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Colomerus vitis

Colomerus vitis

L’Acaro eriofide ampelofago (Colomerus vitis Pagenstecher, 1857) è un acaro appartenente alla famiglia degli Eriophyidae.

Sistematica –
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Phylum Arthropoda,
Subphylum Chelicerata,
Classe Arachnida,
Superordine Acariformes,
Ordine Trombidiformes,
Sottordine Prostigmata,
Superfamiglia Eriophyoidea,
Famiglia Eriophyidae,
Genere Colomerus,
Specie E. vitis.
È basionimo il termine:
– Phytoptus vitis H.A.Pagenstecher, 1859.
Sono sinonimi i termini:
– Eriophyes vitis (H.A.Pagenstecher, 1859);
– Eriophyes vitis (Landois, 1864);
– Phytoptus vitis Landois, 1864.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Colomerus vitis è un acaro che infetta le foglie della vite (Vitis vinifera). Questo acaro si è diffuso in tutto il mondo e comprende tre ceppi distinti: un ceppo che arriccia le foglie, un ceppo che provoca vesciche e un ceppo che blocca la crescita dei germogli.
Questa specie è associata all’acaro Tydeus eriophyes sulle viti nelle vicinanze di Grabouw, in Sud Africa.

Morfologia –
Il Colomerus vitis è un acaro di dimensioni microscopiche (0,15-0,2 mm), che contrasta con i ragnetti rossi o “ragni” della vite.
Gli adulti si presentano vermiformi e dal colore bianco giallastro molto chiaro.
Il suo apparato boccale è a forma di cheliceri e il suo corpo fuso in un’unica massa (Idiosoma).
Presenta solo 2 paia di zampe durante il suo ciclo di vita.
Questo acaro appartiene ai i più piccoli artropodi viventi.
Attualmente solo la razza galligene in Francia in tutte le zone viticole è presente, ma non è considerata dannosa. Ci sono altre 2 razze in Europa, una che causa l’arricciatura delle foglie, l’altra che attacca le gemme. Quest’ultima razza è l’unica che può avere un impatto quantitativo significativo sul raccolto.

Attitudine e Ciclo biologico –
Il Colomerus vitis è un acaro che trascorre l’inverno allo stadio adulto, sotto le perule delle gemme basali o nelle anfrattuosità della corteccia, nella zona di inserzione dei tralci. A inizio primavera si sposta sui giovani germogli provocando i primi danni sulle foglie appena spuntate (in genere sono interessate le prime due o tre foglie alla base del tralcio). Da fine maggio inizia a migrare dalla base all’apice del tralcio alla ricerca di giovani foglie su cui continuare lo sviluppo e riprodursi (fino a 6-7 generazioni all’anno). Da agosto fino ad ottobre-novembre inizia la migrazione dagli apici alla base dei tralci per raggiungere i ripari invernali.
Non provoca danni seri alla coltura tranne in casi molto rari.

Ruolo Ecologico –
Il Colomerus vitis è un acaro che infetta le foglie di vite (Vitis vinifera). Esso causa sulle foglie della vite delle bolle e tale patologia è detta erinosi.
I primi danni compaiono talvolta già a primavera sulle giovani foglie, dove si creano delle bollosità convesse verso la pagina superiore che interessano aree più o meno estese della foglia ma delimitate dalle nervature; nella pagina inferiore, in corrispondenza delle bolle, vi è un incavo al cui interno si trovano dei peli ipertrofici che formano una fitta tomentosità, inizialmente di colore chiaro che poi vira al brunastro con il progredire del disseccamento. Questa area feltrosa, dovuta alla patologica ipertrofia dei peli fogliari, offre riparo al fitofago fino al compimento del ciclo biologico.
Le foglie colpite riducono la loro capacità fotosintetica determinando delle difficoltà nutritive per la pianta che nei casi gravi si ripercuotono negativamente sulla fruttificazione. In caso di forti infestazioni vengono interessati anche i germogli che presentano vistose ipertrofie e deformazioni ed è possibile anche un arresto del loro sviluppo, con emissione di nuovi germogli dalle gemme laterali. Anche i grappolini (nelle prime fasi di sviluppo) possono venire colpiti, sviluppando dapprima deformazioni e tomentosità e successivamente disseccano provocando la perdita di interi grappoli o parti di essi.
Per intervenire sulle popolazioni di questo acaro si possono sfruttare i trattamenti fungini antioidici effettuati con zolfo (specialmente se ventilato); questi agendo allo stato gassoso, hanno azione collaterale nei confronti degli Eriofidi determinando asfissia e sono normalmente sufficienti per il loro contenimento. Si ricorda inoltre che gli Eriofidi sono ben controllati da nemici naturali, quali gli acari predatori della famiglia degli Stigmeidi.
Per questo motivo i trattamenti con prodotti di sintesi per altre fitopatologie possono alterare le biocenosi di questi organismi provocando ripercussioni negative sull’intera acarofauna o entomofauna.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Laffi f., 1983. Acari di interesse agrario. Cooperativa Libraria Universitaria Editrice. Bologna.

Fonte foto:
https://plantwiseplusknowledgebank.org/doi/full/10.1079/pwkb.species.21865
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/300564197/original.jpg




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