenere possono essere consumate crude, in insalate, mentre quelle essiccate si usano per la preparazione di infusi e decotti depurativi in casi di intossicazione del fegato, cirrosi, e altre malattie croniche del fegato relative all’abuso di alcool.
Il Cardo mariano è una pianta molto resistente agli agenti parassitari a condizione che non si usino diserbanti, fertilizzanti di sintesi e non si coltivi in suoli poco drenati e con apporti irrigui non opportuni.




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